Lazio: audizione sull'arsenico in commissione Ambiente

La questione della presenza dell'arsenico nell'acqua potabile di alcuni comuni delle province di Latina, Viterbo e Roma è tornata oggi al centro di un'audizi...

21/02/2011
La questione della presenza dell'arsenico nell'acqua potabile di alcuni comuni delle province di Latina, Viterbo e Roma è tornata oggi al centro di un'audizione della commissione Ambiente del Consiglio regionale. Presenti l'assessore Marco Mattei - in rappresentanza anche della presidente Polverini, commissario straordinario nominato dal Governo assente per impegni istituzionali - i presidenti delle Province di Latina Armando Cusani e di Viterbo Marcello Meroi, i gestori e il garante del servizio idrico integrato Raffaele di Stefano, esponenti delle segreterie tecnico operative degli Ato, l'Arpa e tecnici delle Asl coinvolte. La riunione ha avuto un carattere tecnico per la definizione di quello che è ad oggi lo "stato dell'arte".
"Siamo in attesa della decisione della Comunità europea per la richiesta di deroga a 20 microgrammi per litro - ha detto Roberto Carlino (Udc), presidente della commissione Ambiente - ma non c'è dubbio che si debba intervenire comunque subito sulle infrastrutture avendo in mente il limite ben chiaro dei 10 microgrammi stabiliti dall'Unione Europea". L'assessore Marco Mattei, a questo proposito, ha ricordato come le Regioni che originariamente avevano chiesto una deroga a 20 microgrammi alla Ue la hanno ottenuta. "Sono fiducioso - ha quindi detto durante l'audizione - che la Commissione permetta in tutta sicurezza per 22 mesi ancora la deroga necessaria alla realizzazione delle infrastrutture". Mattei ha auspicato si possa pervenire a indirizzi uniformi per l'adozione delle ordinanze di regolamentazione dell'utilizzo dell'acqua. Ad oggi, infatti - è stato notato - si registrano differenze da territorio a territorio e ciò potrebbe disorientare la popolazione.
"Dalla data del 12 febbraio 2011, data in cui è stata pubblicata l'ordinanza sulla Gazzetta Ufficiale - ha tenuto a ricordare Carlino - il commissario delegato ha 30 giorni per la predisposizione del piano generale degli interventi urgenti a salvaguardia della pubblica incolumità, attraverso l'individuazione delle fonti di approvvigionamento idrico naturalmente inquinate con valori di arsenico superiori a 20 microgrammi per litro e degli interventi necessari per l'erogazione di acqua ad uso umano rientrante nei parametri". I poteri di commissario straordinario conferiti poi alla Polverini, fino al 31 dicembre 2011 (data di conclusione dello stato di emergenza dichiarata con decreto del 17 dicembre scorso) riguardano interventi di immediati e opere infrastrutturali (dearsenificatori o collegamenti ad altre reti acquedottistiche prive di arsenico).
Il consigliere Filiberto Zaratti (Sel) ha chiesto, al termine della seduta, la convocazione di una ulteriore audizione con la necessaria partecipazione del commissario Polverini affinché illustri il piano previsto dall'ordinanza del presidente del consiglio del 28 gennaio scorso. "Serviranno risorse regionali - si è chiesto Zaratti - Come si farà, se le risorse sono state tagliate?". Anche il consigliere Ivano Peduzzi (FdS), che ha criticato la scelta di utilizzare di nuovo un commissariamento, ha invocato un'ulteriore seduta e senza attardarsi: "Sarebbe meglio, soprattutto in una fase commissariale, se mettessimo in campo una tempistica concreta". Hanno partecipato all'audizione i consiglieri Francesco Pasquali (Fli), Andrea Bernaudo (Lista Polverini), Lidia Nobili (Pdl), Giuseppe Parroncini (Pd) e Claudio Bucci (Idv).
La situazione di grave disagio provocata dalle ordinanze di regolamentazione dell'uso dell'acqua è stata stimata, a dicembre, dal presidente del consiglio dei ministri come in grado di colpire 150 mila persone. L'emissione di ordinanze di non potabilità, nell'ordinanza di affidamento di incarico commissariale alla Polverini, è considerata come in grado di determinare uno stato di criticità idrico-potabile per l'80% della popolazione della provincia di Viterbo e per una parte di quella della provincia di Latina e di Roma.
Il presidente pontino Armando Cusani - nel sottolineare che solo un quartiere di Cisterna ha un valore sopra i 20 microgrammi/litro - ha comunicato stamattina essere stati posti in campo interventi infrastrutturali per l'Ato 4 con risorse proprie e senza che ciò possa poi comporare aumenti sulle bollette. All'emergenza si è fatto fronte con la distribuzione di acqua con autobotti o bottiglie nelle scuole. In provincia di Roma, interessati 65 mila cittadini, è stato riferito che nell'Ato 2 c'è un programma di interventi destinato a concludersi nei primi mesi del 2012, mentre l'arsenico è segnalato in 11 comuni con valori tra i 10 e i 20 microgrammi. Diversa la situazione di Viterbo. Il presidente della Provincia Meroi ha riferito che il problema riguarda 12 comuni con parametri sopra i 20 microgrammi e 26 tra 10 e 20, il resto sono sotto soglia. Per affrontare l'emergenza stanno per essere installate grazie ad un accordo con ditte specializzate delle fontane di acqua depurata. Per gli interventi infrastrutturali invece è stata sottolineata la necessità di finanziamenti ad oggi assenti nelle casse delle amministrazioni.
a cura di www.regione.lazio.it
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