Caro materiali: ok a verifiche semplificate, purché si proceda

Il parere di ANCE sull'art. 11 del DL PA-bis, che semplifica le verifiche sulle istanze presentate per le opere ordinarie previste dal DL Aiuti

di Redazione tecnica - 07/07/2023

È positivo il parere dell’ANCE in relazione alla norma sullo sblocco delle istanze di compensazione dei prezzi, prevista dall'art. 11 del D.L. n. 75/2023 (c.d. “Decreto PA-bis"), purché si ottengano realmente una velocizzazione delle procedure e il pagamento delle somme dovute.

Caro materiali e sblocco istanze procedure ordinarie: il parere di ANCE

Una valutazione che l’Associazione ha espresso nel corso dell’audizione svolta presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera nell’ambito dei lavori per la conversione in legge del Decreto, recante “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l’anno 2025”.

Nonostante le premesse su cui si fonda l’art. 11, che interviene sulle procedure di riconoscimento, da parte del MIT, dei contributi previsti dal D.L. n. 50/2022 (c.d. “Decreto Aiuti”) alle amministrazioni pubbliche che li hanno richiesti, ANCE ha sottolineato come si registrano ancora pesanti ritardi nell’erogazione dei compensi revisionali, con particolare riferimento a quelli per i quali le stazioni appaltanti hanno dovuto fare ricorso ai fondi ministeriali di cui al comma 4, lettera b) dell’art. 26 del DL Aiuti (opere ordinarie).

ANCE: velocizzare le procedure di assegnazione di fondi per le opere ordinarie

La norma appare pertanto positiva, ma solo se consentirà di accelerare concretamente tali procedure. Il grado di velocizzazione, infatti, sottolinea l'Associazione, dipenderà dalle modalità e soprattutto dall’approccio con cui le strutture ministeriali preposte vorranno attuarla.

Sostanzialmente si auspica che vi sia una reale volontà di “abbattere” i ritardi finora occorsi, che hanno finora fortemente danneggiato le imprese appaltatrici, destinatarie finali degli aiuti, con l’obiettivo di riallineare tali procedimenti alle tempistiche e alle modalità di controllo seguite per le opere finanziate con i fondi di cui alla lettera a) (opere PNRR e/o con risorse comunitari), che risultano integralmente pagati sia per quanto riguarda il 2022, sia per il 2023.

Il problema dell'IVA

In questo modo si supererebbe una criticità importante che ha compromesso, e spesso bloccato, l’erogazione delle compensazioni, a danno delle imprese coinvolte nell’esecuzione dei lavori pubblici, ovvero la natura giuridica di tali importi quali integrazione dei corrispettivi contrattuali e come tali da assoggettare ad IVA.

Spiega ANCE che molti Enti committenti hanno erroneamente avanzato richiesta al Fondo istituito presso il MIT per il solo maggior importo da riconoscere alle imprese a titolo di compensazione e non anche per l’ammontare dell’IVA ad esso applicabile, riducendo poi l’importo effettivamente erogato alle imprese, in modo da coprire la cifra corrispondente all'imposta che le stesse Stazioni appaltanti sono tenute a versare direttamente all’Erario, in virtù dello split payment.

Proprio per risolvere questa problematica ed assicurare alle imprese l’effettivo ristoro, ha concluso l'Associazione, è necessario garantire l’accesso al Fondo da parte delle Stazioni appaltanti che non hanno avanzato richiesta anche dell’importo dovuto sulle compensazioni a titolo di IVA.

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