Ultime notizie COVID-19: le nuove regole per spettacoli, teatri, cinema e sale da ballo

Il DPCM 13 ottobre 2020 ha introdotto nuove regole per contenere il diffondersi del coronavirus, ecco quelle per spettacoli, teatri, cinema e sale da ballo

di Redazione tecnica - 17/10/2020

Spettacoli, teatri, cinema, sale da ballo. Si parla anche di questi argomenti nel nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 ottobre 2020 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 253 del 13 ottobre 2020 per tentare di contrastare l'emergenza sanitaria causata dal Covid-19. Il premier Giuseppe Conte, insieme alla sua squadra di governo, ha ideato un lungo documento con alcune regole da seguire per tentare di arginare la diffusione del virus. Dopo la questione dei locali per la vendita di cibo e bevande e quello relativo agli sport, differenziando tra professionisti e amatori, affrontiamo la questione legata ad un altro settore: quello degli spettacoli, molto coinvolto nel decreto del 13 ottobre.

Spettacoli, sì o no? E quanti spettatori?

Sì agli spettacoli, secondo il decreto del presidente del consiglio dei ministri pubblicato lo scorso 13 ottobre purché l'ingresso delle persone avvenga solo con prenotazione del posto a sedere. Gli spettacoli potranno svolgersi all'interno di sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche "e in altri spazi anche all’aperto - si legge nel decreto - a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi". Per quanto riguarda il numero delle persone che potranno accedere, come avevamo raccontato parlando degli spettacoli sportivi, saranno mille spettatori per gli spettacoli all'aperto e 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. "Le attività - prosegue il decreto - devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali".

Vietati assembramenti nei luoghi chiusi

Il Decreto del presidente del consiglio dei ministri pubblicato lo scorso 13 ottobre parla chiaro: sono sospesi (e quindi vietati per il momento) "gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile assicurare il rispetto delle distanze interpersonali". Anche nel caso specifico, Regioni e Province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, "possono stabilire, d’intesa con il Ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi".

Sale da ballo, discoteche, feste e matrimoni

Tornano a chiudere discoteche e sale da ballo. Troppo elevato, secondo il Governo, il rischio di contagio. E quindi sospese tutte le attività "che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso". Vietate anche le feste, sia nei luoghi al chiuso che all’aperto. Per quanto riguarda i matrimoni, le feste conseguenti sia ad una cerimonia civile che religiosa, "sono consentite con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti". Il nuovo Decreto del presidente del consiglio dei ministri introduce anche una regola, che però definisce "forte raccomandazione" sulla possibilità di invitare persone non conviventi nella propria abitazione. "Evitare feste - si legge nel Dpcm del 13 ottobre - nonché evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei". Sì a manifestazioni fieristiche e congressi, "previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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