Decreto Cessioni: nuovo Tavolo tecnico per valutare proposte di modifica

Dopo la riunione con le principali sigle del comparto dell'edilizia, il Governo si è mostrato disponibile a migliorare il Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni)

di Gianluca Oreto - 22/02/2023

Ciò che dovrebbe stupire è il tempismo. Il 20 febbraio 2023, infatti, il Governo ha ricevuto le principali sigle del settore dell'edilizia per valutare insieme i possibili correttivi al Decreto Legge n. 11/2023 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del precedente 16 febbraio.

Decreto Cessioni: si ascoltano i professionisti dopo la pubblicazione

Il Governo ha ex post preso atto che qualcosa evidentemente non andava nella formulazione di un provvedimento d'urgenza che col la scusa di risolvere il problema legato al blocco delle cessioni, è entrato a gamba tesa sulla principale misura che (con tutte le criticità che conosciamo) è riuscita a tenere a galla il comparto delle costruzioni e (come effetto indotto) l'intera economia del Paese in un momento di particolare crisi come la pandemia.

Dalla riunione è emerso che il blocco della cessione è figlio della recente audizione al Senato del direttore delle statistiche di finanza pubblica di Eurostat, dott. Luca Ascoli, che pur avendo chiarito che i crediti edilizi non hanno effetto sul debito pubblico ha anche ammesso che la loro classificazione ha un diretto impatto sul momento in cui gli stessi vengono contabilizzati sul bilancio dello Stato.

La classificazione dei crediti edilizi

Spieghiamo meglio cosa significa. Per farlo facciamo un breve passo indietro e ricordiamo che secondo il Sistema Europeo di Contabilità Nazionale (SEC) i crediti possono essere definiti come:

  • pagabili, quando il maggior credito a fronte di un debito minore viene corrisposto a titolo di rimborso da parte dello Stato;
  • non pagabili, quando il maggior credito a fronte di un debito minore viene perso dal contribuente.

In linea di massima, secondo questa prima classificazione, il credito è pagabile se e solo se può è prevista la possibilità che lo Stato intervenga per rimborsarlo nel caso in cui lo stesso è di importo superiore al debito col quale viene compensato.

Alla luce del meccanismo di cessione dei crediti, Eurostat ha provveduto all'aggiornamento del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD) in cui adesso trovano spazio i cosiddetti crediti borderline, ovvero crediti sui quali occorre considerare la probabilità che gli stessi possano essere utilizzati:

  • se la probabilità che una parte consistente del credito va persa, allora il credito sarà classificato come non pagabile;
  • viceversa se la probabilità che una parte consistente del credito non va persa è alta, allora il credito dovrà essere classificato come pagabile.

Gli effetti sul Bilancio dello Stato

Per semplicità facciamo un esempio concreto e consideriamo un ammontare di crediti pari a 60 miliardi di euro da ripartire in 5 anni (so che nell'anno 2020 andava considerato un orizzonte di 4 anni ma proviamo a semplificare i conti):

  • se lo stesso risulta essere pagabile, allora andrà imputato interamente nell'anno "zero" ovvero quando il credito viene generato - quindi i 60 miliardi dovranno essere contabilizzati a bilancio immediatamente;
  • se il credito risulta essere non pagabile, andrà "spalmato" sui 5 anni - quindi lo Stato contabilizzerà 12 miliardi ogni anno per 5 anni a partire dall'anno "uno".

Complessivamente, però, l'impatto sui 5 anni resterà sempre di 100 euro.

Ciò premesso, durante l'audizione al Senato il dott. Ascoli ha chiarito che, nelle more dell'aggiornamento della classificazione, i crediti da superbonus saranno considerati come "non pagabili". Ciò significa che, almeno per gli anni 2020-2021-2022, l'impatto degli stessi sarà "spalmato" sugli anni di fruizione (4/5 anni).

Tutto dipende dalla classificazione di Eurostat?

Sfatiamo subito un mito. Il dott. Ascoli ha ammesso che il manuale di Eurostat fornisce solo delle indicazioni agli Stati membri a cui compete la scelta finale della classificazione dei crediti. La scelta italiana arriverà entro l'1 marzo 2023 da parte di ISTAT, ovvero l'Istituto nazionale di statistica del nostro Paese.

Una scelta che avrà un impatto non sul pregresso (considerato ormai "non pagabile") ma solo sui crediti successivi a questo nuovo aggiornamento, ovvero a partire dall'anno 2023.

La riunione al Governo

Nel corso della riunione con un gruppo ristretto di sigle che rappresentano (o sperano di farlo) il mondo della filiera dell’edilizia, il Governo ha mostrato aperture verso ogni suggerimento e contributo utile al miglioramento del decreto e alla soluzione dei problemi relativi ai crediti bloccati.

Nessuna apertura, invece, sul futuro sul quale sembrerebbe assodata la scelta di bloccare ogni forma di cessione del credito in modo che gli stessi possano continuare ad essere classificati come "non pagabili" ed incidere per quota parte annuale sul Bilancio dello Stato.

Sul problema del blocco della cessione, le sigle che hanno partecipato al tavolo tecnico hanno avanzato diverse soluzioni tra le quali l'estensione del plafond di crediti scontabili da parte degli istituti bancari utilizzando le somme versate con gli F24 dei propri clienti.

Le proposte della RPT

Anche la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha avuto la possibilità di essere ascoltata, avanzando le seguenti proposte (contenute nella circolare n. 8/2023):

  • l’estensione della garanzia Sace ai professionisti, equiparando l’iscrizione all’albo a quella presso la camera di commercio (ovviamente va verificata la disponibilità di SACE e la possibilità tecnica di intervento);
  • eliminazione degli obblighi di presentazione inizio/fine lavori per l’edilizia libera e consentire di chiudere la pratica con dichiarazione dei professionisti (forniture di infissi, caldaie etc.);
  • proroga dei termini di scadenza del superbonus di almeno sei mesi per tener conto dei ritardi causati dal blocco delle cessioni e dalle complicazioni normative intervenute, in particolare per le abitazioni unifamiliari;
  • proroga degli interventi sulle case popolari per le problematiche delle gare da effettuare ritardate dalle normative sopravvenienti e dal blocco della cessione dei crediti;
  • proroga dei tempi per la presentazione delle CILA o l’acquisizione dei titoli delle progettazioni edilizi per gli interventi già avviati con l’attività di redazione delle progettazioni da parte dei professionisti, per consentirne il pagamento e la continuazione delle attività dei professionisti;
  • incentivi specifici per gli incapienti per consentire di procedere nell’esecuzione dei lavori da parte dei condomini;
  • ripristino della possibilità di utilizzare la cessione dei crediti, quantomeno ai fornitori, per i bonus tradizionali;
  • mantenimento del la possibilità di utilizzare il Superbonus a completamento delle pratiche di ricostruzione a seguito del sisma del 2016 nel centro Italia;
  • ulteriore semplificazione della documentazione a corredo delle pratiche, ricorrendo, nei casi in cui non è possibile acquisire la documentazione prevista, a dichiarazioni del committente o del professionista;
  • dare un ruolo centrale alla commissione di monitoraggio della classificazione sismica presso il Consiglio Superiore sull’applicazione delle norme, anche sul decreto in discussione;
  • approvare una norma transitoria per il passaggio tra le nuove e le precedenti disposizioni.
  • Il Ministro Giorgetti ha evidenziato che il Governo intende assicurare il completo recupero dei crediti attualmente “incagliati” sbloccandone la cessione, mediante:
  • la cartolarizzazione, che però ha tempi lunghi per esigenze tecniche di definizione del titolo di appoggio e quindi non è compatibile con i tempi ristretti necessari per le esigenze delle imprese e dei professionisti e per completare le opere;
  • utilizzo delle tasse versate con gli f24 che le banche potrebbero utilizzare acquistando ulteriori crediti, che consentirebbe di intervenire immediatamente, tenendo presente gli utili prodotti dalle stesse.

Al termine del confronto, il Governo ha:

  • esortato le sigle partecipanti a coordinarsi tra loro al fine di trovare una sintesi delle proposte;
  • annunciato l’apertura di un Tavolo tecnico cui parteciperanno le associazioni di categoria intervenute, finalizzato all’individuazione di norme transitorie che aiutino il passaggio dal regime precedente a quello attuale.
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