Piano Nazionale sul Dissesto Idrogeologico: siamo alla svolta?

Proprio ieri il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti aveva dichiarato che l'Italia non varerà mai più condoni edilizi definendoli un "tentato omicidio a...

12/11/2014
Proprio ieri il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti aveva dichiarato che l'Italia non varerà mai più condoni edilizi definendoli un "tentato omicidio alla tutela del territorio", proprio mentre il Paese viene sconvolto dall'ennesima tragedia legata all'ormai noto problema idrogeologico di cui il territorio è malato.

Nonostante la fragilità del territorio italiano sia ormai nota a tutti, quasi ciclicamente, le due parole condono edilizio si ripropongono nella bocca di questo o quel politico. Sentire parlare il Ministro Galletti in questi termini è senz'altro positivo, ma non ci scongiura da eventuali altri Ministri che arriveranno domani proponendo nuove faraoniche opere di risanamento dei bilanci pubblici.

In Italia, sono ben 6.633 i comuni che risiedono in aree a rischio idrogeologico che comportano ogni anno un bilancio pesantissimo. Si parla spesso di attivare piani e procedure, ma al momento cruciale di appaltare e portare i lavori, qualcosa si è sempre inceppato.

Qualcosa potrebbe però essere cambiato.
Per la prima volta, un Ministro, piuttosto che interpellare improbabili esperti, ha chiamato a raccolta il mondo delle professioni e in particolare quello che più di tutti potrebbe contribuire attivamente ad analisi e progetti per la riduzione del rischio idrogeologico. Sto parlando dei Geologi che negli ultimi anni sono stati guidati da un vero libero professionista che, conoscendone le criticità, ha contribuito a far crescere nel miglior modo la sua categoria: Gian Vito Graziano.

Il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Gian Vito Graziano, partecipando agli Stati Generali sul dissesto Idrogeologico organizzati da Italiasicura e tenutisi ieri a Roma ha affermato "Siamo dinanzi ad una svolta politica. Finalmente oltre agli investimenti economici si parla anche di investimenti culturali per la prevenzione".
Dunque, non solo agire sul territorio ma anche sulla testa di chi noncurante ha lasciato morire il proprio territorio. E qui mi riferisco, senza distinzione, ad amministratori locali e nazionali, ma anche a chi in spregio alle norme edilizie ha edificato senza alcun rispetto per il territorio, o a chi pur comprendendone le problematiche non ha mai denunciato il fatto.

"In queste ore abbiamo incontrato direttamente il Ministro dell'Ambiante Gian Luca Galletti - ha proseguito Graziano - che ha comunicato l'intenzione di rilanciare la legge sulla riduzione del consumo di suolo. Noi diciamo al Ministro che ci stiamo e siamo pronti a condividere questo percorso".
"Bisogna ridare dignità ai progetti e di conseguenza alla classe professionale. I progetti di messa in sicurezza e di mitigazione dei rischi - ha continuato il leader dei Geologi - devono essere coerenti con gli obiettivi da raggiungere, ma oggi ad esempio i progetti preliminari, che sono importantissimi nell'individuazione delle cause e delle soluzioni, vengono realizzati senza l'impiego di competenze specifiche compromettendo spesso l'efficacia dell'opera".

Per Graziano si potrebbe davvero dare vita ad una nuova era "anche nel rilancio economico dell'Italia. Noi geologi sono ben 20 anni che denunciamo quanto poi sta accadendo". L'intervendo del Presidente dei Geologi si è concluso ribadendo "l'importanza del controllo sul come vengono realizzate le opere, che rappresenta un aspetto non secondario. Nel nostro Paese bisogna ridurre il rischio idraulico e geomorfologico migliorare la qualità delle acque, rinatulizzare le sponde dei fiumi e curare la manutenzione del territorio. Quanto sta accadendo in queste ore in Italia dimostra che le cause del dissesto idrogeologico non risiedono soltanto nei cambiamenti climatici ma soprattutto nello stato di grave malattia in cui versa il territorio italiano, che in dispregio alla sua straordinaria bellezza, stiamo lasciando morire per incuria, senza neanche tentarne la cura".

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