Decreto Superbonus: il Governo boccia la proroga del 110%

Sono 122 le proposte di emendamento presentate alla Camera relativamente al disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus)

di Redazione tecnica - 26/01/2024

Prosegue il percorso di conversione in legge del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus) che lo scorso 24 gennaio è stato esaminato in sede referente dalla VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati.

Decreto Superbonus: 122 proposte di emendamento

Sono 122 le proposte di emendamento presentate:

  • 65 riguardano l’art. 1 (Disposizioni in materia di bonus nel settore dell’edilizia) che, ricordiamo, ha previsto la disposizione “salva SAL” e il contributo per i redditi bassi per concludere i cantieri in corso;
  • 18 riguardano l’art. 2 (Opzione per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali e misure relative agli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici) mediante il quale sono state ristrette le possibilità di utilizzo delle opzioni alternative e prevista l’assicurazione obbligatoria per gli interventi che accederanno ancora al bonus 110% fino al 31 dicembre 2025 (art. 119, comma 8-ter del D.L. n. 34/2020):
  • 39 sono relative all’art. 3 (Revisione della disciplina sulla detrazione fiscale per l’eliminazione delle barriere architettoniche) che ha notevolmente modificato la disciplina applicabile al bonus 75% previsto dall’art. 119-ter del D.L. n. 34/2020 per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Tramontata l’ipotesi di proroga per il superbonus?

Dalle parole dei rappresentati delle forze di Governo durante la seduta del 24 gennaio 2024 in VI Commissione, sembrerebbe che sia tramontata qualsiasi possibilità di proroga del superbonus 110%.

Marco Osnato (Fratelli d’Italia) ha, infatti, avvertito che i gruppi di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia hanno ritirato tutti gli emendamenti da loro presentati, compresi quelli presentati dall’onorevole Gebhard a sua prima firma (1.34, 1.41 e 3.33).

In particolare:

  • l’emendamento 1.34 prevedeva l’inserimento nell’art. 1 del D.L. n. 212/23 del seguente comma 1-bis “Per i soggetti che applicano la disposizione di cui all'articolo 1, comma 894, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, relativamente agli interventi per i quali alla data del 31 dicembre 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 70 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione del 110 per cento è estesa alle spese sostenute fino al sessantesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”;
  • l’emendamento 1.41 prevedeva una modifica dell’art. 1, comma 2 che avrebbe innalzato il reddito di riferimento da 15.000 euro con a 25.000 euro, per ottenere il contributo per i redditi bassi;
  • l’emendamento 3.33 avrebbe previsto una modifica dell’art. 3, comma 2, lettera b), capoverso lettera b), primo periodo, del D.L. n. 212/23 che avrebbe concesso l’utilizzo delle opzioni alternative alle persone fisiche con reddito di riferimento non superiore a 25.000 euro (anziché 15.000 euro).

Salvaguardare i conti dagli effetti negativi del Superbonus

Ma se non bastassero le parole del deputato Osnato, a conferma dell’idea del Governo di non aprire più alcuna finestra (neanche sugli interventi in corso) al bonus 110%, è intervenuto la sottosegretaria al MEF Lucia Albano che ha preannunciato l’orientamento contrario del Governo su tutte le proposte emendative in esame. La sottosegretaria ha rammentato che “la misura del superbonus ha effetti seri e gravi sui conti pubblici e che, come anche già evidenziato dal ministro Giorgetti in sede di audizione sul disegno di legge di bilancio per il 2024, il Governo ha posto in essere tutte le misure possibili nella consapevolezza di dover salvaguardare i saldi di finanza pubblica. Prima di adottare qualunque misura ulteriore, ritiene che sia necessario, tra alcuni mesi, verificare gli effetti del provvedimento in esame”.

La deputata di Fratelli d’Italia Albano ha, altresì, sottolineato che il Governo è consapevole delle istanze legittimamente avanzate dai cittadini e dagli operatori del settore, e conferma la volontà dell’Esecutivo di porre la massima attenzione alle questioni sollevate. Al contempo ha ricordato la necessità del Governo di assumere un atteggiamento responsabile sulle misure in esame, nell’ambito del delicato compito di salvaguardia dei conti pubblici.

Gli effetti della mancata proroga

Interessanti le parole del deputato Luciano D’Alfonso (PD-IDP) che ha ricordato come la misura in esame, così come l’ampliamento delle agevolazioni in ambito edilizio, è stata appoggiata da tutte le forze politiche, per lungo tempo. Tendenza che si sarebbe interrotta quando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha evidenziato che tali misure, alla luce del loro impatto sui conti dello Stato, mettevano a repentaglio i saldi di finanza pubblica.

Il deputato D’Alfonso ha, quindi, chiesto se si conosca il quadro esatto delle reali conseguenze subite dai cittadini che non hanno ancora concluso i lavori, ovvero che non riusciranno a concluderli secondo le scadenze previste dalla legge. In tal senso, il deputato ha chiesto al Governo di assumersi qualche impegno concreto per affrontare le problematiche ancora irrisolte, e di predisporre un monitoraggio delle menzionate conseguenze, a tutela di tutti coloro che si sono legittimamente affidati alle decisioni pubbliche in materia di incentivi edilizi.

Gli emendamenti per la proroga

Relativamente alla tanto richiesta proroga, sono tanti gli emendamenti presentati tra i quali segnaliamo quello del deputato Claudio Michele Stefanazzi (PD-IDP) mediante il quale si è chiesta la proroga del superbonus per gli interventi sulle unifamiliari. In particolare, l’emendamento prevede l’inserimento del seguente comma 1-bis all’art. 1 del D.L. n.212/2023:

All'articolo 119, comma 8-bis, secondo periodo, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, le parole: «Per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023» sono sostituite dalle seguenti: «Per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 marzo 2024».

Angelo Bonelli (AVS) ha proposto l’inserimento del comma 01, all’art. 1 del D.L. n. 212/23 che prevede:

Per gli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche di cui all'articolo 119, comma 9, lettera a), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all'interno dello stesso condominio o dello stesso edificio, laddove ricorrano le condizioni previste dall'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 aprile 2023, n. 38, la detrazione continua ad operare per le spese sostenute sino al 30 giugno 2024, nella percentuale spettante al 31 dicembre 2023, a condizione che, alla medesima data del 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo sulla base di stati di avanzamento dei lavori effettuati ai sensi del comma 1-bis dell'articolo 121 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020. Ai maggiori oneri derivanti dal presente comma, pari a 1.300 milioni di euro per l'anno 2024, si provvede, fino al relativo fabbisogno, a valere sulle maggiori entrate rivenienti a decorrere dall'anno 2024 dall'annuale e progressiva eliminazione, nella misura dell'1,5 per cento, dei sussidi dannosi per l'ambiente (SAD) di cui al catalogo istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, limitatamente a quelli che non impattano sulla tutela, costituzionalmente garantita, delle famiglie vulnerabili, della salute e del lavoro.

Come scritto, sono davvero tante le proposte di emendamento ma sembrano poche le possibilità che il Governo possa accordarne qualcuna.

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