Palermo: Rilievo, Analisi, Progetto per la riqualificazione della candidata a Capitale italiana della cultura 2018

Sentiamo l'esigenza di scrivere questa riflessione intorno al futuro del mercato storico della Vucciria, perché esso non appartiene solo a noi cittadini pale...

di Danilo Maniscalco - 04/08/2016

Sentiamo l'esigenza di scrivere questa riflessione intorno al futuro del mercato storico della Vucciria, perché esso non appartiene solo a noi cittadini palermitani, ma, grazie anche al prezioso contributo del maestro Renato Guttuso, all'intero Paese e a quel mondo di turisti che proprio qui, al mercato dei profumi e dei colori, fanno tappa obbligata prima ancora di ammirare l’Annunziata di Antonello e la Cappella Palatina dei re normanni.

Ne sentiamo l’esigenza anche perché da poche ore è stato approvato l'ennesimo bando, ”liquido” lo definirebbe il sociologo Zygmunt  Baumann, da parte di un comune che non riesce a gestire il problema del centro storico, del suo degrado, dei continui crolli spontanei, della riqualificazione urbana e ambientale, forse perché oggettivamente privo di una vision all'altezza della quinta città d'Italia, in cui, lo ripetiamo all'infinito, hanno lasciato tracce personaggi e intellettuali del calibro di Antonello Da Messina, Caravaggio, Anton Van Dyck, Renato Guttuso, Alfonso Amorelli, Federico II, Giuseppe Samonà, Carlo Scarpa, Mario Rutelli, Ernesto e Giovan Battista Basile, Giuseppe Damiani Almejda, Pier Luigi Nervi.

Ma la nostra non vuole essere una critica gratuita e sterile, in primo luogo perché siamo dei tecnici, in secondo perché ne va del futuro della nostra città tutto porto e allora proviamo a dire cosa farebbe una amministrazione concreta e virtuosa.

è necessario partire dal presupposto che il degrado non si fermi da solo e che porti altro degrado.

Allora serve una visione cultuale decisa, che ponga le basi e sia la sostanza per eliminare il degrado imperante.

Il bando, il settimo per il centro storico, approvato ieri in consiglio comunale, non risolverà i problemi dei prossimi crolli, come annunciato negli slogan (elettorali) che accompagnano la notizia, attesa dal 2011, non li risolverà così come un’insufficienza renale non può essere curata con una tachipirina.

Lo dichiariamo da tecnici: serve una legge speciale per il riconoscimento, la salvaguardia, la riqualificazione e dunque la trasmissione ai nostri figli del mercato della Vucciria, tale da potere essere usata per analogia in tutti questi sistemi urbani degradati, una legge speciale come quella che negli anni ottanta ha salvato i Sassi di Matera.

Una legge speciale, nazionale, di cui si faccia promotrice la prossima amministrazione comunale, non per aver un privilegio ma per il bisogno di salvare il mercato di Guttuso prima che si polverizzi sotto le macerie, così come avvenuto nel 2014 a piazza Garraffello.

Senza una legge speciale, analoga a quella che salvò l'Itmo di Ortigia, riconvertendolo in chiave turistica, dei mercati storici della Vucciria, di Ballarò, del Capo, dei Lattarini, non rimarranno che tracce di un passato glorioso e di un presente inadeguato.

Un processo scientifico diverso da un rilievo esteso e puntuale di piante ed alzati, quadri fessurativi e patologie di apparecchi e superfici murarie, seguito da una analisi attenta ed approfondita delle modalità di intervento da adottare, finalizzate ad un esteso e puntuale progetto di riqualificazione architettonica, che sia guidato da un chiaro e determinato indirizzo strategico di destinazione d'uso degli spazi interni ed esterni, pubblici e privati e che non affondi le radici nella riconversione turistico-ricettiva degli interi ambiti, sarà un mediocre palliativo, una vergogna della governance, l'abiura alla vita culturale della polis, la riprova delle inefficienze pianificatrici e direzionali di chi continua a nascondere la mediocrità dietro il Gattopardo perché, in fondo, va bene così.

La bellezza salverà il mondo, ha scritto qualcuno. Ma chi salverà la bellezza, ha recentemente domandato Tony Servillo?

Quella bellezza di colori e sapori che si estingue perché tutto si degrada, quella bellezza di ombre e luci che si disperde perché impera l'abbandono dei luoghi dimenticati dallo Stato, che preferisce non entrare la sera, quella bellezza che è l'essenza dello spirito di comunità e che si palesa solo quando riconosciamo un luogo perché ci identifica come prezioso localismo agli occhi del mondo.

Mondo che si riversa nelle nostre strade e piazze piene di munnizza. La munnizza  è simbolo di un degrado che, ancor prima che esser fisico, è politico e morale.

Rilievo, Analisi, Progetto.

Questa, è la misura della visione che serve per il prossimo "bando".
Questa la visione capace di salvare la nostra bellezza, quella grande, quella portatrice di futuro. Questa è l'unica!
Abbiatene coscienza insieme a noi tecnici perché solo divenendo massa critica, saremo all'altezza della nostra bellissima Panormus.

A cura di Arch. Giulia Argiroffi
Ach. Danilo Maniscalco

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