Rotazione personale PA: nuove indicazioni da ANAC

L'alternanza tra professionisti nell'assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, riduce il rischio che possano consolidarsi situazioni di privilegio e l'aspettativa a risposte illegali improntate a collusione

di Redazione tecnica - 08/08/2023

Cartellino giallo per la Regione Lazio, a cui l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha contestato un’applicazione parziale del principio di rotazione ordinaria, nonostante le dimensioni dell’ente ne consentissero la piena attuazione.

Rotazione personale pubblica amministrazione: il richiamo di ANAC

Da qui il richiamo, con alcune indicazioni contenute nell’Atto del Presidente dell’ANAC del 20 luglio 2023, fasc. prot. n. 2220/2023, indirizzate al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza dell’Amministrazione regionale.

In particolare ANAC ha invitato la Regione effettuare una rotazione più efficace nelle aree a più elevato rischio di corruzione, rendicontando l'attività svolta all’Autorità e integrando, a conclusione della riorganizzazione delle strutture amministrative, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione 2023-2025 (PIAO) e la Ricognizione dei processi della Regioneo per il triennio 2023-2025, con altre misure organizzative di prevenzione, con effetto analogo a quello della rotazione.

Secondo Anac, considerata la dimensione dell’Ente, non si può sostenere che la parziale attuazione della misura della rotazione ordinaria da parte della Regione possa essere legata a motivati fattori organizzativi, all’infungibilità riconducibile a mancate professionalità specialistiche, ma soprattutto non si può richiamare l’esiguità del personale.

La rotazione ordinaria del personale

Introdotta dall’art. 1, co. 5, lett. b) della legge n. 190/2012, la rotazione “ordinaria” del personale all’interno delle pubbliche amministrazioni è una delle misure organizzative generali a efficacia preventiva che può essere utilizzata nei confronti del personale assegnato che operano in settori particolarmente esposti alla corruzione ed è considerata una misura fondamentale che il Piano Nazionale Anticorruzione individua e motiva ritenendo che: "l'alternanza tra più professionisti nell'assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l'aspettativa a risposte illegali improntate a collusione".

Come spiega ANAC, la rotazione tuttavia rappresenta anche un criterio organizzativo che può contribuire da un lato alla formazione del personale, accrescendo le conoscenze e la preparazione professionale del lavoratore, elevando il livello di professionalità dello stesso in relazione alle capacità potenziali e future, e dall’altro ad elevare le capacità professionali complessive dell’Amministrazione, senza che ciò determini inefficienze e malfunzionamenti. Proprio per questo motivo l’Autorità ha raccomandato all’Ente di dare concreta attuazione alla misura della rotazione di dirigenti e funzionari nelle aree a più elevato rischio di corruzione.

Le ulteriori attività a supporto della rotazione

Il ricorso alla rotazione deve essere considerato anche in una logica di necessaria complementarietà con le altre misure di prevenzione della corruzione, specie laddove possano presentarsi difficoltà applicative sul piano organizzativo.

Qualora non sia possibile utilizzare la rotazione come misura di prevenzione della corruzione, l’Amministrazione è quindi tenuta a fare scelte organizzative e adottare altre misure di natura preventiva che possono avere effetti analoghi, ad integrazione del PIAO 2023-2025, tra le quali ad esempio:

  • modalità operative che favoriscono una maggiore compartecipazione del personale alle attività del proprio ufficio;
  • misure di articolazione delle competenze (“segregazione delle funzioni”) attribuendo a soggetti diversi;
  • nelle aree identificate come maggiormente esposte a rischio corruzione e per le istruttorie più delicate, meccanismi di condivisione delle fasi procedimentali, affiancando al funzionario istruttore un altro funzionario, in modo che più soggetti condividano le valutazioni degli elementi rilevanti per la decisione finale dell’istruttoria;
  • meccanismi di “doppia sottoscrizione” dei procedimenti, dove firmano, a garanzia della correttezza e legittimità, sia il soggetto istruttore che il titolare del potere di adozione dell’atto finale;
  • individuare di uno o più soggetti estranei all’ufficio di competenza, in aggiunta ai soggetti che assumono decisioni nell’ambito di procedure di gara o di affidamenti negoziati o diretti;
  • meccanismi di collaborazione tra diversi ambiti su atti potenzialmente critici, ad elevato rischio.

Da qui la raccomandazione a comunicare entro 45 giorni le attività predisposte sulla base di quanto segnalato nel provvedimento

 

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