Caro prezzi e sospensione lavori: il nuovo modello ANCE per le istanze

Introdotta la formula di possibile risoluzione del contratto per impossibilità nella prosecuzione dei lavori

di Redazione tecnica - 06/04/2022

A poche settimane dalla pubblicazione del modello per le istanze da presentare alle stazioni appaltanti per richiedere la revisione dei contratti in corso, ANCE ha rilasciato un nuovo schema, con un’importante novità per le imprese.

Istanze di revisione contratti per caro prezzi: il nuovo modello ANCE 

Non solo la sospensione dei lavori, oggi si parla addirittura di possibile risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta: si tratta di un’alternativa che va ad affiancare quelle già presenti nel modello precedente, e che chiarisce definitivamente l’impossibilità a proseguire i lavori in assenza di soluzioni negoziali da parte delle Stazioni Appaltanti.

Il documento, che le imprese possono adattare secondo le varie circostanze, ribadisce la sussistenza di forti criticità operative sul normale andamento delle attività di cantiere, a seguito dei numerosi eventi legati al contesto economico e geopolitico internazionale.

Le cause dell'aumento dei prezzi

In particolare, nelle premesse si evidenziano i fenomeni inflattivi e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, che stanno producendo straordinari incrementi dei prezzi di acquisto praticati dalle aziende fornitrici, nazionali ed estere. Il riferimento è all’eccezionale aumento, a partire dalla fine del 2020, dei prezzi dell’acciaio, del cemento, dei prodotti petroliferi, del rame, dei materiali plastici e dei loro derivati, con una vertiginosa impennata dei relativi costi che sta determinando un’alterazione dell’equilibrio contrattuale.

A ciò si sono aggiunti gli straordinari rincari dei costi dell’energia elettrica, del gas e del petrolio, ulteriormente aggravati dall’esplosione del conflitto russo-ucraino; il rallentamento delle attività dei principali centri di trasformazione siderurgici e degli impianti per la produzione di tutti i materiali utilizzabili in edilizia, con un micidiale effetto domino: meno produzione, meno importazioni, meno offerta e prezzi sempre più alti.

Le soluzioni negoziali

Il risultato? Fornitori e/o subappaltatori sono costretti a revocare gli impegni contrattuali precedentemente assunti, perché non più in grado di onorarli alle condizioni stabilite, se non aumentando enormemente i preventivi.

Per questo, con l’istanza vengono proposte diverse alternative alle stazioni appaltanti:

  • la concessione, di una congrua proroga dei termini contrattuali;
  • la sospensione totale delle lavorazioni a causa di una circostanza speciale tale da impedire la regolare prosecuzione dei lavori;
  • l’adozione, di una variante in corso d’opera che introduca una clausola di revisione prezzi tale da scongiurare carenze di effettività dell’offerta economica presentata in fase di gara;
  • il riconoscimento di un equo compenso volto a ristorare l’appaltatore delle gravi difficoltà di esecuzione;
  • l’adozione di misure volte alla riconduzione ad equità delle condizioni contrattuali, a fronte della situazione di eccessiva onerosità sopravvenuta.

Infine, nello schema viene appunto introdotta la riserva di risoluzione del contratto in assenza di soluzioni negoziali da parte della Stazione Appaltante.

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