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Istat e Indici prezzi al consumo giugno 2022: +1,2% rispetto al mese precedente e +8,0 su base annua

di Redazione tecnica - 17/07/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Giugno 2022 ha registrato un aumento dell’1,2% su base mensile e dell’8,0% su base annua (da +6,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

A giugno l’inflazione accelera di nuovo salendo a un livello (+8,0%) che non si registrava da gennaio 1986 (quando fu pari a +8,2%). Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai Beni energetici agli altri comparti merceologici, nell’ambito sia dei beni sia dei servizi. Pertanto, i prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +3,8%) e al netto dei soli beni energetici (+4,2%) registrano aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996. Al contempo, l’accelerazione dei prezzi degli Alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto “carrello della spesa” (+8,2%, mai così alta da gennaio 1986, quando fu +8,6%).

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Giugno 2022 ed il 14 Luglio 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +4,775424%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dell’1,2% su base mensile e dell’8,0% su base annua      

Nel mese di giugno 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dell’1,2% su base mensile e dell’8,0% su base annua (da +6,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

In un quadro di diffuse tensioni inflazionistiche, l’ulteriore accelerazione della crescita su base tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +42,6% di maggio a +48,7%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +32,9% a +39,9%; i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%), e dall’altra a quelli dei Beni alimentari, sia lavorati (da +6,6% a +8,1%) sia non lavorati (da +7,9% a +9,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,4% a +5,0%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +7,2%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,2% a +3,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,6% a +4,2%.

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +9,7% a +11,3%) sia quelli dei servizi (da +3,1% a +3,4%); si ampia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -6,6 di maggio a -7,9 punti percentuali).

Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,7% a +8,2%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,7% a +8,4%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto a diverse componenti e in particolare ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+6,0%), cui si aggiungono quelli dei Servizi relativi ai trasporti (+2,0%), degli Alimentari lavorati (+1,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%) e dei Beni non durevoli (+0,7%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,4% per l’indice generale e a +2,9% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta su base mensile dell’1,2% e dell’8,5% su base annua (da +7,3% nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 7,8% su base annua.

Nel secondo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+9,8% e +6,1% rispettivamente).

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +5,850% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +6,975%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+3,5%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,7%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,4%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,1%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Altri beni e servizi (+0,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,3%), Abbigliameno e calzature (+0,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,1%), Istruzione (+0,1%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Comunicazioni (-0,4%),

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+28,1%), Traporti (+13,7%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+9,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+7,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+4,9%), Abbigliameno e calzature (+1,7%), Altri beni e servizi (+1,7%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,3%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,7%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,0%), Istruzione (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano e Palermo (+9,7%), Catania (+9,6%), Verona (+9,4%), Messina (+9,2%), Milano e Trento (+9,0% per entrambe), Bologna e (+8,9%), Ravenna (8,8%), Padova Perugia e Trieste (+8,6% per tutte e tre), Brescia (+8,5%), Cagliari (+8,4%), Firenze (+8,3%), Modena (+8,2%), Genova e Venezia (+8,1% per entrambe), Bari (+7,8%), Napoli (+7,6%), Rimini (+7,5%), Parma (+7,4%), Livorno e Roma (+7,3% per entrambe), Reggio Calabria e  Reggio Emilia (+7,2% per entrambe), Catanzaro Potenza e Torino (+7,1% per tutte e tre), , Ancona (+6,7%), Aosta e Campobasso e (+6,5% per entrambe).

I prossimi indici saranno pubblicati il 10 Agosto 2022

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