Milleproroghe: nuova ultima spiaggia per il superbonus 110%?

A breve dal Consiglio dei Ministri arriverà il consueto "Decreto Milleproroghe", si prevedono nuovi scontri sulla gestione della coda del Superbonus 110%

di Gianluca Oreto - 28/12/2023

Qualsiasi lettore attento che ha seguito negli ultimi mesi la normativa italiana potrebbe domandare: per quale motivo il Governo dovrebbe prevedere una proroga del superbonus 110% se non lo ha fatto nei diversi provvedimenti già emanati? Una domanda lecita che, però, dimentica la "storia" di questa misura, fatta di colpi di scena all'ultimo minuto e modifiche in corso d'opera "folli".

Superbonus 110%: tutte le ultime spiagge

Partiamo da un'evidenza: Governo e Parlamento non sono stati in grado di gestire efficacemente non solo l'evoluzione normativa del superbonus 110% ma soprattutto la sua "coda finale". Una fine che prima o poi sarebbe arrivata e che hanno fatto di tutto per posticipare dopo che a gennaio 2022 il Governo Draghi ha deciso di smantellare il meccanismo delle opzioni alternative lasciando il comparto nel limbo del "puoi ma non puoi" (perché il meccanismo di cessione è diventata progressivamente una possibilità sempre più remota).

Con la pubblicazione del Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter), infatti, non è stato abrogato il meccanismo di cui all'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (sconto in fattura e cessione del credito) ma si è fatto in modo che i principali player fino a quel momento impegnati nell'acquisto dei crediti edilizi, cominciassero una lenta ritirata, lasciando committenti, professionisti e imprese in balia delle onde (l'abolizione del meccanismo delle opzioni alternative è arrivata solo a febbraio 2023 ma non per tutti).

Contratti stipulati sulla base dello sconto in fattura e della successiva cessione del credito a SAL, hanno consento l'avvio di molti cantieri e la maturazione di una non precisata quantità di crediti fiscali che nessuno vuole più acquistare. Interrotto quel volano che fino al 27 gennaio 2022 aveva sorretto il sistema, Governo e Parlamento non hanno saputo fare altro che prevedere le note limitazioni alla responsabilità solidale ma soprattutto le continue proroghe delle scadenze nell'attesa che il mercato si riorganizzasse.

Una riorganizzazione mai arrivata e all'interno della quale, senza regole, si è formato un far west.

Tornati dalle ferie estive, Governo e Parlamento hanno avuto almeno 4 importanti momenti per pensare di gestire la transizione del superbonus dal 110% al 70%:

  • il Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset), già convertito in legge;
  • Il Decreto Legge n. 132/2023 (Decreto Proroghe), già convertito in legge;
  • il Decreto-Legge n. 145/2023 (Decreto Anticipi), già convertito in legge;
  • la Legge di Bilancio 2024.

Fatta esclusione per il Decreto Asset che ha solo uniformato la data di scadenza del superbonus 110% al 31 dicembre 2023 per unifamiliari (con il vincolo del 30% entro il 30 settembre 2022) e condomini, nessuno (almeno chi ha la possibilità di incidere) ha compreso (o voluto ammettere) la situazione che sta ancora vivendo il comparto delle costruzioni.

Superbonus e Milleproroghe

Nonostante le continue sollecitazioni arrivate dall'opposizione e da una minoranza dentro la maggioranza, fin'ora il Governo e il Ministero dell'Economia non hanno voluto sentire ragioni: niente proroga per il superbonus. Le possibilità di vedere una proroga nella prossima Legge di Bilancio si sono arenate nel testo approvato con fiducia al Senato e che la Camera di appresta a confermare nei prossimi giorni.

Ma, nonostante il mantra ripetuto largamente negli ultimi mesi (NO-PROROGA), il comparto non è ancora arrivato davvero alla fatidica "ultima spiaggia". Sembrerebbe, infatti, che da Fratelli d'Italia sia arrivata un'apertura all'interno del classico di fine anno: il Decreto Milleproroghe. Un provvedimento d'urgenza che arriva con la stessa cadenza del Natale e del capodanno per evitare che alcune scadenze "improrogabili" possano avere effetti dannosi vista la classica tendenza italiana ad affrontare i problemi a marce ridotte.

All'interno del Milleproroghe (che sarà convertito a febbraio 2024 ma le cui disposizioni entrerebbero in vigore alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) le soluzioni per affrontare l'ultima fase del superbonus 110% sono (al momento) due:

  • un SAL straordinario (inferiore al 30%) che consenta di utilizzare le opzioni alternative sugli interventi realizzati e pagati entro il 31 dicembre 2023;
  • una "miniproroga" di qualche mese (3/6) limitata agli interventi che sono arrivati al 60%.

Ma, mentre la prima soluzione consentirebbe solo di tamponare le disposizioni di cui all'art. 121, comma 1-bis del Decreto Rilancio (che obbligano ad un SAL minimo del 30%, entro l'anno, per l'utilizzo delle opzioni alternative), la seconda non avrebbe alcun effetto tangibile se non si trova una soluzione definitiva al blocco della cessione del credito.

Intanto, è prevista per oggi una nuova manifestazione a Roma degli Esodati del Superbonus che si riuniranno dalle 13 alle 17 in Piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, per chiedere che il 28 Dicembre il Consiglio dei Ministri possa approvare le proroghe delle scadenze del Superbonus per uni familiari, case indipendenti e condomini, per almeno 3 mesi e garantire ai cantieri già iniziati di completare i lavori.

Siamo arrivati ormai alla fine e di ultime spiagge dopo il Milleproroghe non ne avremo più.

© Riproduzione riservata