Appalti pubblici e cessione del credito: cosa fare se il pagamento non è ancora avvenuto

Si può utilizzare la cessione del credito se una SA non ha ancora corrisposto le somme dovute, maggiorate secondo le disposizioni del Decreto Aiuti? Ecco la risposta degli esperti

Nell’ambito di un contratto di appalto di lavori, l’Amministrazione ha riconosciuto le maggiorazioni previste dal decreto aiuti; tuttavia, non avendo fatto accesso ai fondi ministeriali, trattandosi di importi elevati, l’Amministrazione si è impegnata a corrispondere le somme entro la fine del 2023. Si può procedere con la cessione del credito nelle more dell’ottenimento del pagamento? Se sì, come si procede?

L'esperto risponde

La disciplina relativa alla cessione dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni è il risultato di numerose disposizioni normative che si sono succedute nel tempo; se trattasi di crediti derivanti da contratti di appalti pubblici, oltre alle previsioni del codice civile, trova applicazione l’art. 106, co. 13, del d.lgs. n. 50/2016 e s.m.i.

Genericamente, si prevede che le cessioni di crediti devono essere stipulate mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata e devono essere notificate alle amministrazioni debitrici; le cessioni sono opponibili alle stazioni appaltanti qualora queste non le rifiutino entro 45 giorni dalla notifica della cessione.

Si ritiene che, trattandosi di somme derivanti dal contratto d’appalto, se tali somme sono state quantificate e sia sorto in capo all’appaltatore il corrispondente diritto di credito, in relazione ad esse si ritiene che non sussistano motivi ostativi a procedere con la cessione, fermo restando il rispetto della normativa vigente.

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