Manifesto Imprese: Riforma previdenziale e fiscale, privatizzazioni, liberalizzazioni e infrastrutture

Confindustria, Abi, Rete imprese, Alleanza Cooperative ed Ania hanno presentato il Progetto delle Imprese per l'Italia, elaborato per lanciare una proposta c...

03/10/2011
Confindustria, Abi, Rete imprese, Alleanza Cooperative ed Ania hanno presentato il Progetto delle Imprese per l'Italia, elaborato per lanciare una proposta che indichi a Governo, Parlamento, forze politiche di maggioranza e opposizione, parti sociali e a tutti gli italiani, pochi punti essenziali di forte discontinuità. "Subito le risposte oppure lasceremo i tavoli". Queste le prime parole del Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, illustrando il documento e precisando "Non ci sostituiamo alla politica ma diciamo che servono riforme urgenti coraggiose e profonde, il Paese ha bisogno di una politica economica diversa".

In particolare, il Progetto parte dal presupposto che in un momento di forte crisi economico-finanziario è fondamentale la coesione tra tutte le risorse e le intelligenze presenti nel Paese. Il documento rileva come da troppo tempo non vi sono segnali di crescite, con la conseguenza che le imprese perdono di competitività e i giovani vedono ridursi opportunità e speranze.

Il Progetto precisa che la proposta presentata tende a guardare avanti, nonostante tutto, con un'ottica di "sistema" e rileva 5 questioni fondamentali divenuti il manifesto del progetto:
  • riforma previdenziale;
  • riforma fiscale;
  • privatizzazioni;
  • liberalizzazioni;
  • infrastrutture.

In riferimento al primo punto, il Manifesto propone di:
  • elevare l'età pensionabile a 65 anni dal 2012 per le donne del settore privato;
  • anticipare al 2012 l'avvio del previsto meccanismo di aggancio automatico dell'età pensionabile all'aumento della speranza di vita;
  • portare a 62-68 anni la forcella di età di pensionamento flessibile prevista nel regime contributivo;
  • abolire l'attuale sistema delle pensioni di anzianità;
  • consentire il pensionamento anticipato rispetto all'età di vecchiaia (65 anni per tutti e gradualmente incrementata in base all'aumento della speranza di vita), ma solo con una correzione attuariale della prestazione commisurata agli anni di anticipo;
  • prevedere un regime transitorio per il calcolo della pensione ovvero della valorizzazione dei versamenti contributivi di coloro che matureranno il requisito dei 40 anni di anzianità contributiva entro i prossimi 4 anni;
  • non erogare la pensione prima dei 62 anni di età;
  • abrogare tutti i regimi speciali;
  • eliminare dall'1 gennaio 2012 tutti i regimi speciali previsti dall'INPS e dai diversi Enti previdenziali, eliminando, dunque, privilegi che non trovano alcuna giustificazione.

Per quanto concerne la riforma fiscale, ciò che è necessario fare subito:
  • recuperare competitività riducendo il costo del lavoro;
  • stimolare produttività, ricerca e innovazione;
  • rafforzamento patrimoniale e dimensionale delle imprese, internazionalizzazione;
  • certezza del diritto;
  • contrasto all'evasione e prelievo patrimoniale ordinario;
  • avviare la revisione dell'Irpef sui redditi più bassi.

In riferimento alle privatizzazioni, il Manifesto propone la dismissione degli immobili pubblici e la privatizzare delle partecipazioni societarie degli enti locali, in particolare:
  • cedere il patrimonio immobiliare di enti statali e locali;
  • dismettere le partecipazioni societarie degli enti locali nei servizi pubblici locali;
  • prevedere che gli enti locali possano utilizzare i proventi derivanti dalle dismissioni di immobili e partecipazioni al di fuori dei limiti del Patto di stabilità interno, per opere pubbliche, manutenzione straordinaria e ristrutturazione del patrimonio esistente, anche a fini di efficienza energetica;
  • prevedere che l'attività di dismissione sia svolta unicamente secondo le procedure dell'evidenza pubblica.

Sul capitolo liberalizzazioni e semplificazioni, gli industriali oltre a toccare temi che toccano i trasporti e servizi pubblici locali, le attività economiche di impresa, continuano in un'azione verso la riforma delle attività intellettuali, proponendo:
  • vietare la fissazione di tariffe (fisse o minime) e prevedere l'obbligo di presentare un preventivo scritto al cliente;
  • sottrarre i controlli sulla pubblicità agli ordini e affermare la competenza esclusiva dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;
  • prevedere espressamente la possibilità di costituire società di capitali, anche con soci di mero investimento, ferma restando la personalità della prestazione intellettuale;
  • attribuire al Governo una delega legislativa a riformare gli ordini professionali per:
    • ridurne il numero e rafforzarne i compiti di garanzia di qualità dell'offerta, evitando qualsiasi influenza sui comportamenti economici degli iscritti;
    • consentire limiti al numero di persone titolate a esercitare una professione solo per motivi di ordine pubblico, pubblica incolumità, sanità pubblica, pubblica sicurezza;
    • ridurre le riserve legali di attività, limitandole ai soli casi in cui siano strettamente necessarie per la tutela di interessi costituzionalmente garantiti.

In riferimento al capitolo infrastrutture, efficienza energetica, le cose da fare subito sono:
Investimenti pubblici e infrastrutture
  • Utilizzare la spending review per contenere la spesa corrente e tutelare la spesa per investimenti, garantendone la stabilità nel tempo.
  • Rivedere la normativa per eliminare le incertezze che generano contenzioso.
  • Riforma del titolo V della Costituzione per chiarire le competenze in materia di infrastrutture di interesse nazionale.
  • Incentivare il coinvolgimento della finanza privata: sviluppo dei Project Bond e attivazione di un più efficace sistema di garanzie (pubbliche e private).
  • Effettuare una ricognizione delle opere in itinere e individuare precise responsabilità e poteri sostitutivi per la buona riuscita delle stesse.
  • Concentrare le risorse sulle grandi priorità infrastrutturali, d'interesse europeo e nazionale, e su pacchetti di piccole opere, riprogrammando le risorse disponibili, in particolare quelle nel Mezzogiorno finanziate da Fondi strutturali e FAS.
Efficienza energetica
  • Prorogare l'attuale livello di incentivazione fiscale strutturalmente fino al 2020.
  • Introdurre una normativa orientata a promuovere l'uso di standard tecnologici più efficienti in tutti i nuovi investimenti nel settore residenziale, terziario industriale e dei trasporti.
  • Promuovere con campagne informative diffuse comportamenti di consumo energetico responsabile.

Il Manifesto proposto è stato accolto positivamente dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che con il suo Presidente, Leopoldo Freyrie ha affermato "Accogliamo con soddisfazione il Progetto delle Imprese per l'Italia sottoscritto e presentato da ABI, ANIA, Alleanza delle Cooperative italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia. Il Manifesto, infatti, condivide l'idea che il sistema delle professioni intellettuali sia fondamentale per lo sviluppo del Paese e debba essere promosso e tutelato nella sua specificità, dimostrando come il sistema produttivo ed economico italiano, con un cambiamento di rotta, abbia rinunciato alle posizioni ideologiche ed aprioristiche manifestate nei mesi scorsi".

Il presidente Freyrie, nonostante recentemente abbia invitato Confindustria a concentrarsi sulle aziende, evitando di occuparsi delle professioni intellettuali, non è voluto intervenire in merito alla riforma delle attività intellettuali proposta e ha affermato "Al di là della non condivisione di alcuni singoli elementi di riforma che sono enunciati nel documento, apprezziamo nel suo complesso il ragionamento che sottende l'impianto generale del tasto e siamo, sin da subito, disponibili ad un confronto franco e costruttivo che conduca all'unico risultato utile per l'Italia: fare sistema, condividere progetti ed assumerci la responsabilità per uno sviluppo sostenibile".

"Solo così - ha concluso il presidente degli architetti italiani - potremo indurre la classe politica a recuperare il senso della realtà ed a valorizzare il patrimonio di idee, competenze e di investimenti che ha fatto dell'Italia un grande Paese e che ora può riscattarlo dalla difficile situazione nella quale si trova".

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