Crediti fiscali trasferibili: nuova stagione in vista?

Alla luce delle ultime proposte di rimodulazione/riforma degli incentivi fiscali in edilizia, ci sono alcune priorità da considerare. Vediamo quali sono

di Stefano Sylos Labini - 27/07/2023

Da più parti stanno uscendo fuori voci di un rilancio dei crediti fiscali trasferibili nel settore edilizio. In particolare la Lega ha presentato una proposta di legge a prima firma Gusmeroli, Forza Italia un'altra proposta a prima firma Mazzetti e l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) altre proposte che contemplano la cessione del credito.

Le proposte di cessione del credito

Fa molto rumore il silenzio di Fratelli d’Italia che sembra fuori da queste iniziative. La cosa è sorprendente perché questa forza politica era stata molto attiva nella scorsa legislatura, presentando un disegno di legge a prima firma del senatore De Bertoldi, con Urso e Rauti, che rappresentava la proposta più avanzata in tema di circolazione dei crediti fiscali. In questa legislatura De Bertoldi il 30 gennaio 2023 ha ripresentato alla Camera la proposta di legge C. 838 "Delega al Governo per l’introduzione dei buoni digitali di sconto fiscale" assegnata alla VI Commissione Finanze.

I presupposti che hanno condotto alla proposta di Gusmeroli hanno un triplice obiettivo:

  • prevedere un contributo che favorisca l’efficientamento energetico e antisismico del patrimonio edilizio, anche alla luce della discussione in sede europea della direttiva ai più nota come "Direttiva case green";
  • rivolgere l’importo massimo di tale contributo ai soggetti economicamente più in difficoltà;
  • prevedere una misura, non più straordinaria, che in maniera equilibrata consenta una prosecuzione delle misure di sostegno del mercato delle ristrutturazioni edilizie e, contemporaneamente, rappresenti una nuova forma di agevolazione fiscale correlata alle ristrutturazioni edilizie che sia sostenibile per la finanza pubblica.

Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e componente della commissione Ambiente, presentando la proposta a sua prima firma ha dichiarato: "Dobbiamo concentrare gli incentivi in un periodo almeno decennale sull'obiettivo di efficientamento sismico, energetico, idrico e sull'obiettivo di decarbonizzazione". L'incentivo sviluppato dalla Mazzetti funziona "in modo proporzionale in base agli incrementi di classi energetiche, che devono essere almeno due" ed è "indirettamente proporzionale al reddito, perché è fatto per dare a chi ha meno la possibilità di fare i lavori".

5 priorità da considerare

Queste iniziative vanno nella direzione giusta però bisogna tenere nella massima attenzione una serie di priorità:

  1. l’obiettivo fondamentale deve essere quello di ripristinare la libera circolazione dei crediti fiscali e la possibilità di frazionarli. Ciò perché non sono i meccanismi di cessione che favoriscono le truffe ma i criteri di assegnazione dei crediti fiscali e la mancanza di controlli che dovrebbero essere effettuati dall’Agenzia delle Entrate. Per questi motivi bisogna che sia presentata una documentazione adeguata per ottenere i crediti fiscali (in primis l’asseverazione di congruità delle spese sostenute) e deve essere potenziata l’Agenzia delle Entrate che non può assegnare i crediti fiscali alla cieca. Ricordiamo che AdE in diversi casi ha assegnato i crediti fiscali a fronte di lavori inesistenti e immobili inesistenti e addirittura a persone defunte;
  2. in questo quadro, sequestrare i crediti fiscali a chi li ha acquistati successivamente alla prima assegnazione è una misura che va tolta di mezzo perché gli acquirenti nulla c’entrano con le truffe che sono avvenute in precedenza. Non è possibile che chi compra i crediti fiscali corra il rischio di trovarsi senza i soldi che ha speso e senza i crediti che sono stati sequestrati: è evidente che in questo modo si paralizza il mercato;
  3. se si vuole dare credibilità all’intenzione di rilanciare la cessione dei crediti fiscali allora bisogna far monetizzare il prima possibile i crediti fiscali incagliati attivando le partecipate pubbliche. Queste partecipate pagano decine di miliardi di tasse e possono spingere sugli acquisti di crediti fiscali. In tal modo si può ridurre lo sconto finanziario e soprattutto si può creare quella fiducia che oggi è pesantemente incrinata. È bene chiarire che non si tratterebbe di un’azione di beneficienza poiché queste imprese comprerebbero a sconto un titolo che alla scadenza ha un valore maggiore. Ciò è vitale non solo per i committenti e il settore edilizio ma per l’intera economia che sta soffrendo per i persistenti fenomeni inflazionistici e per la risalita dei tassi di interesse;
  4. in prospettiva il Governo ha il compito di garantire un mercato di scambio molto fluido e liquido mettendo in campo Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti che possono svolgere il ruolo di market maker;
  5. bisogna chiarire una volta per tutte che i crediti fiscali che vengono emessi sono non payable perché lo Stato non si impegna a rimborsarli in euro ma solo ad accettarli in compensazione per scontare le tasse. Ciò significa che questi crediti fiscali hanno impatto sul bilancio pubblico solo al momento e per la parte che viene esercitata per pagare meno tasse. In merito alle nuove linee guida del manuale MGDD pubblicato da Eurostat il 1° febbraio 2023 è bene chiarire che ex ante è impossibile stabilire se i crediti fiscali saranno esercitati integralmente, ciò si potrà stabilire solo ex post; pertanto all’emissione questi crediti vanno classificati come non pagabili.

Conclusioni

In conclusione, le aliquote differenziate per tipologia di interventi, per classi di reddito e anche per localizzazione degli immobili (zone sismiche o asismiche, quartieri residenziali/benestanti o periferie) sono condivisibili per garantire equità ed efficienza alle agevolazioni concesse dallo Stato per finanziare gli interventi di ristrutturazione edilizia. Però bisogna dare priorità massima alla: 1. libera circolazione dei crediti fiscali; 2. frazionabilità dei crediti fiscali; 3. creazione di un mercato di scambio efficiente e fluido per assicurare la rapida monetizzazione dei crediti fiscali ad un tasso di sconto contenuto. Se queste priorità non vengono perseguite, il rilancio dei crediti fiscali trasferibili sarà destinato ad un insuccesso.

A cura di Stefano Sylos Labini
Gruppo Moneta Fiscale

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