Split payment IVA: arriva la proroga sulla scissione dei pagamenti

Il MEF comunica l'autorizzazione della UE alla proroga del meccanismo fino al 2026. Un differimento che non piace a tutti

di Redazione tecnica - 12/05/2023

In vista dell’attuazione della riforma fiscale, che prevede una revisione organica del sistema, il Ministero dell’economia e delle finanze ha comunicato l'imminente autorizzazione da parte della UE alla proroga dell’applicazione dello split payment (scissione dei pagamenti) dell’IVA, in scadenza il 30 giugno 2023.

Split payment IVA: ok della UE alla proroga

Il meccanismo – già precedentemente autorizzato con decisione di esecuzione 2017/784 del Consiglio Ue e successivamente modificato con decisione di esecuzione 2020/1105 del Consiglio Ue - si applica alle operazioni effettuate nei confronti:

  • delle pubbliche amministrazioni
  • degli enti pubblici economici e delle fondazioni
  • delle società controllate o partecipate da pubbliche amministrazioni o da enti e fondazioni
  • delle società quotate inserite nell'indice FTSE MIB della Borsa italiana.

Con l’autorizzazione, sarà quindi possibile continuare ad applicare lo split payment senza soluzione di continuità e, almeno nella prima fase, nei confronti dei medesimi soggetti oggi interessati dalla misura.

Secondo il MEF, la misura drena liquidità a imprese già in difficoltà finanziaria a causa dei ritardi dei ristori per il caro materiali, anche se non tutti sono di questo avviso.

Le critiche di ANCE alla proroga dello split payment

Secondo la Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, la proroga dell’applicazione dello split payment “è una doccia fredda che peserà sulla situazione finanziaria delle imprese di costruzioni, già alle prese con gravi problemi di liquidità dovuti ai ritardi nell’erogazione delle compensazioni per il caro materiali”.

Brancaccio evidenzia che la misura, nata con l’intento di combattere l’evasione Iva, dovrebbe essere ormai del tutto inutile vista l’introduzione della fatturazione elettronica, che ha permesso allo Stato di recuperare gettito Iva.

Conclude la Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili commentando il differimento dei termini come “Una scelta paradossale che appare in netta contraddizione con un fisco amico, principio previsto dalla annunciata riforma fiscale. Se togliamo altra liquidità alle imprese che hanno il difficile e fondamentale compito di realizzare i lavori del Pnrr e non solo rischiamo di mettere a repentaglio centinaia di opere”.

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