Superbonus 110% e cessione del credito: professionisti contrari all'asseverazione video

Il mondo delle professioni tecniche in rivolta per la richiesta di asseverazione video che attesti l'esistenza dei cantieri di superbonus 110%

di Gianluca Oreto - 19/09/2022
Aggiornato il: 03/10/2022

In questi 28 mesi di applicazione del Decreto Rilancio e delle regole che hanno messo a punto il superbonus 110% e il meccanismo di cessione del credito, sono stati parecchi i momenti in cui il mondo delle professioni tecniche ha percepito una stranissima sensazione di smarrimento. Istanti in cui l'affermazione "abbiamo toccato il fondo" è precipitata in nuove disposizioni, adempimenti e richieste fuori contesto, che hanno messo in dubbio l'esistenza stessa di un'intera categoria professionale.

Superbonus 110% e verifiche documentali

Come se non bastassero 19 correttivi della norma di rango primario (questa settimana dovrebbe arrivare il ventesimo), uno di quella secondaria, 5 guide, 7 circolari applicative, 12 provvedimenti e 224 risposte della direzione centrale dell'Agenzia delle Entrate, e senza considerare chiarimenti, note e interpretazioni da parte di Enea, del MiTE e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, a professionisti e imprese è stato richiesto un lavoro suppletivo la cui utilità proviene dalla scarsa percezione e conoscenza delle caratteristiche stesse che riguardano le professioni regolamentate.

Dopo l'ultima circolare n. 24/E dell'Agenzia delle Entrate che, valicando i confini normativi, è entrata a gamba tesa sul concetto di responsabilità solidale (che probabilmente sarà stemperato dalla prossima conversione in legge del Decreto Aiuti-bis), adesso arriva una nuova richiesta. Questa volta da una delle principali società di consulenza a cui le Banche affidano la verifica dei requisiti richiesti per la cessione del credito.

Asseverazione video e cessione del credito

La denuncia arriva direttamente dai professionisti a cui Deloitte ha recentemente richiesto di produrre una attestazione video (con tanto di copione) che attesti la veridicità del SAL 30% necessario per la cessione dei crediti maturati a seguito di interventi rientranti nel superbonus 110%.

Come espressamente richiesto, il tecnico che rilascia le asseverazioni dovrà effettuare un breve video descrittivo dell’intervento. Il video dovrà essere registrato presso l’immobile oggetto dell’intervento. L’immobile dovrà essere riconoscibile (ad esempio inquadrando il cartellone di cantiere e il civico e l’immobile nel contesto dell’aerea circostante). All’interno del video il tecnico dovrà confermare gli importi e gli interventi asseverati, inquadrando le lavorazioni eseguite. E’ richiesto un video per ogni asseverazione rilasciata.

In particolare, è richiesto:

  • Un video per singolo SAL (solo se l’intervento prevede SAL, altrimenti si procede con i video nella fase di Fine Lavori);
  • Un video per singola asseverazione (Asseverazione ENEA 110%, Asseverazione Sismica 110% e Asseverazione bonus inferiori al 110%);
  • Il video non dovrà durare più di 5 minuti.

Di seguito una tabella con le istruzioni esemplificative:

Cosa spiegare nel video Cosa inquadrare nel video

Sono NOME COGNOME, tecnico asseveratore dell’intervento relativo all’immobile sito
in __________via __________ numero __________. I sub oggetto di intervento sono i n. __________di cui n. __________unità abitative e n. __________pertinenze.
L’intervento complessivo riguarda interventi di __________ (Ecobonus 110%/Sismabonus 110%/Bonus inferiori al 110%: specificare se bonus facciate, ristrutturazione edilizia 50%, ecobonus 65%, ecc…).
E più in particolare l’intervento riguarda __________ (es: l’installazione del cappotto termico, la sostituzione degli infissi, la sostituzione della caldaia, ecc…..). L’importo totale dei suddetti interventi è pari ad euro __________.

In data GG/MM/AAAA ho asseverato lavori per un importo pari ad euro __________. L’asseverazione è relativa al __________ (I°/II° SAL / Fine Lavori).
L’Asid dell’asseverazione ENEA è il seguente __________ [in caso di ecobonus].
Il codice identificativo dell’asseverazione sismica è il seguente __________ [in caso di sismabonus].
[in caso di interventi relativi a bonus inferiori al 110% non è necessario indicare il riferimento dell’asseverazione]

Alla data della suddetta asseverazione sono stati eseguiti lavori di __________ (es: installazione parziale del cappotto, sostituzione parziale degli infissi).
Gli ulteriori interventi verranno effettuati nei prossimi SAL (spiegare brevemente il cronoprogramma dell’intervento). [solo per SAL, non richiesto in fine lavori].
[Spiegare eventuali cambiamenti/differenze – se presenti- rispetto al computo iniziale. Ad esempio il committente ha deciso di aggiungere anche il fotovoltaico o di optare per la sostituzione degli infissi non inizialmente previsti]

A CURA DEL TECNICO ASSEVERATORE
Inquadrare tecnico e tesserino ordine e documento di identità in corso di validità
Ai fini dell’identificazione dell’immobile, inquadro il cartellone del cantiere dove potete vedere i relativi dettagli, immobile [ove presente], ed il civico dell’immobile. A CURA DLE TECNICO ASSEVERATORE /SOGGETTO DELEGATO DAL TECNICO
inquadrare il cartellone di cantiere ove presente ed il civico
dell’immobile oggetto di intervento.
Ai fini della verifica di quanto indicato nell’asseverazione, si mostrano gli interventi eseguiti [è necessario mostrare le lavorazioni eseguite spiegando brevemente l’intervento.] A CURA DLE TECNICO ASSEVERATORE /SOGGETTO DELEGATO DAL TECNICO
Inquadrare gli interventi eseguiti.

N.B. In caso di interventi che riguardano esclusivamente gli impianti (caldaia, fotovoltaico, accumulo) o gli infissi effettuati presso villette unifamiliari o in singoli appartamenti (in caso di appartamenti in condominio non deve trattarsi di intervento trainato), il video può essere effettuato anche dall’installatore e non dal tecnico asseveratore. Dovranno essere comunque forniti i dati del soggetto installatore e la sua qualifica, il video dovrà identificare l’immobile e dovranno essere mostrati gli interventi eseguiti, inquadrando anche la matricola del macchinario installato. Inoltre, è necessario che l’asseveratore produca un altro video – con le informazioni relative alla parte di propria competenza – come indicato in tabella.

Un'asseverazione video non richiesta dalla normativa di rango primario e che lede la dignità (già ampiamente calpestata) di un professionista che già produce attestazioni e asseverazioni, ma a cui si chiede di diventare regista e produttore di quella che senza alcun dubbio può essere definita una commedia (o un horror).

Si ricorda, infatti, che per avere accesso al superbonus 110% e procedere con la cessione del credito, è già necessario produrre la seguente documentazione (firmata da un professionista abilitato):

  • l'apertura e la chiusura di una pratica edilizia (CILAS, SCIA o PdC);
  • l'attestato di prestazione energetica (APE) prima e post intervento;
  • la relazione energetica;
  • le attestazioni per il rispetto dei requisiti minimi previste dai due decreti del MiSE 6 agosto 2020;
  • l'asseverazione di cogruità delle spese sostenute;
  • le asseverazioni previste per il raggiungimento del SAL;
  • il visto di conformità.

La denuncia dell'Ordine degli Architetti PPC di Padova

La richiesta di Deloitte ha già ricevuto il commento da parte di Ordini, Associazioni e professionisti. Ne riporto di seguito qualcuno.

Ecco il commento dell'Arch. Roberto Righetto, Presidente Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Padova.

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, della Provincia di Padova esprime il proprio sconcerto in merito alla richiesta avanzata negli ultimi giorni dalla piattaforma Deloitte di produrre dei Video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti per provare di aver eseguito almeno il 30 % dei lavori del Superbonus ai fini della cessione del credito.

Lo sconcerto deriva dal fatto che una piattaforma come Deloitte che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari come IntesaSanPaolo richiede ulteriore documentazione e adempimenti ai professionisti a soli 14 giorni dalla scadenza del 30 settembre.

Tale richiesta risulta da un lato intempestiva e vessatoria, andando a scontrarsi con la programmazione dell’attività lavorativa impostata a tal fine dai professionisti, dall’altro rappresenta un appesantimento di adempimenti non obbligatorio e non richiesto dalla normativa.

Comprendiamo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali (ahinoi inevitabili) truffe, ma a tal fine è assurdo che dopo aver richiesto di produrre l’asseverazione di noi tecnici, averci fatto sottoscrivere una specifica polizza a copertura della quota del SAL verificata anche da Enea, dopo aver introdotto l’obbligo dell’invio di una pec ai committenti e all’impresa contenente dichiarazioni e tutta la documentazione probatoria possibile (foto, sal, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure) vengano richiesti ulteriori dimostrazioni di veridicità delle nostre dichiarazioni.

E’ sintomo di una profonda mancanza di rispetto nei confronti delle nostre categorie professionali che stanno impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà come ci viene richiesta dalla pubblica amministrazione.

Le regole non si cambiano in corsa, e non si impongono last minute 10 gg prima delle scadenze.

La nostra rappresenta una presa di posizione non contrattabile: le nostre asseverazioni già ci espongono a responsabilità professionale civili penali e patrimoniali; le garanzie già ci sono.

Molti professionisti stanno lavorando in condizioni di fortissimo stress, assieme a tutti gli operatori del settore (clienti, imprese, verificatori, operatori finanziari, pubblici funzionari), e già ci giungono notizie di conseguenze anche a livello di salute di alcuni di essi.

Rimaniamo fiduciosi nell’accoglimento della presente istanza, e in un ripensamento di quanto richiesto da parte di Deloitte

La denuncia dell'Ordine degli Architetti PPC di Perugia

A pochi giorni dal 30 Settembre, scadenza entro la quale occorre provare, per gli edifici unifamiliari, di aver eseguito almeno il 30% dei lavori per poter ultimarli entro il 31/12/2022, una nota società di verifica, a cui si affidano i principali istituti bancari del paese, chiede ai professionisti di depositare nella sua piattaforma un vero e proprio cortometraggio.

È questo che denuncia Paolo Moressoni, a nome del Consiglio dell’Ordine degli Architetti di Perugia, aggiungendo che la medesima società richiede inoltre di depositare via posta certificata ai comuni una dichiarazione del raggiungimento della soglia del 30% dei lavori.

Entrambe le richieste, sottolineano dall’Ordine, sono improprie, inappropriate, intempestive e vessatorie.

Infatti, stando a quanto disposto nelle indicazioni emanate, lo scorso 06.09.2022, dalla Commissione Consultiva (a cui partecipa anche Agenzia delle Entrate) per il monitoraggio e l’applicazione dei Superbonus istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il direttore dei lavori, per la certificazione del raggiungimento dei lavori effettuati nella percentuale del 30% dell’intervento complessivo, al 30 settembre 2022, redigerà un’apposita dichiarazione, basata su idonea documentazione probatoria, da tenere a disposizione di un eventuale richiesta degli organi di controllo e che dovrà essere allegata alla documentazione finale.

Nessun video è richiesto e nulla va inviato ai Comuni, fanno sapere dall’Ordine, e si sottolinea invece che il Direttore dei Lavori esercita, anche nei Superbonus, un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà.

Infatti viste anche le rilevanti responsabilità assegnategli dalla Legge, è evidente che ha come preciso compito quello di far emergere la verità, pertanto, come riportato nelle indicazioni della Commissione, dovrà basarsi su idonea documentazione probatoria, ma allo stesso tempo gode di “libertà di forma”.

Per questo motivo l’Ordine degli Architetti invierà formale diffida alla società di verifica invitando anche i suoi clienti, ovvero gli Istituti di Credito che ne richiedono i servizi, e l’Associazione Bancaria Italiana ad intervenire.

Ad esempio nei Lavori Pubblici, si evidenzia ancora nella nota dell’Ordine, determinare lo stato di avanzamento di un lavoro ad una certa data, richiede una serie di attività di rilievo e di predisposizione della relativa documentazione probatoria che certamente, come ben si comprende, non può essere fatta antecedentemente alla data stessa.

Infatti normalmente i contratti prevedono un ragionevole tempo di 30 giorni per l’emissione dei documenti necessari. Anche in questo caso è evidente che è necessario un tempo ragionevole dal 30 settembre (e non entro il 30/09/2022) come invece richiede la società di verifica.

Proprio per sostenere i propri iscritti in questa attività l’Ordine ha stipulato un’apposita convenzione con la App innovativa TrueScreen che consente di “notarizzare” i documenti garantendone la data certa, l’immodificabilità e l’integrità digitale; un sistema probatorio inoppugnabile anche in caso di giudizio.

Quanto al video, sottolineano dall’Ordine, che la società ha addirittura definito il copione, la sceneggiatura e addirittura fornisce le indicazioni su come e cosa inquadrare mentre il Direttore dei Lavori recita il testo previsto girando per il cantiere.

Il problema, evidenziano dall’Ordine, che se tali richieste non vengono eliminate e non si torna alla ragionevolezza e al ruolo “certificatorio” già previsto per legge in capo al Direttore dei Lavori, si crea un precedente pericolosissimo, ma soprattutto si mina il già difficile percorso che ha portato un cliente a firmare un contratto di cessione con un Istituto di Credito facendolo venir meno per inadempienza di regole (improprie) sopraggiunte. Insomma perderebbe la possibilità di cedere il credito alla Banca.

Se le cose rimangono come illustrato i cittadini bene comprendono che le ulteriori attività professionali richieste incidono pesantemente nella programmazione dell’attività lavorativa che tutti i colleghi hanno già messo a punto per la suddetta scadenza.

L’Ordine degli Architetti è più determinato che mai per evitare che i professionisti vengano vessati con tali richieste ma soprattutto per evitare che i cittadini perdano i propri benefici.

La denuncia del Network delle Professioni Tecniche 

Altra denuncia arriva dall'Associazione "Network delle Professioni Tecniche" con direttivo formato dall'ing. Roberto Masciopinto (presidente), dall'arch. Maria Cristina Angiuli (vice presidente), dall'ing. Stefano Iacovino (segretario) e l'ing. Rocco Ferrini (tesoriere).

Di seguito il comunicato completo.

L’associazione Network delle Professioni Tecniche ha lo scopo di attuare, senza fini di lucro, iniziative scientifiche, culturali, di servizio e ricreative a favore degli associati, nonché di promuovere all’esterno l’attività, l’immagine ed il ruolo sociale delle professioni tecniche.

Essa ha inoltre lo scopo di acquisire, elaborare e trasmettere informazioni in materia tecnica, al fine di coadiuvare l’attività dei professionisti.

Il Network delle Professioni Tecniche, quindi, rappresenta e riunisce tanti professionisti architetti, ingegneri, agronomi, geologi e geometri che in questi due anni si sono assunti responsabilità come asseveratori delle opere oggetto di Superbonus e che con professionalità e diligenza hanno “risposto” con documentazione probante a tutte le richieste degli Enti preposti,

DEVE FARSI PORTAVOCE

dello sconcerto di tutti i professionisti tecnici (e non solo) difronte alla richiesta della Piattaforma Deloitte di produrre video a titolo di “prova” sull’operato professionale; il comunicato/circolare diramato, come sempre, work in progress ancora una volta a “cambiare le carte in tavola” è sconcertante!

La richiesta risulta offensiva e lesiva della professionalità di tutti noi che con il ruolo di asseveratore ci siamo assunti le responsabilità richieste dalla Legge tutelando i nostri Committenti anche con apposita Polizza Professionale.

A norma di Legge siamo tenuti a produrre per i nostri committenti solo la documentazione richiesta a corredo delle pratiche edilizie e fiscali e non documentazione diverse per una società privata al solo fine di certificare un lavoro che devono svolgere per il proprio Istituto di Credito.

Nessuno degli Enti preposti al corretto svolgimento dell’Iter del Superbonus (Enti, Enea, AdE) richiede quello che di fatto è un sopralluogo di controllo di una società privata che ha lo scopo di garantire la veridicità dei dati che trasmette all’Istituto di Credito.

La presunzione di dolo non può essere la discriminante per la richiesta assurda di chi evidentemente non conosce l’andamento e le dinamiche di cantiere ed è, ribadiamo, offensivo oltre che illecito a pochi giorni dalla scadenza del 30 settembre.

Auspichiamo pertanto che la società Deloitte corregga le richieste del proprio portale eliminando il VIDEO-PROVA al fine di garantire ai colleghi di non aggravare la mole di documentazione da produrre al fine della verifica del raggiungimento del 30% dei lavori eseguiti alla data del 30 settembre 2022.

La denuncia di Inarsind

Ancora gravissimi problemi in area 110%. Incredulità, stupore, e alla fine indignazione. Sono queste le reazioni prima registrate, poi ritrasmesse con la richiesta di un immediato dietrofront. E’ la durissima reazione di Inarsind, l’Associazione Sindacale di Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti, dopo aver ricevuto le vibranti proteste dell’intera categoria rappresentata, a seguito della richiesta di DELOITTE di inserire - appunto nella Piattaforma DELOITTE, banca e cessione del credito - un video per ogni asseverazione rilasciata. La pretesa è di avere un video per singolo SAL - solo se l’intervento prevede SAL, altrimenti video nella fase di Fine Lavori - un video per singola asseverazione: Asseverazione ENEA 110%, Asseverazione Sismica 110% e Asseverazione bonus inferiori al 110%.

In una perentoria lettera appena inviata da Inarsind proprio a DELOITTE, si afferma che “Si tratta di una richiesta che innanzitutto offende intere categorie di professionisti perché denota al di là di ogni reale intenzione, un pregiudiziale sospetto verso la non veridicità dell’asseverazione già prevista e che da sola dovrebbe essere considerata, come lo è per le norme che regolano la materia, sufficiente ad attestare la responsabilità del professionista. Invece si richiede che venga aggiunta la prova, trascurando che l’asseverazione non è una semplice affermazione, ma è già una Certificazione, nei modi previsti dalla legge, della verità di un fatto, di un documento, di una dichiarazione, o della conformità al testo originale di una traduzione”.

“Tralasciamo prosegue il testo Inarsind - gli ulteriori oneri che dalla richiesta derivano nella conduzione dei lavori, dal momento che comunque lo si voglia vedere (è il caso di dirlo) un video a cui si attribuisce una così determinate importanza dovrà essere eseguito da personale adeguato per numero e qualifica. Non ci sembra, invece, sia da trascurare che questa richiesta giunge nuova e non prevista da alcun iniziale accordo sottoscritto tra DELOITTE e l’asseveratore, non supportata da alcuna norma che la preveda e che per i SAL emessi la reale fattibilità di quanto richiesto, ovvero confermare gli importi e gli interventi asseverati, inquadrando le lavorazioni eseguite potrebbe risultare impossibile, ponendo in serie difficoltà Professionisti e Committenti”.

“Riteniamo inoltre – insiste Inarsind - che non siano state adeguatamente valutatele le conseguenze in materia di tutela della privacy nella produzione di un video che, inevitabilmente, comprenderebbe parti di abitazioni private che, pur non oggetto di bonus sarebbero coinvolte dalle riprese”.

“Vi invitiamo quindi a recedere dalla richiesta avanzata - conclude la missiva - favorendo, con ciò, gli adempimenti che gli assevera tori sono chiamati ad assolvere per la realizzazione di opere che, pur nel travagliatissimo percorso che ne ha contraddistinto l’attuazione, consideriamo di utilità per l’intero Paese”.

La denuncia dell'Ordine degli Architetti PPC di Catania

Ci chiediamo come sia possibile. Ci chiediamo quali altre vessazioni la nostra categoria debba subire, prima di essere riconosciuta quale “garante” della professionalità acquisita con titoli di studio, esami di Stato, requisiti di legge.

Quali garanti dello Stato, gli architetti sono veri e propri pubblici ufficiali nella loro funzione di certificatori. Progettazione e direzione lavori sono diventati un vero e proprio “slalom” tra burocrazia, normative e adempimenti.

Siamo davvero stanchi di vedere sminuito il nostro ruolo. A cosa serve il nostro timbro?
A cosa serve il nostro titolo?
A cosa serve essere “architetti” oggi?

Attendiamo risposte.

La nota congiunta degli Architetti

Altra denuncia arriva da una nota inviata da alcuni Ordini degli Architetti P.P.C. direttamente a Deloitte Consulting, al CNAPPC, al Ministero della Giustizia, al Ministero della Transizione Economica, al Ministero dell'Economia e delle Finanze, all'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e al Garante della privacy.

Di seguito la nota completa.

Spett.le Deloitte Consulting S.r.l.,

gli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, delle province di: Agrigento, Arezzo, Ascoli Piceno, Avellino, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Bolzano, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Cremona, Crotone, Cuneo, Enna, Fermo, Firenze, Frosinone, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, L'aquila, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Messina, Napoli, Nuoro, Oristano, Padova, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Taranto, Teramo, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vercelli, Verona, Vibo Valentia.

Ritengono doveroso inviare questa nota a seguito di numerose segnalazioni, da parte dei propri iscritti, aventi ad oggetto la richiesta da parte della vostra piattaforma di produrre dei video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti per provare di aver eseguito almeno il 30 % dei lavori del Superbonus entro il 30 settembre ai fini della cessione del credito.

Si ha l’obbligo di segnalare che la vostra richiesta, a pochi giorni dalla scadenza del 30 settembre, risulta intempestiva e vessatoria in quanto il rispetto della suindicata scadenza, oltre a rappresentare un adempimento non obbligatorio e non richiesto dalla normativa, determinerebbe gravi inconvenienti nel normale svolgimento della programmazione dell’attività lavorativa.

Pur comprendendo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali truffe, risulta assurdo richiedere la redazione di un video a dimostrazione della veridicità delle attività edilizie effettuate, dopo aver già redatto una asseverazione corredata da specifica polizza assicurativa e con allegati documenti fotografici del cantiere, stati di avanzamento lavori, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure etc etc.

La vostra richiesta denota una profonda mancanza di rispetto nei confronti di una categoria professionale che sta impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà, così come ci viene richiesto dalla pubblica

La nostra rappresenta una presa di posizione non contrattabile: già le asseverazioni espongono i professionisti a responsabilità civili, penali e patrimoniali; dovrebbero bastare quale garanzia a copertura delle prestazioni rese.

Obbligare alla realizzazione di un video che abbia quale oggetto le abitazioni dei committenti potrebbe inoltre esporre i professionisti ad ulteriori azioni a tutela della sfera della privacy.

Rimaniamo fiduciosi in un sollecito ripensamento di quanto richiesto da parte della vostra società.

La denuncia dell'Ordine degli Architetti di Prato

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, della Provincia di Prato esprime il proprio sconcerto in merito alla richiesta avanzata negli ultimi giorni dalla piattaforma Deloitte di produrre dei Video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti per provare di aver eseguito almeno il 30 % dei lavori del Superbonus ai fini della cessione del credito.

Lo sconcerto deriva dal fatto che una piattaforma come Deloitte che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari come IntesaSanPaolo richiede ulteriore documentazione e adempimenti ai professionisti a soli 14 giorni dalla scadenza del 30 settembre.

Tale richiesta risulta da un lato intempestiva e vessatoria, andando a scontrarsi con la programmazione dell’attività lavorativa impostata a tal fine dai professionisti, dall’altro rappresenta un appesantimento di adempimenti non obbligatorio e non richiesto dalla normativa.

Comprendiamo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali (ahinoi inevitabili) truffe, ma a tal fine è assurdo che dopo aver richiesto di produrre l’asseverazione di noi tecnici, averci fatto sottoscrivere una specifica polizza a copertura della quota del SAL verificata anche da Enea, dopo aver introdotto l’obbligo dell’invio di una pec ai committenti e all’impresa contenente dichiarazioni e tutta la documentazione probatoria possibile (foto, sal, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure) vengano richiesti ulteriori dimostrazioni di veridicità delle nostre dichiarazioni.

E’ sintomo di una profonda mancanza di rispetto nei confronti delle nostre categorie professionali che stanno impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà come ci viene richiesta dalla pubblica amministrazione.

Le regole non si cambiano in corsa, e non si impongono last minute 10 gg prima delle scadenze.

La nostra rappresenta una presa di posizione non contrattabile: le nostre asseverazioni già ci espongono a responsabilità professionale civili penali e patrimoniali; le garanzie già ci sono.

Molti professionisti stanno lavorando in condizioni di fortissimo stress, assieme a tutti gli operatori del settore (clienti, imprese, verificatori, operatori finanziari, pubblici funzionari), e già ci giungono notizie di conseguenze anche a livello di salute di alcuni di essi.

Rimaniamo fiduciosi nell’accoglimento della presente istanza, e in un ripensamento di quanto richiesto da parte di Deloitte.

La denuncia dell'Ordine degli Architetti PPC di Catanzaro

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, della Provincia di Catanzaro esprime la propria preoccupazione in relazione alla richiesta recentemente avanzata dalla piattaforma Deloitte di produrre dei Video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti in merito all’effettiva esecuzione della soglia del 30% dei lavori Superbonus ai fini della cessione del credito.

Tale richiesta risulta tanto intempestiva, giacché giunge a circa due settimane dalla data di scadenza, quanto vessatoria, poiché non solo non prevista da una norma che già di per sé ha vissuto sin dalla sua nascita un complessivo fieri discutibile, ma addirittura tende a rappresentare in maniera assolutamente distorta il mondo dei professionisti.

Sebbene sia comprensibile la necessità degli operatori finanziari di tutelare la propria attività, ciò non può d’altra parte avvenire a discapito di quelle dei professionisti, già ampiamente impegnati, in termini strettamente normativi, ad una serie non banale di obblighi. Le copiose asseverazioni, con rilevantissime responsabilità professionali, civili, penali e patrimoniali, la specifica polizza a copertura della quota SAL (verificata anche da Enea), l’obbligo dell'inoltro di pec a committenti ed impresa con tutta la prodotta documentazione probatoria, unitamente ai vincoli ed alle strette maglie normative, costituiscono già elemento più che sufficiente per garantire gli operatori come anche, ci consentirete, i professionisti che non possono essere additati come il collo d’imbuto di un percorso normativo e di cantiere che, in vero, solo grazie alla abnegazione dei colleghi, investiti quasi settimanalmente da interventi normativi talvolta più che discutibili, ha visto sino ad oggi il superbonus procedere.

Fortemente stigmatizziamo questo nuovo intervento della piattaforma che aggiungendosi in maniera davvero vessatoria al già discutibile quadro normativo, reca grave nocumento ai professionisti tutti, gettando sul settore un’ombra che non solo i colleghi non meritano ma che nessuno si può permettere di suggerire.

Proprio in questo quadro l’Ordine degli Architetti P.P.C. ha sottoscritto insieme ad altri 67 Ordini Provinciali italiani una nota di profonda rimostranza alla DELOITTE CONSULTING.

Restiamo vigili in attesa di un rettifica da parte della piattaforma, affinché l’attento e meritorio impegno dei professionisti sia reso da un lato opportunamente sereno nel suo realizzarsi e dall’altro correttamente riconosciuto.

Lettera aperta sulla dignità calpestata del professionista tecnico

Una lettera aperta è stata inviata alla Rete delle Professioni Tecniche, al Consiglio Naz. Geometri e Geom. Laureati, al Consiglio Nazionale Ingegneri, al Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministero della Transizione Ecologica, a Intesa San Paolo, al Collegio Geom. e Geom. Laureati di Pavia, alla Fondazione Geometri e a Federgeometri.

Ecco di seguito i contenuti della lettera aperta.

Inoltro la presente, perché appare doveroso portare alla Vostra attenzione l’ennesimo attacco alle  professioni tecniche poste in essere negli ultimi anni dai gruppi di consulenza degli Istituti bancari nell’ambito della cessione del credito derivante dai bonus edilizi.

La situazione è divenuta ormai intollerabile, arrivando ad assumere anche contorni grotteschi.

In qualità di Progettista/ D.L. e Asseveratore per cantieri bonus 110%  e affini, da circa due anni, sto lottando, così come i miei colleghi, con le assurde richieste che vengono avanzate dalle piattaforme quali Deloitte / Pwc ecc. 

Io e i miei Colleghi abbiamo assistito, purtroppo impotenti, ad una crescita esponenziale delle richieste; richieste per lo più inutili e comunque  quasi sempre  assolutamente incoerenti rispetto agli interventi; richieste che appare evidente, provengono da soggetti assolutamente estranei alla professione, che non hanno mai avuto alcun contatto con un cantiere o, semplicemente, con una pratica edilizia in generale.

Al fine di non danneggiare i committenti, si è sempre cercato di assecondare le richieste documentali ma questa mattina, entrando nel portale di Deloitte (portale che opera per la Banca Intesa San Paolo) ho notato che tra i documenti necessari, sia per la fine lavori che per i singoli  Sal, viene richiesto che il Tecnico Asseveratore faccia un video  davanti al cantiere mostrando il proprio tesserino e un documento d’identità,  inquadrando il numero civico o il cartello del cantiere;

Come si evince dalle istruzioni tecniche che allego, viene richiesto al professionista di ripetere quelli che sono i dati già indicati e certificati nell’Asseverazione inviata ad ENEA, oltre a richiedere che vengano mostrati gli interventi. Si precisa che già viene richiesta documentazione fotografica post intervento.

Trovo che questa richiesta sia assolutamente aberrante e che svilisca e mortifichi il nostro ruolo e la nostra professione.

Nella filiera dei bonus edilizi noi tecnici siamo quelli che si assumono le responsabilità maggiori, in particolare quando operiamo in qualità di asseveratori.

Abbiamo accettato di buon grado di assumerci tali responsabilità, ci siamo fatti carico di spese aggiuntive per garantire la regolarità del nostro operato (polizze assicurative ad hoc) pertanto,  ritrovarci ad essere costretti ad esibirci davanti ad una telecamera mostrando i nostri documenti alla stregua di soggetti sotto custodia è inaccettabile; E’ una pretesa che svilisce non solo la nostra dignità  come persone ma anche e soprattutto come professionisti.

Deloitte, infine, precisa  che la mancata allegazione del video costituisce causa di rigetto della pratica.

Ancora una volta noi tecnici siamo costretti a scegliere tra il dovere e il diritto di tutelare  la nostra professionalità e l’esigenza di non danneggiare i nostri clienti.

Mi auguro che La Rete delle Professioni Tecniche così come i vari Ordini professionali  intervengano duramente  in difesa dei propri iscritti, segnalando la situazione e facendo pressione nelle opportuni sedi affinché questo ennesimo scempio venga eliminato.

La denuncia dell'Ordine degli Architetti PPC di Agrigento

La Mendola, pretendiamo rispetto per i professionisti onesti, che sono al lavoro per garantire l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio.

Superbonus: una barzelletta! Non bastano le asseverazioni del professionista incaricato, regolarmente iscritto all’Ordine; non bastano le polizze a carico degli stessi  professionisti, a copertura di eventuali errori; non basta neanche l’infelice introduzione, da parte dello Stato, di mortificanti sanzioni aggiuntive a carico dei professionisti asseveratori, che in atto possono essere condannati sino a cinque anni di carcere e possono essere destinatari di multe sino a 100.000 euro, anche per avere semplicemente mal interpretato un regolamento edilizio o per avere  omesso informazioni sui requisiti tecnici dell’intervento.

Adesso la piattaforma Deloitte, che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari di Intesa San Paolo, pretende addirittura un video a dimostrazione della veridicità delle asseverazioni dei professionisti, per provare l’avvenuta esecuzione dei lavori del Superbonus, per una percentuale non inferiore al 30%, ai fini della cessione del credito. Tutto ciò mortifica la professionalità dei professionisti, valicando anche i limiti imposti dalle più elementari norme per garantire la privacy.

"Riteniamo gravissime le richieste di questa piattaforma - afferma il Presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento Rino La Mendola - in quanto mortificano la professionalità dei tecnici incaricati, che sono stati già abbastanza vessati dallo Stato con sanzioni pesantissime, in caso di errori nelle asseverazioni".

"Siamo davvero alla frutta, continua il Presidente dell’Ordine agrigentino; in questo contesto potremmo aspettarci che presto qualcuno imponga anche la registrazione dei video sulle operazioni chirurgiche, al fine di verificare la veridicità dei referti stilati durante gli stessi interventi. Non riteniamo giusto che l’incapacità dello Stato di punire, con severità ed immediatezza, chi sbaglia e si rende autore di frodi o di truffe, si traduca in ulteriore burocrazia ed in una crescente vessazione dei professionisti onesti, che stanno proficuamente lavorando per garantire l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio, alimentando un processo virtuoso che, nel corso del 2021, ha notevolmente incrementato il Prodotto Interno Lordo (PIL) dello Stato e raddoppiato il fatturato delle imprese del settore edile".

"Gli architetti agrigentini, conclude La Mendola, pretendono un deciso intervento dei vertici nazionali della categoria, presso i soggetti competenti, affinché vengano immediatamente revocate regole vessatorie ed arbitrarie come quelle introdotte dalla piattaforma “Deloitte”".

Lettera-reclamo di un libero professionista al proprio Ordine professionale

Sull'argomento registriamo la lettera-reclamo predisposta da Claudia Volontè, Ingegnere edile-architetto libera professionista, da inviare al proprio presidente dell'Ordine professionale.

Riportiamo di seguito i contenuti di questa lettera ad oggetto: reclamo in merito in merito alla richiesta avanzata negli ultimi giorni dalla piattaforma Deloitte di produrre dei Video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti.

La presente, appoggiandosi ad un comunicato stampa del 17/09/2022 del Collega Arch. Roberto Righetto,

Presidente Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Padova, per sottolineare PERSONALMENTE ancora di più e ancora una volta lo sconcerto derivante dal fatto che una piattaforma come Deloitte, che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari come IntesaSanPaolo, richieda ulteriore documentazione e adempimenti ai professionisti pochi giorni dalla scadenza del 30 settembre.

Tale richiesta risulta intempestiva e vessatoria, rappresenta un appesantimento di adempimenti non obbligatorio e non richiesto dalla normativa, e addirittura retroattivo per rapporti e contratti già in essere, oltre che con dubbia possibilità di essere ritenuto incentivabile per il committente, e di cui non sono ben chiari i risvolti in merito alla tutela della privacy dello stesso.

La cosa però più grave, a mio avviso, pur comprendendo la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali (ahinoi inevitabili) truffe, ma a tal fine è assurdo che dopo aver richiesto copia della documentazione di CILAS timbrata e trasmessa al Comune, di produrre l’asseverazione di noi tecnici, averci fatto sottoscrivere una specifica polizza a copertura della quota del SAL/intero importo verificata anche da Enea, dopo aver introdotto l’obbligo dell’invio di una pec ai committenti e all’impresa contenente dichiarazioni e tutta la documentazione probatoria possibile (foto, sal, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure) vengano richiesti ulteriori dimostrazioni di veridicità delle nostre dichiarazioni, mettendo in dubbio la nostra professionalità COME CATEGORIA INTERA.

Questa insulsa richiesta è palese sintomo di una profonda mancanza di rispetto nei confronti delle nostre categorie professionali, che stanno impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà come ci viene richiesta dalla pubblica amministrazione.

Le regole non si cambiano in corsa, non si impongono unilateralmente,  vessatoriamente incomprensibilmente last minute qualche giorno prima delle scadenze, minando la credibilità dei tecnici.

Si richiede dunque una presa di posizione non contrattabile: le nostre asseverazioni già ci espongono a responsabilità professionale civili penali e patrimoniali; le garanzie già ci sono.

La denuncia della Rete delle Professioni Tecniche

Nei giorni scorsi la società Deloitte ha lanciato un’incredibile iniziativa che ha scatenato le giustificate proteste e l’indignazione dei professionisti impegnati nell’attività di asseverazione. La società ha previsto di inserire nella sua piattaforma “Deloitte banca e cessione del credito” un video per ogni asseverazione rilasciata. La pubblicazione del video è necessaria per farsi riconoscere la cessione del credito per Bonus edilizi e Superbonus. Il video, della durata massima di 5 minuti, deve inquadrare espressamente il volto del tecnico e l’immobile oggetto di intervento. Quest’ultimo non solo dovrà essere riconoscibile, ma è necessario inquadrare il cartellone di cantiere, il numero civico, il contesto urbanistico. Non basta. Nel video il tecnico dovrà citare espressamente gli importi e gli interventi asseverati, mostrando tutti i lavori eseguiti.

La Rete Professioni Tecniche esprime la più assoluta indignazione per questa incredibile iniziativa che va assolutamente respinta per una serie di precisi motivi. Tanto per cominciare, questa complicazione procedurale non trova alcun tipo di appiglio normativo. Se poi lo scopo è quello di scoraggiare eventuali truffe, l’effetto è del tutto nullo. Né l’iniziativa può avere un impatto in merito alla responsabilità della banca, dato che il dolo o la colpa grave della stessa non possono seriamente sussistere in presenza di crediti correttamente asseverati. Inoltre, questo ulteriore appesantimento burocratico non solo viola l'art. 1341 del Codice dei Contratti (vessatorietà), ma non ha nemmeno alcun rilievo rispetto alle vigenti disposizioni in materia di antiriciclaggio o di responsabilità dell'impresa. Infine, l’iniziativa da un lato si configura come un’evidente violazione della privacy, dall’altro rappresenta un pericoloso precedente.

Per questi motivi nelle prossime ore la RPT invierà una diffida alla società Deloitte e, contestualmente sottoporrà la questione alla Commissione di monitoraggio, alle istituzioni e a tutte le forze politiche.

La denuncia di AssoArchIng

Di seguito la posizione del Presidente di AssoArchiIng Alberto Molinari.

Stiamo assistendo ad un continuo stillicidio di un modus operandi sulle INTERPRETAZIONI di leggi dello Stato, ci riferiamo all'ultima operazione dove, alcuni istituti richiedono il filmato delle opere sui Bonus edilizi , innescando una sorta di DELEGITTIMAZIONE del riconoscimento della relazione asseverata del Tecnico, peraltro prevista dalla legge. Nella pratica non si ha più l'AUTORITA' nel certificare lo stato di cose ....ma si deve PROVARE con filmati che devono PURE ESSERE ESEGUITI con UNA PRECISA TRAMA. L'equazione che ne deriva è che : il/i SuperBonus ormai è tracciato come una grande truffa ed i Professionisti ( SOLO LORO .ATTENZIONE) che lo hanno tecnicamente sostenuto paiono i truffatori. ASSO che ha seguito il problema insieme a ConfProfessioni , non da ora , ma da quando la legge è uscita e nel suo continuo cambiamento DENUNCIA questi atteggiamenti che non fanno altro che BLOCCARE la giusta applicazione della legge.

La denuncia del CNAPPC

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha diffidato la società Deloitte dal proseguire nell’iniziativa attivata sulla piattaforma “Deloitte banca e cessione del credito” che prevede che ogni professionista - per ogni asseverazione rilasciata - predisponga anche un video di 5 minuti nel quale, dopo essersi fatto riconoscere in volto, venga inquadrato l’immobile oggetto dell’intervento e tutti i dati che consentano di definire la tipologia e l’entità dell’intervento stesso. Ciò per dare valore all’asseverazione e far procedere la pratica della cessione del credito previsto dai bonus edilizi.

“E’ una iniziativa offensiva e del tutto arbitraria, al di fuori di ogni norma di legge. Quanto richiesto calpesta la dignità di ogni professionista. Mi auguro che tale procedura venga immediatamente ritirata per il giusto rispetto nei confronti dei Professionisti italiani. Agiremo, ove necessario, in tutte le  sedi opportune”.

Così, Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

La denuncia degli Architetti PPC di Firenze

L'Ordine degli Architetti di Firenze, insieme a tutti gli Ordini della Toscana e a oltre 70 Ordini provinciali, esprime il profondo sconcerto di fronte alla richiesta da parte di Deloitte, che gestisce la cessione del credito per conto di importanti istituti finanziari tra cui Intesa Sanpaolo, di produrre un video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti in merito alla esecuzione di almeno il 30 % dei lavori del superbonus ai fini della cessione del credito, il tutto a meno di due settimane dalla scadenza del 30 settembre.

“La richiesta – afferma il presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze Andrea Crociani – risulta intempestiva ed inutilmente vessatoria e complica, di fatto, la programmazione dell’attività professionale impostata a tal fine dai tecnici. Inoltre rappresenta, insieme alla richiesta di invio di una mail Pec all’ufficio edilizia comunale attestante il completamento del 30% dei lavori entro il 30 settembre, un ulteriore adempimento non obbligatorio e non richiesto dalla normativa”.

“Pur comprendendo la necessità degli operatori finanziari di tutelarsi nei confronti di eventuali truffe – continua la nota del consiglio degli architetti di Firenze – risulta altresì incomprensibile la richiesta di ulteriore documentazione comprovante quanto già contenuto e descritto nei documenti depositati e asseverati a dimostrazione dei lavori eseguiti o in corso di esecuzione (foto, documentazione contabile, dichiarazioni). La richiesta di questa ulteriore 'prova' di quanto dichiarato è sintomo di una profonda mancanza di rispetto nei confronti delle categorie professionali coinvolte in questa iniziativa e che stanno impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà come ci viene richiesta dalla pubblica amministrazione”.

“Le regole non si cambiano in corsa, e non si impongono due settimane prima delle scadenze - si fa presente -. Le nostre asseverazioni già ci espongono a responsabilità professionale civili penali e patrimoniali. Le garanzie già ci sono. Molti professionisti stanno lavorando in condizioni di fortissimo stress, assieme a tutti gli operatori del settore come clienti, imprese, verificatori, operatori finanziari e pubblici funzionari”.

L’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Firenze, insieme alla maggioranza degli Ordini degli Architetti si dice fiducioso che Deloitte possa fare un passo indietro rispetto ad una richiesta ritenuta irricevibile.

La denuncia di Fondazione Inarcassa

“Da quando è stata istituita la misura del Superbonus 110% abbiamo assistito ad attacchi mediatici, modifiche legislative e circolari a getto continuo, ma adesso il limite viene superato proprio da coloro che dovrebbero garantire stabilità al sistema” esordisce il Presidente della Fondazione Inarcassa.

“Sono basito dalla richiesta di Deloitte, che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari, di produrre un filmato dei lavori a soli 11 giorni dalla scadenza intermedia prevista per le unifamiliari. Questa decisione last minute cambia le regole in corsa in prossimità di una scadenza tecnica. Impone, tra l’altro, un adempimento non previsto da alcuna norma e circolare, né dalla Commissione di monitoraggio istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che nella recentissima riunione del 6 settembre ultimo scorso ha dettagliato la documentazione probatoria necessaria per attestare il completamento del 30% dei lavori legati al 110% nelle unifamiliari, senza far riferimento ad alcun video.

Ha poi proseguito: “Anche le modalità di esecuzione del filmato lasciano perplessi, richiedendo in alcuni casi l’ausilio di droni fotografici. Eppure, gli adempimenti burocratici e amministrativi in capo agli asseveratori, tra cui quello di una polizza assicurativa ad hoc, dovrebbero spingere il sistema bancario e la stessa Deloitte, a semplificare il caricamento dei dati sulle piattaforme di cessione dei crediti”.

“Tra l’altro, Fondazione Inarcassa è stata la prima a sollecitare un intervenire sul meccanismo di manleva, chiedendo al decisore pubblico che la responsabilità in solido nella cessione dei crediti di bonus e Superbonus si configuri solo se il concorso nella violazione avviene con dolo o colpa grave. Auspicavamo che l’accordo raggiunto sul Decreto aiuti bis, anche grazie ai nostri interventi, potesse andare nella direzione di soddisfare tutte le parti interessate, incluso il sistema bancario che invece dimostra una sconcertante mancanza di rispetto verso il nostro mondo professionale. È per questo motivo che esprimo profondo rammarico per la scelta di Deloitte che penalizza esclusivamente gli ingegneri e architetti liberi professionisti, che vengono subissati di un nuovo peso a pochi metri dal traguardo” conclude l’ing. Franco Fietta.

La denuncia di OICE

L’Associazione delle società di ingegneria e architettura, aderente a Confindustria, prende posizione a fianco della Rete delle Professioni Tecniche sulla vicenda dei video che la Deloitte, advisor di alcuni tra i più importanti istituti di credito, ha chiesto obbligatoriamente ai professionisti che asseverano le operazioni sul 110% e sull’Ecosisma bonus.

Per il presidente dell’Associazione confindustriale, Giorgio Lupoi, “non possiamo che essere al fianco dei colleghi della Rete nello stigmatizzare la richiesta che Deloitte ha fatto a chi deve asseverare le pratiche di ammissione alle agevolazioni. Comprendiamo benissimo, ovviamente, il timore che è alla base della richiesta, comunque ultra legem e senza base giuridica; vorremmo però tranquillizzare Deloitte su un punto e cioè che il professionista che firma, a sua volta assicurato per legge, si assume una responsabilità nei confronti di tutti gli attori coinvolti che è ampiamente sufficiente a garantire chiunque. Invitiamo quindi Deloitte ad un rapido ripensamento e ad avere un approccio verso il mondo delle professioni improntato a fiducia e soprattutto al rispetto visto che i tecnici operano in posizione di “sentinelle tecniche dello Stato” e per questo si assumono, con gli atti che sottoscrivono, grandi responsabilità. E questo a tacere delle difficoltà che ancora permangono per le cessioni e che tante difficoltà stanno creando ai nostri associati. Speriamo che rapidamente si risolva tutto, dopo il varo delle ultime modifiche”.

Per Fabio Tonelli, responsabile del Gruppo di lavoro OICE Superbonus, “Quanto richiesto da Deloitte e quindi dagli Istituti di credito che si avvalgono della sua consulenza, oltre a violare la Legge dello Stato e tentare di determinare un'ulteriore inutile incombenza a carico dei professionisti, esprime plasticamente il complesso vessazioni che chi opera nel Superbonus subisce quotidianamente da mesi. Chiediamo che questa "estemporanea" pretesa di Deloitte venga immediatamente ritirata e ci auguriamo che quantomeno sia utile alla parte politica per comprendere quanto ancora siamo lontani dalla risoluzione dei problemi che tenacemente si è voluto creare al Superbonus 110%".

L'appello a Deloitte dell'Ordine degli Ingegneri di Roma

L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma esprime un profondo dissenso per la richiesta di Deloitte, gestore della cessione del credito nell'ambito delle procedure del Superbonus per conto di IntesaSanPaolo e altri istituto di credito, di far produrre ai professionisti tecnici entro il 30 di settembre dei video che dimostrino, “a supporto delle asseverazioni”, di aver realizzato almeno il 30% dei lavori correlati ai bonus. Solo così i tecnici potranno avere accesso agli importi vantati per il proprio operato.

La società ha previsto di inserire nella sua piattaforma “Deloitte banca e cessione del credito” un video per ogni asseverazione rilasciata. La pubblicazione del video è finalizzata a riconoscere la cessione del credito per Bonus edilizi e Superbonus. Nel video, della durata di 5 minuti, devono essere ripresi sia l'immobile sia il tecnico che dovrà indicare anche gli importi e gli interventi asseverati.

L'ulteriore gravame richiesto da Deloitte va ad appesantire, senza motivazione o obbligo di legge, l'iter delle procedure, svilendo sempre di più chi svolge con serietà la professione.

Come ingegneri siamo indignati, perché dopo l'asseverazione, la sottoscrizione di una polizza specifica a copertura della quota del Sal verificata anche da Enea, l'obbligo dell’invio di una pec ai committenti e all’impresa contenente dichiarazioni e documentazione probatoria possibile (foto, sal, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure), sono richieste ulteriori ingiustificate “rassicurazioni”.

Il comparto delle costruzioni è sempre più schiacciato dalle modifiche al meccanismo di cessione del credito per i bonus edilizi. Dopo il boom in avvio, la macchina si è inceppata. Il volume delle attività svolte ha superato le aspettative e il blocco della cessione dei crediti edilizi ha paralizzato il mercato, che, se caricato di ulteriori orpelli, non si riprenderà mai più, visto il difficile contesto storico in cui viviamo.

L'azione di Deloitte impatta sull'organizzazione del nostro lavoro con ricadute anche sulle regole deontologiche. Subiamo una perdita della dignità professionale e siamo costretti a svilirci, per poter essere retribuiti. Nessun provvedimento dovrebbe mai impoverire la professionalità altrui.

L'Ordine di Roma, a tutela della professione e della deontologia della categoria,  fa appello, insieme al CNI e agli oltri ordini professionali, a Deloitte di eliminare questo ulteriore onere della prova e porterà le istanze degli ingegneri nelle sedi competenti.

La denuncia di Confartigianato Firenze

“Critichiamo fortemente ogni tipo di prassi o richiesta, per altro tardiva e non indicata nei decreti, che mini la credibilità dei professionisti e di conseguenza metta a repentaglio i cantieri già avviati”. A dirlo Jacopo Ferretti, Segretario Generale di Confartigianato Imprese Firenze, che aggiunge: “Richiedere ulteriore documentazione, oltre alle già dettagliate asseverazioni dei tecnici, in questo caso a dieci giorni dalla scadenza del 30% dei lavori coperti da Superbonus, alimenta un clima di sfiducia verso il settore edile e discredito verso i suoi professionisti che – è bene ribadirlo – rispondono a precisi obblighi deontologici e pagano assicurazioni”. Per Ferretti, “questo clima di incertezza e sfiducia è all’origine dei problemi della filiera edile riscontrati in questi mesi. Bisogna chiudere quanto prima i cantieri avviati e salvaguardare le imprese che hanno investito nei bonus”.

La denuncia dei Periti industriali

No al Grande Fratello dei professionisti, controllati per non dire spiati durante l’esercizio della loro attività professionale. Non usa mezzi termini Giovanni Esposito, presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali per puntare il dito contro l’iniziativa lanciata da una nota società di consulenza che richiede al professionista, impegnato nell’attività di asseverazione relativa all’ottenimento dei bonus edilizi, di realizzare un video a testimonianza del lavoro svolto.

“Questa assurda trovata” commenta Esposito, “non solo non ha alcun fondamento giuridico, ma soprattutto evidenzia una profonda mancanza di fiducia verso il lavoro dei nostri professionisti che ogni giorno mettono a disposizione la propria professionalità e le relative competenze al servizio della collettività, assecondando quel principio di sussidiarietà che da tempo viene richiesto dalla pubblica amministrazione. Inoltre l’iniziativa non raggiungerebbe neppure l’obiettivo per il quale forse è stata immaginata, e cioè quella di scongiurare eventuali truffe, perché non è con un “video asseverazione” che si potranno evitare”.

L’invito quindi è di eliminare questa ingiustificata pretesa, ma soprattutto di avere un nuovo approccio nei confronti di professionisti che da sempre operano come soggetti ausiliari dello stato, assumendosi per questo sempre grandi responsabilità”.

La denuncia dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo

Da quando i bonus edilizi con cessione del credito sono entrati in una fase realizzativa, alcuni grandi Istituti Bancari sì sono rivolti alla società di consulenza finanziaria Deloitte al fine di ottenere la “CONFORMITÀ” prevista dalla legge.

Le società di consulenza, che sono società private e agiscono senza nessun controllo pubblico, hanno finito per condizionare tutto il mercato con i loro tempi interminabili di istruzione delle pratiche, con le loro continue richieste vessatorie della morale e del rigore etico e scientifico dei Professionisti e senza nessun rispetto per le necessità economiche delle Imprese.

La carenza normativa e lo strapotere degli Istituti di Credito hanno, di fatto, creato un regime di monopolio impositivo su tutte le attività edilizie mai visto in Italia prima d’ora.

In questi giorni DELOITTE ha presentato ai Professionisti impegnati nelle attività dei bonus edilizi l’ulteriore richiesta di documentare i lavori attraverso un filmato con un vero e proprio copione e con l’imposizione di una partecipazione diretta dell’asseveratore che descrive i lavori con inquadrature studiate e frasi imposte.

Una imposizione profondamente lesiva della dignità professionale e palesemente invasiva della sfera privata dell’Immagine del professionista.

Certamente penseranno i Consigli Nazionali di categoria, le Reti delle Professioni e le altre Associazioni rappresentative a livello nazionale a sviluppare un contrasto legale a queste oltraggiose richieste ma, egualmente, Il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo non può tacere nel denunziare il clima ingiustamente punitivo e deliberatamente lesivo della dignità della professione sviluppatosi in questi anni.

Certamente nessuno sostiene che non ci debbano essere controlli: ci sono sempre stati quando le Banche hanno elargito mutui o sostegni per le imprese o per i privati, ma gli Istituti di Credito sono sottoposti alla Banca d’Italia ed anche le attività minori possono essere da essa censurate. Si è sempre trovato un equilibrio per consentire una contrattazione libera e rispondente del mercato.

Tutto ciò oggi non esiste più.

Nell’assordante silenzio degli Enti Governativi, dei Ministeri e delle Commissioni di controllo si è, di fatto, lasciato agli Istituti di Credito il potere assoluto ed incontrollato di gestire un intervento dello Stato dell’ordine di circa 50 miliardi, di decidere se farlo crescere o contrastarlo, di stabilire quali imprese meritano credito e quali non hanno diritto, quali requisiti debba avere un professionista per potere considerato un “ASSEVERATORE” credibile.

La Deloitte è “solo” una società di consulenza, l’effettivo interlocutore è il sistema Bancario con cui occorre rigenerare un rapporto corretto di fiducia con incontri ai vari livelli e, se necessario, con un intervento dello Stato per definire con una norma ciò che può essere richiesto e in che forma.

La denuncia dell'Ordine degli Ingegneri di Torino

L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino si associa fortemente alla "più assoluta indignazione" della Rete Professioni Tecniche per la richiesta di Deloitte, società che gestisce una piattaforma per le procedure legate ai bonus edilizi, di produrre un video (con protagonista il tecnico asseveratore) che attesti la veridicità del SAL 30%, necessario per la cessione dei crediti maturati a seguito di interventi rientranti nel Superbonus.

Per la RTP una "incredibile iniziativa che va assolutamente respinta per una serie di precisi motivi", primi tra tutti il fatto che è una mera complicazione procedurale che non trova alcun tipo di appiglio normativo e non serve a scoraggiare eventuali truffe.

La Rete Professioni Tecniche invierà una diffida a Deloitte e, contestualmente, sottoporrà la questione alla Commissione di monitoraggio, alle istituzioni e a tutte le forze politiche del Paese.

La denuncia di FEDERARCHITETTI

FEDERARCHITETTI esprime profondo sdegno verso l’introdotta pratica di dimostrazione video dei lavori svolti per l’asseverazione del Superbonus, da qualche giorno richiesta dalla piattaforma Deloitte con tanto di indicazioni sulla regia e sulla sceneggiatura del video da girare oltre che di dichiarazioni sulla privacy.

Non siamo contrari alla pratica SE ALLO STESSO MODO venga, in modo esemplificativo e non esaustivo, introdotta la stessa pratica a operazioni che possano contenere indizi di TRUFFA o REATO, che comportino danno alla collettività, almeno pari a quanto avvenuto al Superbonus, e cioè a partire dalla evidenza di indagine (non di sentenza) del 3% dei casi:

Azioni della pubblica amministrazione, istruzione pratiche e autorizzazioni di comuni, province, regioni, scuole, università, agenzia delle Entrate, enti in generale, sia pubblici che privati;

  • Azioni della pubblica sicurezza: polizia, carabinieri, forze militari;
  • Udienze nei Tribunali e negli ambiti giuridici (notifiche, accessi, sopralluoghi, ecc.);
  • Azioni nella sanità pubblica e privata, compreso operazioni chirurgiche e ambulatoriali;
  • Svolgimento di stipula rogiti notarili, autenticazioni e scritture private;
  • Azioni di delibera e consulenza in ambito bancario e assicurativo;
  • Consigli di Amministrazione e Assemblee di Enti pubblici e privati allorquando si generino documenti che formeranno evidenza pubblica (bilanci certificati ecc.);
  • Azioni che comportino ricevuta o fattura di beni e servizi da parte di privati e associazioni (di volontariato, di azione sociale, sportive, ecc) che comportino beneficio fiscale o defiscalizzazione;
  • Guida di veicoli in caso di incidente o furto;
  • Ecc.

FEDERARCHITETTI ritiene che all’ipotizzato stato orwelliano da “Grande Fratello” che ne deriverebbe, l’unico vantaggio sarebbe quello di risparmiare sulle assicurazioni, per le quali si riterrebbe di poter chiederne stralcio e ricompensa del danno, e probabilmente, perdurando una tale diffusione della pratica, si potrebbe arrivare ad una estinzione delle stesse (una sorta di “social blockchain”).

FEDERARCHITETTI ritiene che una vibrante denuncia debba partire dalle Istituzioni, che hanno predisposto per legge tutte le opportune cautele a difesa della collettività e che oggi, con la richiesta della Deloitte, si trovano espropriati nel ruolo e si attivino a difendere la defraudata  categoria dei tecnici professionisti che già per legge rispondono  affinché i loro atti ed azioni siano conformi alle leggi vigenti (istituzione di Ordini professionali e di Deontologia con procedure sanzionatorie e di radiazione, Assicurazioni professionali per la tutela dei danni economici, fino al carcere per gli errori nel Superbonus, ecc.).

Così come le stesse Istituzioni hanno favorito gli Enti Finanziari nella pratica del Superbonus – finanche nelle ultime modifiche che prevedono l’ultima cessione del credito ad uso e consumo degli stessi Enti Finanziari – allo stesso modo ci auspichiamo una protesta delle Istituzioni verso la pratica menzionata messa a punto da Deloitte, che non ha certo agito per la crescita economica, sociale e per il futuro di salvaguardia ambientale del Paese.

Lettera aperta dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli

Cari Colleghi,

dopo ormai due anni di continui mutamenti della legge sul superbonus che sembrava essere il nuovo piano Marshall per la comunità tecnica, si sta assistendo a qualcosa che nemmeno la più fervida immaginazione poteva pensare. Dopo le asseverazioni, le assicurazioni, il Durc di congruità, le autodichiarazioni e gli atti di notorietà, alcuni dei maggiori player che comprano i crediti derivanti dalle attività superbonus stanno chiedendo ai tecnici asseveratori di preparare dei video a testimonianza della veridicità delle lavorazioni eseguite e da loro progettate e dirette.

Tale richiesta nasconde in sé un'ignoranza normativa ed un totale disprezzo della categoria che denigra il titolo della professione ai limiti della legalità. Si ricorda che l'iscrizione all'albo professionale è un obbligo di legge per l'esercizio della professione, previsto anche nella nostra Costituzione all'art.33, di cui gli Ordini professionali rappresentano l'ente di prossimità garante del corretto operato degli iscritti a tutela della società.

La dimostrazione con un video del proprio operato svilisce la figura stessa del professionista che è alla stregua di un mero esecutore privo di alcuna autorità come invece la sua etica, deontologia e professionalità gli impone.

Pur comprendendo quindi le preoccupazioni degli enti coinvolti nel processo di rendicontazione, riteniamo che la procedura adottata sia inappropriata e lesiva per la figura del professionista e pertanto esprimiamo totale contrarietà a questo ulteriore onere che non garantisce alcuna sicurezza aggiuntiva alle procedure già ampiamente garantiste, ma mina solo la credibilità di un’intera classe di professionisti.

Condividiamo la posizione della Rete delle Professioni Tecniche e del CNI che ne è parte integrante.

Con l'aiuto di tutti i nostri iscritti, sempre attenti alle novità che si susseguono in campo normativo, continueremo a monitorare la situazione a salvaguardia della tutela dell'esercizio della professione dei nostri prestigiosi Ordini professionali.

La denuncia dell'Ordine degli Ingegneri di Genova

L'Ordine degli Ingegneri di Genova ritiene che le richieste praeter legem rivolte dagli istituti di credito o dai loro consulenti ai Professionisti, di documentare mediante video o altri mezzi di registrazione elettronica le attività di asseverazione strumentali alla procedura di cessione del credito o comunque di godimento delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente, si traducano in una palese delegittimazione dei professionisti iscritti agli Ordini e Collegi, delle Professioni Tecniche in se stessa e del ruolo svolto dagli Ordini stessi.

Per quanto superfluo, occorre ricordare che i professionisti rispondono, sempre e comunque, delle asseverazioni da essi rilasciate non solo ai sensi di legge ma anche sotto il profilo disciplinare e deontologico. La richiesta di ulteriori ed inutili incombenze, non previste per legge, rese dai professionisti nelle attività di asseverazione per i bonus fiscali, nella malcelata speranza di sottrarsi alle responsabilità implicite di chi acquista un credito fiscale, costituisce una lesione dell’immagine e del prestigio della professione sottintendendo una sostanziale sfiducia nei professionisti abilitati e nelle loro attestazioni.

In questo quadro, vi sono poi le continue modifiche procedurali imposte dal legislatore al fine di delimitare l’ambito della corretta pratica, che contribuiscono, loro malgrado, a svilire la funzione pubblica di cui è investito il professionista abilitato e iscritto nei pubblici albi nel predisporre gli atti necessari all’erogazione del bonus. Si tratta di una situazione di fronte alla quale l’Ordine non può rimanere inerte. L’Ordine sottolinea e ribadisce la sostanziale inutilità di richiesta di affiancamento e documentazione delle attività di asseverazione mediante richieste di videoregistrazione o altre modalità o attività non previste dalla legge. Il Professionista, infatti, firma, assevera, progetta, dirige e collauda un intervento sotto la sua piena e consapevole responsabilità secondo quanto previsto dalla legge e sotto la comminatoria delle severe sanzioni dalla stessa previste. Ogni altra richiesta di attestazione della veridicità e della effettività di quanto da lui compiuto appare superflua e dannosa e sottende il retropensiero della sostanziale inaffidabilità del professionista.

Tutto ciò si risolve nella sostanziale delegittimazione del professionista e uno svilimento degli incombenti posti a suo carico dalla legge L’Ordine degli Ingegneri di Genova, essendo parte attiva dalla Rete delle Professioni Tecniche, si allinea con quanto espresso dalla medesima e ribadisce che le richieste praeter legem, siano lesive del decoro degli Iscritti agli Albi Professionali e della Professione che essi svolgono, oltre a rappresentare un notevole aggravio per questi procedimenti già complessi e articolati.

© Riproduzione riservata