Bonus facciate: maxi frode da 32 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 32 milioni di euro derivanti da ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato e indebite compensazioni di crediti fittizi

di Redazione tecnica - 26/07/2023

Con 40 nuovi indagati, tra cui un professionista, si amplia la maxi frode ai danni dello Stato nel settore dei “bonus edilizi” con un nuovo sequestro preventivo di crediti fiscali derivanti dal bonus facciate 90% per oltre 32 milioni di euro. È questo il nuovo bilancio della Guardia di Finanze nell'ambito delle operazioni di controllo dei bonus edilizi che già nella prima metà del 2023 avevano portato al sequestro preventivo di 90 milioni di euro.

Bonus facciate: nuova maxi frode

Come riporta un comunicato della Guardia di Finanza "I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo brianzolo, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di crediti fiscali per un valore di oltre 32 milioni euro, emesso dalla stessa Autorità Giudiziaria per le ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato e indebite compensazioni di crediti fittizi".

L'attività di indagine della Guardia di Finanza nasce a seguito delle anomalie riscontrate e agli alert di rischio emessi nei confronti di un commercialista legnanese, il quale avrebbe effettuato plurime operazioni di acquisto di crediti da un’amplia platea di persone fisiche (riguardanti interventi edilizi della tipologia “Bonus facciata 90%”), ponendo in essere subito dopo cessioni “a catena” dei medesimi crediti, per poi essere infine “monetizzati” presso un istituto finanziario.

Un sistema che non esiste più a partire dal 12 novembre 2021, data di entrata in vigore del Decreto-Legge 11 novembre 2021, n. 157 (Decreto anti-frode), poi abrogato e rimesso all'interno della Legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022).

A partire dal 12 novembre 2021 è stata sanatala situazione relativa ai bonus edilizi cosiddetti "minori" (come il bonus facciate) sui quali era consentita la cessione del credito senza alcun meccanismo di controllo. Con il Decreto anti-frode il legislatore ha, infatti, esteso gli stessi meccanismo di controllo esistenti nel superbonus (sul quale le frodi sono praticamente inesistenti) anche agli altri bonus edilizi indicati all'art. 121, comma 2 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

Non stupisce, dunque, che il lavoro investigativo della Guardia di Finanza riguardi il bonus facciate, ovvero la detrazione fiscale che più di tutte si prestava a meccanismi di tipo fraudolento.

Il comunicato della Guardia di Finanza

"Le ulteriori investigazioni, dirette dalla Procura della Repubblica di Monza - si legge in un comunicato della Guardia di Finanza - hanno consentito di individuare un cluster di anomalie a carico di soggetti tra loro collegati e di acquisire numerosi indizi su un vasto e ripetuto sistema fraudolento gestito da più persone fisiche, attraverso la costituzione di 70 soggetti economici tra ditte individuali e società (due con sede a Monza ed altre con domicilio fiscale in numerose provincie del territorio nazionale), volto alla creazione, circolazione di crediti d’imposta inesistenti e all’ottenimento di ingenti quantitativi di liquidità, utilizzando illecitamente l’istituto giuridico della cessione dei crediti fiscali tra il 2021 e il gennaio 2023".

L'intervento della Guardia di Finanza ha smascherato un sistema di "25 posizioni di persone fisiche (verosimilmente ignare dello schema criminoso), di cui quattro residenti tra Monza e Desio, che per prime avrebbero ceduto i crediti per l’esecuzione di presunti interventi edilizi, riscontrando una serie di elementi indiziari convergenti che hanno denotato la natura fittizia dei crediti, tra cui la mancanza dei c.d. bonifici “parlanti” o la duplicazione delle cessioni di credito a più soggetti per lo stesso importo, ma con codici tributo differenti".

"Avuto riguardo, invece, alle realtà economiche cedenti e cessionarie, tra cui quelle che avrebbero dovuto eseguire i lavori - continua la Guardia di Finanza - le stesse sono risultate di recente costituzione e senza una struttura operativa reale, con legali rappresentanti e amministratori gravati da precedenti penali e con oggetti sociali non compatibili con le attività da svolgere".

Dall'approfondimento è seguito il deferimento di 40 persone fisiche per i reati di truffa aggravata e indebite compensazioni, assicurando conseguentemente l’esecuzione del provvedimento cautelare urgente emesso dall’Autorità Giudiziaria di Monza, relativo al sequestro impeditivo finalizzato alla confisca di indebiti crediti d’imposta (giacenti nei cassetti fiscali degli operatori economici individuati) per oltre 32 milioni di euro.

"L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, sotto la direzione ed il coordinamento del Comando Provinciale di Monza - continua la Guardia di Finanza - costituisce un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario assicurato dal Corpo volto a garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate a sostegno delle famiglie ed imprese, anche attraverso l’individuazione delle frodi sulle cessioni di crediti d’imposta fittizi derivanti dai bonus in materia edilizia introdotti dal Legislatore negli ultimi anni per stimolare la crescita economica del Paese".

Concludendo "Per le condotte illecite al vaglio della competente A.G., sulla base del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna, a cui seguirebbe obbligatoriamente la confisca del profitto del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche".

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