Regione Sardegna, OICE: No a società in house per la progettazione ed esecuzione di opere pubbliche

“E’ folle che la Regione Sardegna costituisca una società in house per progettare e realizzare opere pubbliche regionali; un ennesimo carrozzone pubblico che...

07/03/2018

E’ folle che la Regione Sardegna costituisca una società in house per progettare e realizzare opere pubbliche regionali; un ennesimo carrozzone pubblico che ridurrà il mercato dei progettisti esterni e non garantirà qualità ed efficienza”.

Lo ha affermato il vice presidente OICE, Maurizio Boi, in riferimento alla Finanziaria per il 2015 della Regione Sardegna che all'art. 5, comma 1 ha previsto la presentazione di un disegno di legge per la costituzione di una società di capitali in house finalizzata a progettare, realizzare e gestire opere pubbliche di interesse strategico a livello regionale, che possa eliminare dalle opere pubbliche di competenza regionale gli "intermediari esterni" (i liberi professionisti).

Ricordiamo che sull'argomento l'OICE e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri si erano pesantemente battuti per far tramontare questa ipotesi (leggi articolo), ricevendo rassicurazioni (leggi articolo) che evidentemente sono rimaste solo parole.

Da qui la nuova critica del vice presidente OICE, Maurizio Boi: “E’ la terza volta che la Regione annuncia in un disegno una nuova internalizzazione delle attività tecniche. Nulla da eccepire dal punto di vista della legittimità anche se si dovrebbe provare che il ricorso alla costituzione di una società regionale effettivamente risulti più conveniente del ricorso al mercato e effettivamente realizzi una accelerazione degli investimenti pubblici. Non ne siamo affatto convinti ed è proprio sul punto dell’opportunità che tutto ciò è assurdo”.

Per Maurizio Boi “il rafforzamento della P.A. deve essere centrato sulle fasi di programmazione e controllo, mentre è antistorico, fonte di inefficienza e diseconomia rafforzare la progettazione creando una società ad hoc. In tutto il mondo le amministrazioni esternalizzano al massimo l’attività progettuale che oggi è sempre più tecnicamente sofisticata e richiede metodologie e processi altamente innovativi quali ad esempio il BIM. E’ folle pensare di creare un carrozzone pubblico, attrezzando e formando decine di tecnici interni alle amministrazioni, peraltro da tenere costantemente aggiornati, per fare quello che a costi più bassi e a qualità maggiore può essere fatto dai privati scelti con le dovute garanzie di trasparenza e qualità”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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