Riforma Fiscale: il dossier ANCE sul disegno di legge delega

Nell'analisi del ddl, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili condivide gli obiettivi di stimolo alla crescita, razionalizzazione del sistema tributario e semplificazione degli adempimenti

di Redazione tecnica - 19/04/2023

Dopo l’approvazione da parte del Governo del disegno di legge delega per la Riforma Fiscale, assegnato ora alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati per l’avvio dell’iter parlamentare di definitiva approvazione (1038/C), ANCE ha pubblicato un dossier nel quale analizza articolo per articolo le proposte di riforma dell’intero sistema, corredate con le proprie osservazioni.

Riforma Fiscale: il dossier ANCE sul DDL di delega al Governo

Nello specifico, il dossier è così articolato:

  • Valutazioni generali
  • Principi generali
  • Lo statuto dei diritti del contribuente
  • Irpef
  • Ires
  • Iva
  • Irap
  • Crisi d’impresa
  • Imposte indirette diverse dall’IVA
  • Procedimenti, contenzioso e sanzioni
  • Testi unici
  • Disposizioni finanziarie

Secondo quanto previsto dall’esecutivo, l’approvazione del Disegno di legge dovrebbe avvenire per maggio, per arrivare poi nell’arco di due anni all’adozione dei decreti delegati.

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili evidenzia la propria condivisione per l’impianto generale del disegno di legge delega in riferimento agli obiettivi di stimolo alla crescita, razionalizzazione del sistema tributario e semplificazione degli adempimenti.

La certezza del diritto e la tutela dell'affidamento: la questione Superbonus

Non manca un affondo nei confronti dell’atteggiamento dell’attuale Governo e degli esecutivi passati nei confronti del Superbonus: “Fondamentale il richiamo alla certezza del diritto e alla tutela dell’affidamento del contribuente, principi già contenuti nello Statuto del Contribuente, ma che sono stati disattesi dalle continue modifiche alla legislazione tributaria, tra l’altro con effetti retroattivi. Emblematica in tal senso l’esperienza del Superbonus, per il quale si contano, dal 2020 ad oggi, 19 provvedimenti, per 25 modifiche normative: quasi ogni 45 giorni. Gli effetti di questa incertezza sono valutabili nella crisi finanziaria che sta colpendo decine di migliaia di imprese di costruzioni, che mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

Apprezzamento anche per il riconoscimento dell’importanza della tutela del “bene casa” e degli interventi di risparmio energetico e messa in sicurezza sismica degli immobili, nell’ambito della revisione degli incentivi fiscali, tanto più in considerazione degli obiettivi previsti nell’ambito del Green Deal europeo e fissati per il 2030-2033: “Si tratta di una priorità sostenuta dall’ANCE in ogni occasione in cui ci si è confrontati sul tema della tax expenditures e dalla quale si deve partire per una compiuta riforma degli incentivi in edilizia”.

Riforma dell'IRES

Diverse le puntualizzazioni relative alla riforma dell’IRES:

  • positivo il riscontro sullla volontà di un riordino della disciplina sulla deducibilità degli interessi passivi, in relazione per esempio a quelli relativi ai finanziamenti contratti per la costruzione degli immobili destinati alla vendita attualmente deducibili nei limiti del 30% del ROL;
  • vista in maniera altrettanto positiva l’introduzione di un’aliquota IRES ridotta per la quota di reddito destinata agli investimenti innovativi e alle nuove assunzioni, essendo quello delle costruzioni un settore ad alta intensità di manodopera. In merito allo sgravio per le nuove assunzioni, si auspica che questo possa comportare una riduzione degli oneri a carico dei datori di lavoro, compresi quelli previdenziali, anche con riferimento ai lavoratori già in forza all’impresa;
  • si auspica che la revisione della disciplina delle cd “società di comodo” comporti il ritorno all’obiettivo originario della normativa, con la definizione di un adeguato sistema di cause di esclusione dalla disciplina.

Redditi da locazione

Perplessità invece sul reddito da locazione: sebbene il testo del provvedimento faccia riferimento all’estensione della cedolare secca per le locazioni di immobili non abitativi promosse dalle persone fisiche, per ANCE ciò appare del tutto insufficiente per rispondere alle attuali esigenze di ampliare il mercato degli affitti, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. “Una politica delle locazioni efficace deve puntare ad un duplice obiettivo: da un lato potenziare l’offerta di abitazioni in locazione, in modo da allineare il mercato italiano al mercato europeo, caratterizzato da un’offerta quantitativamente molto più alta; dall’altro migliorare la qualità in modo da soddisfare le nuove esigenze abitative che, nel corso degli ultimi tempi, anche a seguito della pandemia, hanno subito un’evoluzione importante, orientandosi sempre più verso soluzioni sul genere co-working e co-living. Tali bisogni possono essere soddisfatti unicamente da operatori professionali, gli unici in grado di offrire soluzioni “integrate e di qualità”, e che oggi, invece, scontano una tassazione elevata e penalizzante”.

Lotta all'evasione fiscale

Condivisibile, inoltre, la volontà del provvedimento di contrastare l’evasione fiscale, ma, secondo ANCE, non viene dato rilievo al principio di neutralità dell’IVA più volte richiesto dall’Associazione stessa, che dovrebbe sfociare nel definitivo abbandono dello split payment in scadenza al 30 giugno prossimo: “Questo meccanismo, infatti, non ha più ragion d’essere considerato l’uso della fatturazione elettronica”.

Revisione aliquote IVA: garanzie per la prima casa e per interventi di recupero del patrimonio edilizio

Per ciò che concerne la revisione delle aliquote IVA, secondo l’Ance va garantito il mantenimento delle misure ridotte oggi previste, in primis, per l’acquisto della “prima casa”, da considerarsi un bene a rilevanza sociale. Questo anche al fine di evitare ulteriori sperequazioni rispetto a quelle già esistenti tra le vendite da privati di immobili usati, che scontano l’imposta di registro al 2% o 9% sul valore catastale, e quelle da imprese di immobili nuovi (che scontano l’IVA con aliquota al 4% al 10% o al 22% sul valore di vendita).

Allo stesso modo, ribadisce l’Associazione, risulta fondamentale mantenere l’aliquota ridotta per gli interventi di recupero edilizio sui fabbricati esistenti, nonché quella applicabile agli appalti pubblici.

Rigenerazione urbana: il supporto della riforma fiscale

Relativamente, invece, alle altre imposte indirette diverse dall’IVA, ANCE apprezza la volontà di introduzione di una imposta unica ed eventualmente fissa, che accorpi bollo e le imposte ipotecarie e catastali, per i trasferimenti immobiliari che scontano l’imposta di registro. “In tal ambito dovrebbe trovare spazio anche la neutralizzazione dell’imposta di registro nella fase di produzione dei processi di rigenerazione urbana (imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa, a favore degli acquisti di immobili da parte degli operatori specializzati)”.

Sul punto, ricorda ANCE che senza incentivi fiscali la rigenerazione urbana non parte: “la delega fiscale è l’occasione giusta per l’inserimento di un principio generale di detassazione di tali operazioni. Solo in tal modo, si renderebbero fattibili operazioni complesse di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, altrimenti bloccate dall’attuale prelievo espropriativo a carico proprio della fase iniziale d’acquisto del fabbricato vetusto, energivoro e spesso non più idoneo all’uso consentito. Inoltre, l’accorpamento in un unico tributo, da applicare in misura fissa, delle attuali imposte ipotecarie e catastali offre l’opportunità di superare l’anomalia derivante dall’applicazione delle imposte d’atto in misura proporzionale anche alle operazioni di trasferimento di fabbricati strumentali che già scontano l’IVA con aliquota proporzionale (22% o, in limitati casi, 10%)”.

Riforma fiscale: osservazioni su semplificazioni e sanzioni

Viene apprezzato l’intento di armonizzazione dei termini degli adempimenti e dei versamenti e la volontà di semplificazione anche dei controlli fiscali che favoriscano un nuovo rapporto Fisco-Contribuente, privilegiando la “tax compliance volontaria”.

Infine, è condivisibile, anche l’obiettivo di rivedere il sistema sanzionatorio nell’ambito delle imposte dirette, dell’IVA e degli altri tributi indiretti e dei tributi degli enti territoriali, privilegiando il principio di proporzionalità tra violazione contestata e sanzione irrogata. Sul punto, l’Associazione conclude così le proprie valutazioni: “è auspicabile che l’attuazione di tale principio, in particolare per quel che riguarda i tributi locali quali l’IMU, consenta di superare l’ipotesi di decadenza dall’esenzione prevista per i “beni merce” delle imprese edili, in caso di mancata presentazione della dichiarazione IMU”.

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