Riforma Codice Appalti: le richieste di ANCE al Governo

Secondo l'Associazione sono necessari correttivi immediati e tempi più lunghi per l'entrata in vigore. "Si rischia lo shock da innovazione"

di Redazione tecnica - 20/01/2023

Revisione del testo prima della sua approvazione definitiva, per evitare gli errori del passato ed eventuali shock del mercato. Si può sintetizzare così l’intervento sul nuovo Codice dei Contratti Pubblici di Federica Brancaccio, Presidente ANCE che, insieme al vicepresidente Luigi Schiavo, ha ospitato presso la sede nazionale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili il convegno “Cantiere Italia. Tra Pnrr, emergenze e nuovo Codice appalti”, a cui hanno preso parte anche il Presidente di ANAC, Giuseppe Busia, il Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Luigi Carbone (estensore del testo del nuovo Codice Appalti), il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e il Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici, Massimo Sessa.

Nuovo codice dei contratti: confronto ANCE con Salvini sul futuro dei lavori pubblici

Indispensabile, a parere della presidente Ance, il confronto aperto sul Codice, apportando soluzioni alle criticità riscontrate da più parti e prevedendo anche un periodo transitorio dopo l’approvazione, per prevenire fenomeni di grave entità per il mercato, come il crollo delle gare. Si tratta di una necessità condivisa con il Presidente dell’ANAC, che ha chiesto un rinvio dell’entrata in vigore al 2024.

Sui 35 correttivi richiesti da ANCE, il Ministro Salvini ha confermato che il confronto è aperto: “la bozza del Codice appalti è aperta e permeabile a qualsiasi suggerimento”.

I punti critici secondo ANCE

Partendo da un’analisi dei principi alla base del codice (risultato, fiducia, equilibrio contrattuale, concorrenza e trasparenza), ANCE ha messo in evidenza le contraddizioni tra le norme. A cominciare dal principio del risultato, a cui corrisponde come criterio di aggiudicazione l’eliminazione del tetto massimo al punteggio da attribuire al prezzo in sede di offerta economicamente più vantaggiosa. Di fatto, spiega ANCE, si reintroduce il massimo ribasso.

Altra contraddizione si rinviene sul principio della fiducia alla base del rapporto tra PA e imprese. La definizione sull’illecito professionale, rimane ad avviso di ANCE ancora colpevolista, e per di più ancorata ad accertamenti anche non definitivi, come un semplice rinvio a giudizio e non risulta affatto superata la presunzione di colpevolezza a carico delle imprese. Allo stesso tempo, manca la conferma dello speciale regime di responsabilità erariale previsto dal dl semplificazioni. In questo modo, viene meno una misura nata per superare il fenomeno della “paura della firma”.

Nemmeno il principio dell’equilibrio contrattuale sembra trovare la sua migliore espressione: guardando alle norme sulla revisione prezzi, perché esse siano efficaci prevedono troppi limiti (alea e percentuale di riconoscimento delle variazioni) e dei meccanismi di funzionamento troppo complessi. Non si scongiura quindi il rischio, in caso di aumento dei prezzi, di bloccare tutti i cantieri.

Infine la tutela della concorrenza e della trasparenza, che di base dovrebbe garantire ampio accesso al mercato. Con il nuovo Codice si rischia di ottenere l’effetto contrario perché “per effetto combinato dell’estensione delle procedure negoziate sotto-soglia europea e di quella su settori speciali, ormai del tutto liberalizzati, oltre ai concessionari senza gara, la quasi totalità delle opere pubbliche può essere sottratta al mercato”.

La proposta di un periodo transitorio

Si ribadisce comunque la necessità di tempi maggiori per l’inserimento della nuova normativa, per evitare uno "shock da innovazione” del mercato dei contratti pubblici. Un’esigebna corroborata anche dai tempi dettati dal PNRR: il rischio di stop dovuto all’introduzione della nuova riforma del codice appalti non è compatibile con i tempi richiesti dall’Unione Europea, tanto più che, come sottolinea ANCE, oltre il 70% del tempo si perde nelle fasi pre gara.

Infine, un appello al Ministro Salvini sul meccanismo della compensazione dei prezzi: sicuramente troppo complesso e inefficace, considerando che attualmente sono in pagamento le istanze relative al II semestre 2021. Su 119 milioni di euro di richieste solo il 13% dei fondi è stato erogato, mentre dei 607 milioni previsti dal D.L. Aiuti solo il 2% è stato pagato. Di questo passo, conclude ANCE, saranno necessari 5 anni per completare tutti i pagamenti.

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