Caro affitti: nuovo accordo territoriale sui canoni concordati

Accordo territoriale tra alcune associazioni per il mercato residenziale di Milano. Unioncasa chiede anche una revisione nel sistema degli affitti brevi

di Redazione tecnica - 16/06/2023

Nella “giungla” di prezzi al rialzo selvaggio che da qualche tempo si sta riscontrando sui canoni d'affitto in alcune città, con valori decisamente allarmanti a Milano, un’iniziativa volta quanto meno a placare questa tendenza, arriva dall’accordo territoriale tra alcune associazioni relativo proprio al mercato residenziale del capoluogo lombardo.

Canoni concordati a Milano: accordo tra le Associazioni di settore

Anche se l’obiettivo era di raggiungere un’intesa a livello Metropolitano e sull’hinterland, le Associazioni Assocasa, Confabitare, Feder.casa e Unioncasa hanno siglato un accordo che prevede 4 zone, 3 sub-fasce, elementi di valutazione ponderati e valori oscillanti tra i 5 ed i 37 euro/mq.

Se accordi simili in precedenza sono stati messi in discussione, le Associazioni ne sottolineano la piena legittimità e il valore legale, confermati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dalla Agenzia delle Entrate anche per altre realtà (es. Roma e Bergamo).

“Da oggi quindi i proprietari e gli inquilini della città di Milano hanno uno strumento che è dovere di tutte le parti in campo rendere visibile, anche attraverso quegli strumenti (Milano Abitare) finanziati con fondi pubblici e che fino ad oggi sono stati inspiegabilmente utilizzati come vetrina esclusiva a vantaggio di pochi privilegiati”, concludono le Associazioni.

La questione degli affitti brevi

Un'altra questione recentemente evidenziata da Unioncasa riguarda le locazioni brevi, auspicando una riforma che prenda in considerazione il panorama delgli affitti nella sua globalità, considerando le interferenze tra locazioni ad uso abitativo e affitti brevi, e distinguendo tra grandi città e borghi di interesse storico.

Secondo Unioncasa, il tema degli affitti brevi va inquadrato in modo più ampio dal punto di vista settoriale (mercato delle locazioni in senso lato), oltre che contestualizzato in base all’area geografica ed alla tipologia di immobili (grandi città, mete turistiche, borghi di interesse storico-culturale).

Le soluzioni vanno quindi trovate cercando di coniugare le esigenze di tutti gli attori, in modo da non condizionare scelte che possano penalizzare gli operatori, i beneficiari ed il mercato nel suo insieme.

Affitti brevi: necessario distinguere tra grandi città e piccoli borghi

Basti pensare, sottolinea l'Associazione, agli effetti che le locazioni brevi hanno sul mercato immobiliare, con una prima, necessaria distinzione tra grandi città e borghi di interesse storico-culturale. Nel primo caso, si ritorna a Milano: qui si sta assistendo ad un’emorragia di immobili, impoverendo ulteriormente la già scarsa offerta di immobili residenziali, mentre positivo e di rilancio è sicuramente la messa a disposizione di unità immobiliari in borghi che meritano di essere riqualificati e “ripopolati”.

Tra le motivazioni per la scelta delle locazioni brevi, il fatto che i proprietari siano scoraggiati dal rischio di un perdurante blocco degli sfratti anche in caso di morosità, oltre al fatto di avere nell’immediato una remunerazione più elevata. Secondo Unioncasa sarebbe quindi ottimale, piuttosto che contrastare tale legittima pratica, incentivare la locazione abitativa con una più decisa detassazione.

Dall’altra parte, c’è chi osteggia la locazione breve: frequenti i contrasti nei condomini tra chi vive stabilmente e vede come una minaccia alla propria sicurezza o decoro, e chi è solo di passaggio e magari non ha la stessa cura del bene comune. In questo caso è auspicabile rivedere il Regolamento condominiale per regolamentare od escludere la possibilità di affitti brevi.

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