Equo compenso: l’altalena dell’ANAC

Rino La Mendola: “Chiediamo all’ANAC di rilanciare le precedenti posizioni espresse sul tema dalla stessa Autorità, grazie alle quali potrebbero essere superate le divergenze tra Codice dei Contratti e Legge sull’equo compenso”

di Rino La Mendola - 30/04/2024

Esprimiamo il nostro disagio per le posizioni recentemente espresse dall’ANAC, con la nota inviata, lo scorso 19 aprile, ai Ministeri competenti sul tema dell’equo compenso.

Equo compenso e servizi di architettura e ingegneria: percorso durato anni

La nota, infatti, paventando la disapplicazione dell’equo compenso negli appalti pubblici per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, traccia un percorso lungo il quale rischiano di essere vanificate le tante battaglie promosse dagli Ordini Professionali contro le gare fondate su un ribasso dei corrispettivi, che ha mortificato a lungo la professionalità degli addetti ai lavori, producendo spesso scarsa qualità progettuale.

La Legge n. 49/2023 - che peraltro, con l’art. 2, comma 3, sancisce in modo chiaro ed inconfutabile che “… Le disposizioni della presente legge si applicano altresì alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione…” - costituisce un traguardo importante da difendere strenuamente, non solo per garantire la dignità dei professionisti, ma anche per promuovere la qualità delle prestazioni professionali, che si traduce ovviamente nella qualità delle nostre opere pubbliche.

È noto, in tal senso, il nostro impegno per promuovere il concorso di progettazione, quale strumento di selezione fondato sulla qualità del progetto e non su ribassi o altri parametri di selezione quantitativi che lasciano il tempo che trovano.

Le precedenti posizioni dell’ANAC

Per lo svolgimento di altre procedure di affidamento, con il criterio del prezzo più basso o dell’Offerta Economicamente Più Vantaggiosa, avevamo comunque apprezzato le posizioni espresse, fino a qualche giorno fa, dall’ANAC sul tema dell’equo compenso.

L’Autorità infatti, prendendo atto della divergenza di due norme di rango primario, come il Codice dei Contratti (D.Lgs. n. 36/2023) e la legge sull’equo compenso (Legge n. 49/2023), con i propri comunicati e con il bando tipo 2/2023, già oggetto di consultazione online, aveva in qualche modo aperto all’ipotesi “gara a prezzo fisso”, con il criterio dell’Offerta Economicamente Più Vantaggiosa o, in alternativa, al “ribasso limitato all’aliquota forfettaria relativa al rimborso spese”.

In linea con tali “aperture”, molte stazioni appaltanti hanno recentemente bandito gare per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria, riducendo il ribasso solo sull’aliquota forfettaria del rimborso spese, fatta salva l’opzione di ricorrere allo scarto di eventuali offerte anormalmente basse, ai sensi dell’art. 110 del codice.

Ciò di fatto costituisce una soluzione mediata ed efficace per contemperare, in qualche modo, le regole del Decreto Legislativo 36/2023 con quelle della Legge 49/2023.

Chiesto incontro con i Ministeri competenti

Auspichiamo pertanto che l’ANAC - di cui in passato abbiamo apprezzato attività finalizzate ad aprire il mercato dei lavori pubblici, come le linee guida n. 1/2016 o il bando 2/2023 già posto in consultazione - possa rivedere il percorso intrapreso con la nota inviata ai Ministeri competenti, rilanciando le precedenti posizioni espresse sul tema, grazie alle quali potrebbero essere superate le divergenze delle due norme di rango primario.

Vista l’evoluzione dei fatti, rappresentiamo comunque l’urgenza di un incontro - tra i Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche, l’ANAC ed i competenti Ministeri di Infrastrutture e Trasporti e di Economia e Finanze- per un confronto finalizzato a salvaguardare l’equo compenso nei lavori pubblici, importante obiettivo raggiunto con fatica dopo anni di battaglie.

A cura di Rino La Mendola
Presidente Ordine Architetti P.P.C. Agrigento

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