Progettazione e affidamenti diretti: Confindustria e OICE contro il tetto dei 139.000 euro

Secondo Confindustria e OICE con la modifica prevista dal Decreto Semplificazioni-bis sono a rischio il 70,2% delle gare di progettazione

di Redazione tecnica - 18/06/2021

È ormai noto a tutti che una modifica normativa che potrebbe sembrare "semplice" ha sempre effetti sistemici che si riflettono su tanti aspetti che possono essere giudicati positivamente o negativamente.

Decreto Semplificazioni-bis e affidamenti diretti dei servizi di ingegneria e architettura

Come la disposizione prevista dall'art. 51 del Decreto Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) che, tra le altre cose, ha previsto un'importante modifica al Decreto Legge n. 76/2020 (Decreto Semplificazioni). Con questa modifica, fino al 30 giugno 2023, le stazioni appaltanti possono procedere all'affidamento diretto di servizi di architettura e ingegneria fino alla soglia di 139.000 euro, anche senza consultazione di più operatori economici, fermo restando i principi di aggiudicazioni previsti all'art. 30 del D.Lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti).

Speciale Codice dei contratti

La conversione in legge del Decreto Semplificazioni-bis

Benché la norma sia già in vigore, cautela impone di attendere la conversione in legge del D.L. n. 77/2021 che, come sempre, potrà confermare o ribaltare il verdetto. Nel frattempo il percorso di conversione in legge è già cominciato e proprio sull'affidamento diretto dei servizi di architettura e ingegneria si è fatto sentire il Direttore Generale di Confindustria Francesca Mariotti, che in audizione ha sottolineato le sue perplessità affermando "È critico l'innalzamento delle soglie per l'affidamento diretto dei servizi di ingegneria e architettura, per i quali, infatti, sarebbe opportuno attestarsi a un tetto di 80 mila euro".

Posizione condivisa anche dal Presidente OICE, Gabriele Scicolone, che nel condividere l'intervento della Confederazione ha sottolineato "i rischi derivanti dall'applicazione di una norma che non garantisce la professionalità e l'esperienza dell'affidatario, oltre a mettere a rischio la qualità dei progetti che dovranno essere posti in gara. Inoltre non va trascurato che se non sarà modificata, la disposizione innescherà meccanismi di suddivisione artificiosa di incarichi di dimensione maggiore per sottrarli alla concorrenza. Si tratta di una fascia che oggi riguarda il 70,2% del mercato ma in prospettiva potrebbe mettere "al buio" la quasi totalità del mercato senza alcuna garanzia che si scelga l'affidatario più competente ed esperto. Un pesante vulnus alla concorrenza che non può essere giustificato dall'esigenza di fare in fretta perché si deve fare anche bene e in qualità, non soltanto presto".

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