Incarichi a titolo gratuito: il MASE revoca l'avviso

Dopo la diffida di Fondazione Inarcassa, il Ministero ritira l'avviso che non tiene conto delle disposizioni sull'equo compenso. Anche se la motivazione ufficiale sembra un'altra

di Redazione tecnica - 06/09/2023

“Per sopravvenute esigenze organizzative e mutate ragioni di interesse pubblico, non si rende più necessario l’acquisizione di manifestazioni di interesse per il conferimento di incarico di cui all’Avviso pubblico succitato”.

Incarico a titolo gratuito per ingegneri: il MASE revoca l'avviso

Sono queste le motivazioni che giustificano, almeno ufficialmente, la revoca da parte del MASE dell’Avviso pubblico del 30 giugno 2023, prot. n. 0106784 inerente alla “Manifestazione di interesse per il conferimento di un incarico di consulenza a titolo gratuito per il progetto relativo alla realizzazione di analisi chimico-fisiche finalizzate alla sicurezza degli impianti di produzione/stoccaggio/trattamento idrocarburi e implementazione di nuova tecnologia sviluppata nell’ambito delle attività di ricerca con enti, università e corpi dello stato della Direzione generale infrastrutture e sicurezza”.

Un avviso con il quale si intendeva assegnare un incarico non retribuito a professionisti di comprovata esperienza (almeno 7 anni) nel settore, in barba alla recente entrata in vigore della legge n. 49/2023 sull’equo compenso, nonché delle disposizioni del d.Lgs. n. 36/2023 (nuovo Codice dei Contratti Pubblici). Scontato che si suscitasse più di una reazione negativa, tra cui quella di Fondazione Inarcassa, che ha notificato a luglio scorso una diffida al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, contestando l’assegnazione dell’incarico a titolo gratuito.

Fondazione Inarcassa: ignorati equo compenso e nuovo Codice Appalti

“Sorprende che una pubblica amministrazione - in questo caso, si tratta addirittura di un Ministero – continui ad offrire incarichi a titolo gratuito, nonostante due passaggi normativi fondamentali, per di più recenti, lo impediscano”, ha commentato al riguardo il presidente di Fondazione Inarcassa, l’ing. Franco Fietta.

Il riferimento è innanzitutto «all’art. 8, comma 2 del nuovo Codice dei contratti pubblici, che afferma chiaramente che “le prestazioni d’opera intellettuale non possono essere rese dai professionisti gratuitamente, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione”. Nell’avviso pubblico del Ministero non erano indicati “casi eccezionali” né “adeguate motivazioni” che legittimassero la gratuità degli incarichi», spiega il presidente della Fondazione.

Continua Fietta: «in secondo luogo, la recente riforma dell’equo compenso avrebbe dovuto – questo almeno è il nostro auspicio - porre un freno alla gratuità degli incarichi e imporre, allo stesso tempo, anche alle pubbliche amministrazioni di calcolare i compensi professionali in modo proporzionato in base alla quantità e qualità del lavoro svolto. Del resto, è proprio l’art. 2 della legge 49/2023 ad affermare che le disposizioni della nuova legge sull’equo compenso si applicano anche alle prestazioni rese dai professionisti in favore della pubblica amministrazione».

Da qui la soddisfazione per il ritiro dell’avviso pubblico, senza nascondere però la sorpresa per le motivazioni poste alla base della revoca. «Non si fa alcun cenno, infatti, alla gratuità dell’incarico ma più genericamente si parla di "sopravvenute esigenze organizzative e mutate ragioni di interesse pubblico". Per la Fondazione Inarcassa, che sin dalla sua costituzione è impegnata nell’attività di contrasto ai bandi irregolari, “interesse pubblico” vuol dire innanzitutto affermare il valore e la dignità del lavoro reso a favore della committenza pubblica e privata», conclude.

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