Revisione PNRR: status quo e dubbi sulla riallocazione delle risorse

Il Dossier della Camera e del Senato analizza le proposte per il definanziamento di alcune misure e la loro riallocazione. Ma come si attuerà il passaggio?

di Redazione tecnica - 02/08/2023

Mentre il Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha svolto presso Camera e Senato le Comunicazioni del Governo in ordine alla revisione complessiva degli investimenti e delle riforme inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il Centro Studi di Camera e Senato ha pubblicato il Dossier definitivo di monitoraggio dellle proposte del Governo per la revisione del PNRR e il capitolo REPowerEU.

Definanziamento progetti PNRR: tutti i dubbi in un nuovo Dossier

Di particolare rilievo, alla luce dei numerosi appunti che sono stati fatti sul possibile definanziamento per oltre 15 miliardi di alcuni investimenti e riforme del Piano, il punto di vista ufficiale del Parlamento sui tagli previsti dal Governo.

Nel dossier, si evidenzia come secondol'esecutivo i definanziamenti riguarderebbero, per lo più, progetti in essere che sono confluiti nel PNRR e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità.

Tra le principali problematiche:

  • il rispetto delle condizionalità imposte dal Piano, tra cui quelle specifiche per ciascuna misura e quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione;
  • le condizionalità riconducibili al principio del Non Arrecare Danno Significativo (Do-No-Significant-Harm, DNSH);
  • la parcellizzazione degli interventi che, pur essendo incardinati nella titolarità di poche Amministrazioni centrali, ricadono nella competenza di moltissimi soggetti attuatori, tra loro molto diversi per dimensione, capacità amministrativa e finanziaria. Una circostanza che ha comportato una concentrazione degli adempimenti e delle scadenze a carico dei soggetti attuatori, determinando un carico amministrativo di difficile gestione, nonostante gli strumenti di supporto messi a disposizione delle Amministrazioni titolari;
  • il ritardo nella fase di avvio e di selezione dei progetti e delle autorizzazioni, anche in ragione dell’incremento dei costi dei lavori trainato dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia verificatosi nel corso del 2022.

REPowerEU, le risorse destinate al nuovo capitolo di spesa 

Le risorse PNRR derivanti dai definanziamenti delle misure sopra richiamate, di importo pari a 15,9 miliardi, saranno destinate al finanziamento del nuovo capitolo del PNRR dedicato all’iniziativa REPowerEU, il cui ammontare massimo complessivo è pari a 19,2 miliardi di euro e a cui verranno destinati anche:

  • il contributo a fondo perduto REPowerEU assegnato all’Italia (2,76 miliardi di euro);
  • le risorse aggiuntive derivanti dall’aggiornamento del contributo UE PNRR per effetto della variazione del PIL (150 milioni di euro)
  • circa 3 miliardi di euro delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU, sfruttando i nuovi spazi di flessibilità previsti dal Regolamento REPowerEU.

Non solo tagli: tutte le modifiche proposte

I definanziamenti, illustra lo studio, costituiscono soltanto una parte del complessivo quadro finanziario delle proposte di revisione e riprogrammazione del PNRR contenute nel Rapporto. Ai definanziamenti vanno aggiunte anche tutte le rimodulazioni finanziarie di Investimenti presenti all’interno del Rapporto e illustrate nel capitolo 3 del Rapporto.

In particolare, si indicano alcuni settori che saranno oggetto di finanziamenti aggiuntivi (es. asili nido, agricoltura), nonché alcune misure in relazione alle quali sarebbero in corso approfondimenti volti a verificare la possibilità di destinare le risorse liberate a esigenze specifiche (ad es., le risorse del dissesto idrogeologico per la ricostruzione delle zone dell’Emilia-Romagna colpite dalle recenti alluvioni).

Non solo: per alcune delle misure definanziate, le Amministrazioni competenti propongono invece di utilizzare le risorse così liberate per finanziare nuove misure da inserire nel PNRR. È il caso degli “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale” e ai “Piani urbani integrati – progetti generali”, per i quali il Ministero dell’Interno propone di reindirizzare le risorse a favore di misure per il contrasto della povertà energetica e la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico, in particolare prevedendo interventi mirati ai ceti meno abbienti (circa 5,8 miliardi di euro). O ancora: per le misure “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità” e “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” si propone di destinare le corrispondenti risorse PNRR (circa 1 miliardo) a una nuova misura nell’ambito della medesima Componente 3 (ZES unica nel Mezzogiorno).

I dubbi sulla riallocazione delle risorse

Ma c’è un grosso ma: nel Dossier si sottolinea come il Rapporto non specifichi quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal PNRR.

Una determinazione che appare opportuna

  • per i progetti in stadio più avanzato e che rischiano così rallentamenti o incertezze attuative dovute al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte
  • per verificare che le fonti alternative di finanziamento individuate dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato

Detto in altre parole, il Parlamento ritiene opportuno che alla fine i progetti interessati non rimangano al palo, senza ricevere risorse nè da una parte, nè dall'altra.

 

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