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Istat e Indici prezzi al consumo agosto 2022: +0,4% rispetto al mese precedente e +7,9 su base annua

di Redazione tecnica - 24/09/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Agosto 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Agosto 2022 ha registrato un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua (da +7,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e che, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello (+8,4%) che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu pari a +8,8%). Accelerano, così, l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,4%; non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%), quella al netto dei soli beni energetici (+5,0%; non era così da febbraio 1996 quando fu +5,1%) e i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (+9,6%; un aumento che non si osservava da giugno 1984, quando fu +9,7%).

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Agosto 2022 ed il 14 Settembre 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +5,93503%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua      

Nel mese di agosto 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%), in particolare degli Energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%; i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall’altra a quelli dei Beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,4%) e dei Beni durevoli (da +3,3% a +4,2%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,1% a +4,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,7% a +5,0%.

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%) e, lievemente, quelli dei servizi (da +3,6% a +3,8%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,5 di luglio a -8,0 punti percentuali).

Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,1% a +9,6%), mentre rallentano quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,7% a +7,7%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,0%), dei Servizi relativi ai trasporti (+2,4%, anche a causa di fattori stagionali), degli Alimentari lavorati (+1,1%), dei Beni durevoli (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%, anche a causa di fattori stagionali).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,0% per l’indice generale e a +3,5% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,9% su base mensile e del 9,1% su base annua (da +8,4% nel mese precedente); la stima preliminare era +9,0%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,1% su base annua.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +6,075% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +7,800%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di agosto 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,9%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,6%), Comunicazioni (+0,5%), Altri beni e servizi (+0,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%). Servizi sanitari e spese pr la salute (+0,1%).

Variazioni nulle non si sono registrate nei capitoli Abbigliamento e calzature, Istruzione.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa  Trasporti (-1,7%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di agosto 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+31,5%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+10,5%),Traporti (+10,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+6,5%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+6,0%), Altri beni e servizi (+2,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,9%), Abbigliameno e calzature (+1,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,5%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,7%), Istruzione (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano e Catania (+10,5% per entrambe), Palermo (+10,4%), Trento (+10,2%), Ravenna e Verona (+9,7% per entrambe), Bologna e Messina (+9,5% per entrambe), Perugia (+9,3%), Padova (+9,1%), Firenze e Trieste (+8,8% per entrambe), Genova e Modena (+8,7% per entrambe), Venezia (+8,6%), Cagliari e Rimini (+8,5 per entrambe), Bari (+8,4%), Brescia (+8,3%), Livorno, Milano e Napoli (+8,2% pet tutte e tre), Roma (+7,8%), Potenza e Reggio Calabria (+7,6% per entrambe), Ancona, Aosta, Campobasso e Catanzaro (+7,5% per tutte e quattro), Reggio Emilia e Torino (7,4% per entrambe ), Parma e (+7,3%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 17 Ottobre 2022

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