DEF 2022: il Governo approva il Documento di Economia e Finanza

Nonostante la riduzione del Pil rispetto alle attese, è previsa una lieve ripresa economica nel II trimestre 2022

di Redazione tecnica - 07/04/2022

Lo scenario internazionale non è particolarmente roseo, ma nonostante tutto l’economia italiana tiene e punta a sostenere la crescita. Sono questi i presupposti alla base del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2022, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196) e approvato, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, dal Consiglio dei Ministri il 6 aprile 2022.

Lo stato dell’economia italiana, tra previsioni, conferme e smentite: il DEF 2022

Il Documento, nel descrivere il quadro macroeconomico, tiene conto del fatto che la situazione attuale sia meno favorevole rispetto allo scorso settembre, quando era stata pubblicata la Nota di aggiornamento (NADEF): in particolare, il DEF fa riferimento alla recente invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha contribuito all’aggravarsi di alcuni fenomeni come l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia.

Crescita del PIL minore alle aspettative

Con questo scenario, la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 è scesa, passando dal 4,7% previsto dalla NADEF al 2,9% attuale, mentre quella per il 2023 è diminuita al 2,8% al 2,3%. La revisione al ribasso per il 2022 è dovuta principalmente proprio al peggioramento delle variabili esogene.

Inoltre, l’aggiornamento della previsione di crescita per il 2022 tiene anche conto della diversa distribuzione temporale delle spese relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in confronto a quanto ipotizzato nella NADEF, nonché dei provvedimenti più recenti adottati dal Governo per contenere il rialzo dei costi di gas ed energia elettrica nel secondo trimestre e per sostenere le imprese energivore e alcune filiere produttive di punta, quali l’auto, la componentistica e i semiconduttori .

Si stima che la diversa distribuzione temporale delle spese connesse al PNRR impatti positivamente sulla crescita 2022 per 0,2 punti percentuali circa, mentre gli altri provvedimenti, essendo compensati da un temporaneo minor finanziamento di alcune spese e da aumenti di entrate, abbiano impatti limitati sulla crescita del PIL di quest’anno.

Meno deficit, più risorse

In riferimento al deficit, il Governo prevede una conferma degli obiettivi nella NADEF, con una discesa dal 5,6% al 5,1% nel 2022 fino al 2,8% nel 2025. Lo spazio in deficit nell’anno corrente è dunque dello 0,5 per cento, pari a oltre 9 miliardi di euro.

I numeri danno un margine di manovra per possibili misure espansive (0,5% punti di PIL nel 2022, 0,2% nel 2023 e 0,1% nel 2024 e nel 2025). Sono previsti quindi nuovi interventi, presumibilmente per contenere il costo dei carburanti e dell’energia, ridurre l’impatto economico della guerra su famiglie e attività produttive, sostenere l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche e ripristinare alcuni fondi utilizzati a parziale copertura del recente decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17.

Confermati gli obiettivi programmatici

Grazie a questi interventi, secondo l’esecutivo la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Prevista anche la diminuzione del rapporto debito/PIL, che passerà nel 2022 al 147% dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.

Come sottolinea il Governo, la scelta di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo testimonia l’attenzione verso la sostenibilità della finanza pubblica e di una crescita economica ottimale. Proprio per questo, l'esecutivo ribadisce la massima determinazione e rapidità nella predisposizione, qualora si renda necessario, di nuovi interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese italiane.

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