Ribassi eccessivi e qualità progettazione, necessario intervenire sui meccanismi di gara

La proposta di Fondazione Inarcassa a commento dei dati ANAC sulle gare aggiudicate con forti ribassi

di Redazione tecnica - 27/05/2022

I ribassi eccessivi nelle gare relative ai servizi tecnici rappresentano solo un’arma a doppio taglio, e vanno contrastati rivedendo i meccanismi di gara. Lo afferma la Fondazione Inarcassa, commentando i dati forniti da ANAC e che evidenzano come a fronte di minori esborsi iniziali, fanno da contraltare una serie di criticità immediatamente evidenti guardando a ciò che avviene dopo l’aggiudicazione.

Appalti aggiudicati con forte ribasso, problemi in fase di esecuzione

In fase esecutiva, i presunti vantaggi dei forti ribassi vengono annullati da ritardi, sospensioni e varianti in corso d’opera, comportando costi e tempi superiori rispetto alle procedure affidate con ribassi congrui. Questi i numeri relativi alle gare con forte ribasso: in media 268 giorni di ritardo sui progetti e 141 giorni di sospensione; il 92% mostra varianti sui progetti, il 66% ritardi e il 76% dei progetti ha almeno una sospensione.

Il quadro delineato è desolante. Come spiega l’ing. Franco Fietta, Presidente della Fondazione Inarcassa, “gli investimenti nel settore delle costruzioni sono crollati ininterrottamente dal 2005 al 2020, anno che ha segnato una prima significativa inversione di tendenza; dopo l’introduzione del codice degli appalti nel 2016 e sino al 2020 è salito il numero delle gare affidate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, mentre è calato proporzionalmente il numero di quelle affidate con il criterio del massimo ribasso; non ci sono differenze significative - in termini economici - nei ribassi di aggiudicazione, tra le gare affidate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e quelle affidate con il criterio del massimo ribasso.

Fietta: inserire tetti minimi per rispettare standard di qualità 

Il Presidente di Fondazione Inarcassa è chiaro nel precisare che le forti riduzioni di prezzo non rappresentano un vantaggio per la PA, come potrebbe sembrare, ma uno svantaggio, considerato l’impatto negativo sulla qualità dei lavori. Una situazione resa ancora più problematica dagli altissimi standard che invece Europa e PNRR richiedono.

Conclude Fietta. “È sempre più evidente la necessità di inserire all’interno delle gare d’appalto un tetto minimo di prezzo affinché la qualità del lavoro mantenga standard adeguati”.

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