Manovra: aniem, per pmi edili aggravato problema ritardi pagamenti

Aniem, l'Associazione delle pmi edili della Confapi, critica la manovra approvata dal Governo poiché toglie risorse agli enti locali, già esasperate dal patt...

09/09/2011
Aniem, l'Associazione delle pmi edili della Confapi, critica la manovra approvata dal Governo poiché toglie risorse agli enti locali, già esasperate dal patto di stabilità, e non introduce (al massimo rinvia) riforme strutturali ritenute necessarie a sostegno del settore delle costruzioni.
Secondo il Presidente Dino Piacentini "Non possiamo essere soddisfatti anche per la modalità con la quale il Governo ha gestito l'annoso tema dei ritardati pagamenti eliminando un emendamento (che aveva approvato la Commissione Bilancio del Senato) che consentiva alle pmi che vantano crediti nei confronti dello Stato la loro cessione alle banche per ottenere liquidità immediata" (gli istituti di credito avrebbero poi certificato il passivo allo Stato). E conclude: "Questo non può che allarmarci ulteriormente".

L'articolo 1-bis alla manovra finanziaria avrebbe infatti obbligato le Pubbliche Amministrazioni a certificare i propri debiti nei confronti delle imprese, così da consentire loro di riscuoterne pari importo presso istituti bancari.
Secondo Piacentini: "I tempi di pagamento sono sempre più insostenibili e sempre più aziende sono a rischio chiusura, in attesa di fatture alla pubblica amministrazione ferme anche da 8 mesi. Ora la situazione non può che peggiorare. Come possono fare le pmi dell'edilizia, strozzate da questi tempi sempre più inaccettabili, che per di più rendono ancora più favorevoli le infiltrazioni malavitose?”

L'Associazione continua ad auspicare una riforma complessiva della Pubblica Amministrazione: "In linea di principio siamo d'accordo sull'accorpamento dei piccoli comuni e sull'abolizione delle province, ma occorre capire bene cosa ne sarà delle competenze significative oggi attribuite all'ente provincia", commenta il Presidente di Aniem.
Secondo l'Associazione, che tutela circa 8.000 imprese in tutta Italia, la crisi economica poteva essere un'occasione per introdurre riforme a costo zero in grado di favorire un rilancio competitivo dell'intero settore: reti di imprese, sistema di qualificazione, costo del lavoro, bilateralità.

Fonte: Ufficio stampa ANIEM
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