Istat: Prezzi al consumo maggio 2022

Istat e Indici prezzi al consumo maggio 2022: +0,8% rispetto al mese precedente e +6,8 su base annua

di Redazione tecnica - 18/06/2022

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Maggio 2022; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di Maggio 2022 ha registrato un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da +6,0% del mese precedente); la stima preliminare era +6,9%.

A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990. Gli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli Alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%).

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Maggio 2022 ed il 14 Giugno 2022, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2021 del +3,732345%.

Stima dell’inflazione da gennaio 2018

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 è stata diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua      

Nel mese di maggio 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da +6,0% del mese precedente); la stima preliminare era +6,9%.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto e in particolare dei Beni energetici, la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,6% a causa degli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,9%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%), dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).

Pertanto, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,4% a +3,2% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,6%.

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +8,7% a +9,7%) sia quelli dei servizi (da +2,1% a +3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile).

Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,6%), degli Alimentari lavorati (+1,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%) e degli Alimentari non lavorati (+1,1%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +2,4% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da +6,3% nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +5,100% e l'indice biennale sempre ridotto al 75% al +6,075%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di maggio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,8%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,2%), Trasporti (+1,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,5%), Altri beni e servizi (+0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,5%), Abbigliameno e calzature (+0,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,1%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,1%).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nella divisione di spesa Comunicazioni (-1,0%),

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di maggio 2022, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+26,4%), Traporti (+10,8%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+7,4%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+4,5%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+6,0%), Abbigliameno e calzature (+1,6%), Altri beni e servizi (+1,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,9%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,8%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-3,6%), Istruzione (-0,5%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+9,1%), Trento (+9,0%), Catania e Palermo (+8,8% per entrambe), Verona (+8,1%), Bologna e Messina (+7,9% per entrambe), Padova e Trieste (+7,8% per entrambe), Brescia e Perugia (+7,3% per entrambe), Bari, Cagliari e Modena (+7,1% per tutte e tre), Genova e Ravenna (+7,0% per entrambe), Milano (+6,8%), Firenze (+6,7%), Napoli e Torino (+6,6%), Rimini (+6,5%), Reggio Calabria (+6,4%), Parma e Roma (+6,3% per entrambe), Catanzaro (+6,2%), Livorno, Potenza e Reggio Emilia (+6,1% per tutte e tre ), Aosta (+6,0%), Campobasso e Venezia (+5,8% per entrambe), Ancona (+5,6%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 Luglio 2022

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