Crediti fiscali: pagabili o non pagabili? Questo è il dilemma

Il futuro delle politiche della transizione energetica dipende anche da quanto verrà stabilito da Eurostat sulla classificazione dei crediti fiscali

di Redazione tecnica - 21/01/2023

Sta assumendo i contorni di una tragedia shakespeariana la questione della classificazione da parte di Eurostat dei crediti fiscali cedibili e sul loro potenziale impatto sul bilancio dello Stato.

Classificazione crediti fiscali: l'impatto sul bilancio di Stato

Qualunque scelta si faccia, essa avrà delle conseguenze importanti sul futuro delle politiche legate agli interventi di riqualificazione energetica. Ne ha parlato anche Virginio Trivella, Coordinatore del Comitato tecnico scientifico di Rete IRENE in un lungo post, con riflessioni che provano a fare delle ipotesi su ciò che accadrà.

Ricordiamo che qualora i crediti fiscali diventassero pagabili, la conseguenza sarebbe un aumento diretto del debito pubblico, a differenza di quanto avviene adesso, con uno "scarico" sulle tasse che non tocca direttamente la tasca dello Stato.

Secondo Trivella, le informazioni fornite dal MEF  in merito alla classificazione dei crediti fiscali cedibili, al loro impatto sul bilancio e, in sostanza, sul futuro della politica energetica e ambientale del Paese lasciano intendere che non solo sono previste ancora interlocuzioni tra Europa e Italia per definire l’assetto definitivo dei crediti cedibili italiani, ma che questa scelta su un aspetto così impattante sulla dimensione futura dell’incentivazione della transizione energetica non viene affrontata a livello politico, ma è demandata agli organismi tecnici.

Per organismi tecnici si intende la Ragioneria Generale dello Stato che, ricorda Trivella, ha sempre mostrato ostilità riguardo alla cessione dei crediti. Ciò lascerebbe presagire “un atteggiamento arrendevole rispetto alle possibili interpretazioni più restrittive di Eurostat”.

Non solo: per Trivella è evidente che l’argomento voglia essere tenuto fuori dalla discussione politica, nonostante i numerosi atti di indirizzo approvati nelle commissioni parlamentari (“con l’ipocrita parere favorevole del Governo di turno”, sottolinea Trivella) a favore di un largo uso delle cessioni per favorire potentemente l’incentivazione fiscale.

Le conseguenze sulle politiche di transizione energetica

Il rischio è di compromettere l’attuazione della Strategia di Rinnovamento a Lungo Termine (LTRS) e l’autonomia energetica del Paese a causa di una decisione preconcetta, che si basa su quantificazioni mecroeconomiche errate da parte di chi ha la responsabilità politica della transizione energetica.

Trivella conclude: “Anziché mettere in evidenza la potente capacità di stimolo degli strumenti di cessione e cercare alleanze in ambito internazionale si alzano le barricate contro la supposta invadenza europea, che altro non è che un doveroso indirizzamento coordinato verso obiettivi di lungo termine che nessun Governo sarebbe in grado di conseguire autonomamente”.

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