Rigenerazione urbana: in Senato il disegno di legge

Obiettivo è la realizzazione di politiche di protezione dell’ambiente alternative al consumo e all’impermeabilizzazione di nuovo suolo

di Redazione tecnica - 13/03/2024

La rigenerazione urbana e l’uso sostenibile del suolo sono al centro del disegno di legge A.S. n. 1028, presentato in Senato a iniziativa dei senatori Sironi, Patuanelli e Di Girolamo.

Come specificato nella presentazione del testo, la rigenerazione urbana si pone come alternativa al consumo e all’impermeabilizzazione di nuovo suolo, collocandosi tra quelle politiche di protezione dell’ambiente che, in attuazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione, possono guidare l’intervento dello Stato nelle attività economiche pubbliche e private.

DDL rigenerazione urbana: gli obiettivi

Nel dettaglio il ddl si prefigge il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • favorire il riuso edilizio di aree già urbanizzate edificate e di aree produttive con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti, nonché dei complessi edilizi e di edifici pubblici o privati, in stato di degrado, di abbandono, di; smessi, inutilizzati, in via di dismissione o da rilocalizzare, incentivandone la riqualificazione fisico-funzionale, la sostenibilità ambientale, la sostituzione e il migliora; mento del decoro urbano e architettonico complessivo, senza impermeabilizzazione e senza consumo di nuovo suolo;
  • aumentare la superficie permeabile del suolo nel tessuto urbano, nel rispetto del principio dell’invarianza idraulica, mediante il riuso e la riqualifica dell’edificato esistente, la de-impermeabilizzazione, la rinaturalizzazione, la conservazione delle aree verdi e permeabili esistenti, anche ai fini di incrementare l’assorbimento di CO2 e di consentire l’infiltrazione delle acque;
  • favorire il riequilibrio ambientale e la sostenibilità ecologica incrementando la presenza di aree di verde profondo, il rimboschimento, la biodiversità negli ambiti urbani;
  • mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e degli eventi meteorologici estremi nelle città per prevenire il dissesto idrogeologico e per ridurre il fenomeno delle isole di calore, anche intervenendo con soluzioni tecnologiche, architettoniche e ingegneristiche per l’efficientamento energetico e per la sicurezza sismica;
  • privilegiare interventi di densificazione urbana per il miglioramento della fruizione dei servizi pubblici, anche allo scopo di ridurre al minimo la impermeabilizzazione e il consumo di nuovo suolo;
  • nell’ambito del governo del territorio, associare al criterio del «saldo zero» del consumo di suolo, quelli del pareggio di bilancio dei servizi eco-sistemici, di invarianza idraulica, di rinaturalizzazione, de-impermeabilizzazione e bonifica del suolo già consumato e già impermeabilizzato;
  • innalzare il livello della qualità della vita, nei centri storici come nelle periferie, con servizi di prossimità, integrando funzionalmente aree a verde profondo e spazi naturali, residenze, attività economiche, servizi pubblici e commerciali, attività lavorative, tecnologie e spazi dedicati al lavoro comune e al lavoro agile, servizi e attività sociali, culturali, educativi e didattici, nonché spazi e attrezzature per il tempo libero, per l’incontro e la socializzazione, con particolare considerazione delle esigenze delle persone con disabilità, senza consumo e impermeabilizzazione di suolo;
  • tutelare i centri storici e i siti di interesse culturale, ambientale e paesaggistico nelle peculiarità identitarie, dalle distorsioni causate dall’incontrollata speculazione edili; zia, dalla pressione turistica, dall’abbandono;
  • integrare sistemi di mobilità sostenibile con il tessuto urbano delle aree oggetto di rigenerazione urbana, con particolare riferimento alla rete dei trasporti collettivi, alla ciclabilità e ai percorsi pedonali, senza consumo e impermeabilizzazione di nuovo suolo;
  • favorire la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale allo scopo di soddisfare la domanda abitativa e la coesione sociale, privilegiando il riutilizzo di edifici abbandonati e di aree dismesse e senza consumo e impermeabilizzazione di nuovo suolo;
  • favorire la partecipazione attiva dei residenti alla progettazione e alla gestione dei programmi di rigenerazione urbana;
  • valorizzare le discipline regionali già adottate in materia di rigenerazione urbana, se coerenti con i principi della legge, e adeguare ad essa la restante legislazione regionale.

Rigenerazione ubana: il disegno di legge

La proposta di legge si compone di ventiquattro articoli e di un allegato che riporta la formula per l’equivalenza tra il suolo consumabile e il suolo recuperato.

Il capo II, che tratta della pianificazione della rigenerazione urbana e del consumo di suolo comprende:

  • disposizioni generali e gli adempimenti a carico di regioni, province autonome e comuni disponendo, tra l’altro, che non sia consentito il consumo o l’impermeabilizzazione di nuovo suolo e definendo i tempi e le modalità per la pianificazione territoriale;
  • disposizioni particolari per le opere pubbliche per i suoli contaminati e per l’uso circolare e sostenibile dei suoli escavati con una attenzione alla pubblicazione dei dati e al monitoraggio.
  • precisazioni alla definizione di boschi e foreste disponendo anche misure per il censimento e per la tutela dei boschi di neoformazione.
  • “piano del verde e delle superfici libere urbane”, che introduce l’obbligo per i comuni di dotarsi del Piano del Verde come strumento di pianificazione
  • La partecipazione delle comunità locali nella definizione degli obiettivi dei piani di rigenerazione urbana garantendo ai cittadini la piena informazione.
  • La definizione di tempi e modalità per l’introduzione del bilancio ecologico-economico dei servizi ecosistemici quale strumento per attribuire una valutazione economica delle funzioni ecologiche nei bilanci ambientali e nella pianificazione territoriale al fine di garantire l’uso sostenibile delle risorse naturali e delle funzioni degli ecosistemi.

Di rilievo anche le norme sul ripristino delle condizioni di decoro degli immobili fatiscenti o inutilizzati con la possibilità del comune di acquisire il bene in caso di inadempienza del privato e l’istituzione della baca dati pedologica nazionale.

Il capo IV tratta dei compendi agricoli neo rurali intesi come insediamenti rurali da riqualificare con dotazioni urbanistiche ed ecologiche e delle nuove tecnologie di comunicazione e di trasmissione di dati, in modo da offrire agli stessi un nuovo sviluppo economico e occupazionale. A tal fine si precisa il divieto di cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli.

Nel capo V, dove trovano spazio fondi, incentivi, sanzioni e premi, si istituisce il «fondo per la rigenerazione urbana e per il contrasto del consumo di suolo» con una dotazione da ripartire tra regioni e province autonome nel quale confluiscono le risorse di cui il «fondo per investimenti in rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti» oltre al «fondo per il contrasto del consumo di suolo»; inoltre tra le misure di incentivazione verrà data priorità per gli interventi di riuso e di rigenerazione urbana o di bonifica dei siti contaminati, e il recupero del suolo a fini agricoli o ambientali attraverso la demolizione.

Previste anche sanzioni per i comuni inadempienti e oltre alla garanzia di obblighi di trasparenza.

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