Terremoto centro-Italia: il quadro interpretativo dell'INGV sulla sequenza sismica

A distanza di una settimana dall'inizio della sequenza sismica che ha colpito il centro Italia, l'analisi dei dati sismologici, geologici, geodetici, raccolt...

01/09/2016

A distanza di una settimana dall'inizio della sequenza sismica che ha colpito il centro Italia, l'analisi dei dati sismologici, geologici, geodetici, raccolti dalle reti di monitoraggio e dalle squadre di ricercatori e tecnici sul terreno ha permesso all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di ricostruire un primo quadro di dettaglio di quanto è accaduto.

Dal Rapporto si evince che la prima scossa di ML 6.0 (Mw 6.0) è stata registrata il 24 agosto alle ore 03:36 su una vasta porzione dell’Appennino centrale tra i comuni di Norcia e Amatrice. L’epicentro è stato localizzato in prossimità del comune di Accumoli e l’area epicentrale si estende al confine tra le regioni Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. Secondo il più recente catalogo sismico CPTI15, aggiornato al 2015, il più antico tra i terremoti locali oggi noti avvenne nel 1627 (Accumoli, Io 7-8 MCS, Mw 5.3); di esso si hanno scarse notizie sul danneggiamento di pochi edifici importanti di Accumoli (Monachesi e Castelli, 1992). Il terremoto locale più forte oggi noto avvenne nel 1639 (Amatrice, Io 9-10 MCS, Mw 6.2) e devastò il centro urbano di Amatrice e le località circostanti con caratteristiche che ricordano in maniera impressionante il quadro di elevata distruttività osservato in seguito all’evento attuale. Il terremoto del 1639 fu seguito pochi anni dopo da due eventi di energia più bassa, avvenuti nel 1646 (Monti della Laga, Io 9 MCS, Mw 5.9) e nel 1672 (Amatrice, Io 7-8 MCS, Mw 5.3). Le località interessate dalla sequenza sismica in corso subirono gli effetti dei fortissimi terremoti del 1703 (Valnerina); le testimonianze disponibili sono però estremamente generiche (danni gravissimi e vittime).

INGV

In allegato il rapporto completo.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
© immagine di copertina a cura di Ingegneria delle Strutture – Andrea Barocci

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