Milleproroghe e Partite IVA: torna il vecchio regime dei minimi

Regime dei minimi: si ritorna al vecchio. E' in corso presso la Camera dei Deputati la discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 d...

18/02/2015
Regime dei minimi: si ritorna al vecchio. E' in corso presso la Camera dei Deputati la discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative che, tra le altre cose, conferma le indiscrezioni che volevano il ritorno al vecchio regime dei minimi istituito dall'ultima legge di Stabilità (Legge 23 dicembre 2014, n. 90 - art. 1, commi 64-90).

Per annullare quello che dallo stesso Premier Matteo Renzi "l'autogol più clamoroso" del Governo, il Milleproroghe non solo ha riabilitato i vecchi minimi previsti dal D.L. n. 98/2011 ma anche quelli in vigore con la Legge n. 244/2007. Entrando nel dettaglio, è stato inserito nel milleproroghe il comma 12-undecies il quale, in deroga a quanto previsto dalla legge di stabilità per il 2015, consente ai soggetti in possesso dei requisiti di avvalersi per l'anno 2015 dei previgenti regimi agevolati per i contribuenti "minimi". Si tratta dei seguenti regimi agevolati:
  • del regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, che prevede un limite dei ricavi di 30 mila euro e l'aliquota sostitutiva del 5 per cento; tale regime interessa coloro che intraprendono una nuova attività ovvero che l'abbiano iniziata a partire dal 31 dicembre 2007, per il periodo d'imposta in cui l'attività è iniziata e per i quattro successivi ovvero fino al compimento del trentacinquesimo anno d'età (articolo 27 del D.L. n. 98 del 2011). In particolare sono richiesti i seguenti requisiti:
    • il contribuente non deve aver esercitato attività artistica, professionale ovvero d'impresa (anche in forma associata o familiare) nei tre anni precedenti l'inizio dell'attività;
    • l'attività da esercitare non deve costituire una mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, salvo il caso in cui l'attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria per l'esercizio di arti o professioni;
    • nel caso di prosecuzione di un'attività d'impresa precedentemente svolta da altro soggetto, l'ammontare dei ricavi realizzati nel periodo d'imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio non deve aver superato i 30.000 euro.
  • previgente regime dei minimi che prevede un limite dei ricavi di 30 mila euro e l'aliquota sostitutiva del 20 per cento (articolo 1, commi da 96 a 115 e comma 117 della legge n. 244 del 2007). Rientrano nel regime dei "minimi" le imprese individuali e i professionisti che nell'anno precedente:
    • hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a 30mila euro;
    • non hanno avuto lavoratori dipendenti o collaboratori (anche a progetto);
    • non hanno effettuato cessioni all'esportazione;
    • non hanno erogato utili da partecipazione agli associati con apporto di solo lavoro;
    • nel triennio precedente non hanno effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a 15mila euro (per quelli utilizzati soltanto in parte nell'ambito dell'attività di impresa o di lavoro autonomo si considera un valore pari al 50% dei relativi corrispettivi);
    • iniziano l'attività e presumono di possedere i primi due requisiti sopra descritti.

Novità anche sui contributi INPS. Il Milleproroghe mette in freddo una norma risalente al Governo Monti che disponeva fino al 2018 un aumento dell'aliquota contributiva dal 27 al 33%, con un gradino al 29% già dal 2015. L'emendamento approvato prevede un periodo di stallo al 27% per il 2014 e il 2015, poi una crescita al 28% nel 2016 e al 29% nel 2017.

Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C.
"Bene la proroga, per il 2015, del vecchio regime dei minimi per le partite iva che blocca l'aumento dell'aliquota contributiva e che realizza una inversione di marcia rispetto alla Legge di Stabilità".

Questo il commento del CNAPPC che ha continuato rilevando come "Il provvedimento ha potuto essere approvato anche grazie all'attenzione e all'impegno posti dal Sottosegretario all'Economia, Paola De Micheli, che ha mostrato grande sensibilità nel comprendere la drammaticità della situazione in cui si trovano i professionisti italiani ed in particolare gli architetti".

"I progettisti italiani - sottolinea il CNAPPC - sono letteralmente stremati dalla crisi; hanno redditi medi da incapienti; fatturati crollati; non dispongono di alcuna garanzia "sindacale", né beneficiano di cassa integrazione o bonus statali; hanno invece debiti con le banche, devono attendere in media 218 giorni per ottenere un pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, 172 da parte delle imprese, 98 dai privati".

"Ci auguriamo - conclude la nota del Consiglio Nazionale - che questa misura sia solo la prima di una serie di interventi che possano finalmente dare ossigeno ad un comparto, come quello delle libere professioni, che ancora troppi si ostinano a non ritenere decisivo per il rilancio del Paese".

Il commento di ACTA - L'associazione dei freelance
"Anche su questo fronte il Governo ha fatto marcia indietro, per rimediare ai danni della legge di stabilità. Così accanto al nuovo regime dei minimi (2015), che si rivolge a tutti ma solo sino a un massimo di 15.000 euro di fatturato, viene riattivato, ma solo sino alla fine del 2015, anche quello vecchio, introdotto nel 2011, che come limite ha invece i 30.000 euro di fatturato, ma è utilizzabile (come nel passato) solo da chi ha avviato l'attività per i primi 5 anni di attività o sino all'età di 35 anni".

ACTA ha rilevato il fatto che coesisteranno 3 regimi dei minimi:
  1. regime 2015: rivolto a tutti sino a un fatturato massimo di 15.000 euro; costi stimati al 22%, aliquota del 15%;
  2. regime 2011: per chi ha avviato l'attività per i primi 5 anni di attività o sino all'età di 35 anni, limite di fatturato 30.000 euro e aliquota del 5%;
  3. regime 2007: per tutti sino a 30.000 euro di fatturato, con aliquota del 20%.
    A cura di Gianluca Oreto -
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