Una nuova ripresa è possibile? Si, grazie alla digitalizzazione degli appalti

La digitalizzazione degli appalti come soluzione per la ripresa post COVID-19

di Redazione tecnica - 09/06/2020

Sostenibilità, trasparenza, pari opportunità per i fornitori, difesa dalle infiltrazioni mafiose: sono questi gli importanti vantaggi della digitalizzazione degli appalti, principi validi per tutti i soggetti economici, ma che assumono ulteriore rilevanza per quelli pubblici. Nonostante le difficoltà, sembra emergere in modo sempre più marcato la maggiore consapevolezza della necessità di attuare - finalmente - strategie di semplificazione, ottimizzazione e modernizzazione del sistema degli appalti.

Codice dei contratti: le regole per il Vaticano

È notizia di pochi giorni fa l’approvazione da parte del Pontefice di un nuovo Codice per i contratti e gli appalti, un testo di lavoro condiviso tra diversi enti vaticani e che servirà come riferimento unico per tutte le realtà di Città del Vaticano, introducendo il principio di concorrenza. “Al fine di consentire una più efficace gestione delle risorse - ha dichiarato Papa Francesco - ho ritenuto di approvare un insieme di norme volte a favorire la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici stipulati per conto della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.

Codice dei contratti: le proposte dell'ANAC

Anche l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è intervenuta sul tema pubblicando un paper lo scorso 27 maggio intitolato “Strategie e azioni per l’effettiva semplificazione e trasparenza nei contratti pubblici attraverso la completa digitalizzazione: le proposte dell’Autorità” che ha l’obiettivo di promuovere l’innovazione e l’efficienza nella gestione dei processi di acquisto pubblici. Tra le fonti citate nel documento anche la recente ricerca sviluppata da Promo PA Fondazione con JAGGAER che evidenzia la difficoltà di molte stazioni appaltanti a svolgere analisi di mercato e valutare l’affidabilità dei provider nell’acquistare soluzioni di eProcurement.

La nostra ricerca - ha commentato Annalisa Giachi, Responsabile Ricerche di Promo PA Fondazione - ha evidenziato come le nostre amministrazioni pubbliche, pur dinanzi a fabbisogni simili, producano capitolati molto diversi, con perimetri funzionali e tecnologici differenziati, e la difficoltà delle amministrazioni, soprattutto le più piccole, a svolgere analisi di mercato preliminari all’avvio della procedura, per confrontare prezzi e soluzioni”.

I ritardi in Italia - continua la Responsabile Ricerche di Promo PA Fondazione Annalisa Giachi - rimangono in larga parte dovuti al grande tema della razionalizzazione e del coordinamento degli acquisti ma il processo digitale oggi è davvero prioritario. Tra le cose a cui guardare con attenzione in questo prossimo futuro, c’è sicuramente l’attuazione di strategie coordinate di organizzazione degli acquisti a livello territoriale secondo logiche funzionali, settoriali o per competenza”.

Nel dibattito pubblico è intervenuta anche Bankitalia, che la scorsa settimana ha emanato un testo, proponendo due differenti interventi normativi: trasformare «la disponibilità di tecnologie telematiche nella gestione di procedure di gara» prevista oggi dall’art. 38 del codice appalti come «requisito premiante per le stazioni appaltanti» in «requisito di base per la qualificazione», quindi obbligatorio, e affidare all’Anac la Banca dati degli operatori economici, in luogo del Ministero delle Infrastrutture, per una migliore integrazione dei dati e monitoraggi.

“Sia nelle situazioni ordinarie, sia in quelle di ripartenza post-crisi come quella che stiamo vivendo - conclude Mario Messuri, General Manager di JAGGAER Italia e VP South Europe - il servizio pubblico non può permettersi interruzioni di servizio o ritardi. In questi 20 anni di e-Procurement Pubblico e Privato, si è capito che la digitalizzazione del processo di acquisto è un valore indiscutibile per assicurare velocità, trasparenza, valorizzazione del patrimonio informativo, governance a tutto tondo. Ma l’Italia ha ancora un profondo ritardo, pur avendo la disponibilità delle piattaforme da almeno quasi un ventennio. Sul fronte della digitalizzazione sono personalmente confidente nel futuro, alla luce delle dichiarazioni sempre più autorevoli e forti che si sono susseguite spingendo in quella direzione”.

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