TAV: I Bandi vanno avanti ma con gli “avis de marché”

TAV Si, TAV No, TAV Ni. Matteo Salvini osserva che “nessuno vince o perde”, Luigi Di Maio rivendica, invece, un “grande successo”. E’ questo il seguito de...

11/03/2019

TAV Si, TAV No, TAV Ni. Matteo Salvini osserva che “nessuno vince o perde”, Luigi Di Maio rivendica, invece, un “grande successo”.

E’ questo il seguito della Telenovela sulla TAV successivamente alla lettera che il Presidente del Consiglio ha inviato venerdì 8 marzo alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino-Lione ed alla risposta che il successivo sabato 9 marzo la società Telt ha inviato al Premier Conte.

In verità a noi sembra che non ci sia stato alcun rinvio e che con quella che viene definita “clausola di dissolvenza” ci sarà un “esplicito riferimento alla facoltà per la Stazione Appaltante in qualunque momento di non dare seguito alla procedura senza che ciò generi oneri per la Stazione Appaltante stessa, né per gli Stati”.

Il Presidente Giuseppe Conte, facendo riferimento alla nuova analisi costi-benefici, in attuazione delle previsioni contenute nel “Contratto di Governo” che impegnano a “ridiscutere integralmente il progetto, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia” invita la Telt ad astenersi, con effetti immediati, da ogni ulteriore azione che possa produrre, a carico dello Stato italiano, vincoli giuridici. Nel dettaglio il Presidente Conte ha chiesto alla Telt di soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi possano formulare offerte per la realizzazione dell'opera, condizionando, per tale via, le libere, definitive determinazioni che il Governo italiano si riserva di assumere nel prossimo fururo.

Nella lettera è, poi, precisato che è necessario evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull'erario italiano ma, anche, adoperarsi per non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall'Unione europea. Tutte le prossime iniziative dovranno rispettare, pertanto, questa duplice esigenza, avendo cura che sia garantita la piena reversibilità di qualunque attività giuridica o scelta operativa posta in essere.

Il Presidente Conte ha, anche, chiarito che il Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a "ridiscutere integralmente" il progetto con l'intenzione di interloquire con la Francia e con l'Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici acquisite, senza che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati.

In pratica il Presidente del Consiglio dei Ministri con la lettera inviata alla Telt prende tempo e trova un sistema che consente al Governo di avere quel tempo necessario sia per cercare di rivedere il progetto che per superare le elezioni europee, mettendo in standby la gara fra Salvini e Di Maio a chi ha “la testa più dura”.

Non si tratta né di uno stop né di un rinvio ed, infatti, la società Telt nella lettera inviata il 9 marzo al Presidente Giuseppe Conte ed al Primo Ministro della Repubblica francese Edouard Philippe ma, anche, per conoscenza ai due ministri dei trasporti italiano e francese Danilo Toninelli e Elisabeth Borne, ha precisato che, “Preso atto delle posizioni dei due Governi Vi informiamo che, in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario, abbiamo previsto che il Consiglio di Amministrazione fissato per l’11 marzo 2019 autorizzi la Direzione a pubblicare gli “avis de marchés” (inviti a presentare candidatura) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la presentazione alla Commissione del finanziamento per l’anno 2019 (ASR 2019)”.

Nella nota, poi, la società Telt conferma che un ulteriore rinvio dei bandi avrebbe comportato il rischio di perdere 300 milioni di finanziamenti europei ma, anche, quanto già proposto nelle lettere inviate ai due Ministeri dei trasporti il 18 dicembre 2018 ed il 21 febbraio 2019 e come, anche, confermato da una lettera del 19 febbraio dell’agenzia INEA, incaricata della gestione dei fondi europei con riferimento a:

avvio della prima fase di candidatura (invito alle imprese a presentare candidature) sottoponendo la successiva fase di trasmissione dei capitolati per la presentazione delle offerte al preventivo avallo dei due Governi;

inserimento nei suddetti inviti dell’esplicito riferimento alla facoltà per la Stazione Appaltante in qualunque momento di non dare seguito alla procedura senza che ciò generi oneri per la Stazione Appaltante stessa, né per gli Stati.

Si tratta in pratica di quella che è definita “clausola di dissolvenza” prevista nel capitolo 5 del nuovo codice unico degli appalti francese.

L’avvio della prima fase di candidatura ovvero gli avvisi per la manifestazione di interesse, in francese “Avis de marché” sono differenti rispetto ai bandi di gara: si tratta di uninvito a presentare offerte per la realizzazione del tunnel di base, tre lotti da 2,3 miliardi per la realizzazione di 45 chilometri del versante francese della galleria.

Tra la pubblicazione degli avis de marché e quella dei bandi di gara dovrebbero passare sei mesi: verranno selezionati i migliori candidati per la fase della gara vera e propria e in quel momento scatterà l’obbligo finanziario. L’opera, quindi, non si blocca e le risorse pubbliche non sono vincolate perché negli inviti vi sarà “esplicito riferimento alla facoltà per la Stazione Appaltante in qualunque momento di non dare seguito alla procedura senza che ciò generi oneri per la Stazione Appaltante stessa né per gli Stati”. Poi deve arrivare la volontà politica, come diceva nella lettera Telt. Ovvero francesi e italiani si devono trovare un accordo in Parlamento per fermare l’opera.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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