Superbonus 110%: nuova proroga e riapertura Poste Italiane

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento d’emergenza con una nuova proroga per l’utilizzo del superbonus 110% e Poste Italiane ha comunicato la riapertura della cessione

di Gianluca Oreto - 09/08/2023

Una nuova proroga per l’utilizzo delle detrazioni fiscali del 110% (superbonus) e la notizia della riapertura del canale di cessione dei crediti edilizi da parte di Poste Italiane. Un binomio che potrebbe davvero servire (finalmente) per risolvere il problema di chi è rimasto invischiato nel problema del blocco della cessione? Cerchiamo di verificarlo.

La proroga al Consiglio di Ministri

Sulla proroga (in realtà molto timida e poco estesa) la conferma arriverà in un Decreto Legge “urgentissimo” di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, i cui contenuti sono stati anticipati nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 47 dell’agosto 2023. Un comunicato che ha confermato l’approvazione di un provvedimento d’emergenza che al fine di favorire gli investimenti, pubblici e privati, prevede la proroga, dal 30 settembre 2023 al 31 dicembre 2023, del termine finale entro cui le persone fisiche possono beneficiare del “superbonus 110 per cento” sulle spese sostenute per interventi agevolati, su edifici unifamiliari e unità immobiliari indipendenti e autonome, che alla data del 30 settembre 2022 avevano già raggiunto una percentuale di completamento dei lavori pari almeno al 30 per cento.

I beneficiari della proroga

Ci riferiamo, dunque, ai soggetti beneficiari di cui all’art. 119, comma 9, lettera b) del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che al 30 settembre 2022 avevano già certificato il completamento del 30% dell’intervento complessivo. Per questi soggetti, la data di scadenza per portare in detrazione le spese di superbonus, è stata progressivamente spostata fino all’attuale 30 settembre 2023 che con il nuovo Decreto Legge arriverà al 31 dicembre 2023.

Una proroga necessaria per consentire di terminare i lavori che, com’è ormai noto, in molti casi sono stati sospesi a causa del blocco della cessione dei crediti edilizie e la conseguente assenza di liquidità che ha portato contribuenti (che utilizzavano la cessione diretta) e le imprese (che dopo lo sconto in fattura avrebbero dovuto cedere a loro volta il credito) ad attendere tempi migliori.

Gli ultimi provvedimenti di modifica

Tempi migliori che, però, non sono mai arrivati. I provvedimenti dell’ultimo Governo sul superbonus e la cessione del credito sono stati:

  • il Decreto Aiuti-quater;
  • la Legge di Bilancio 2023;
  • il Decreto Cessioni.

Tre provvedimenti normativi che hanno:

  • anticipato la rimodulazione dell’aliquota per il superbonus;
  • previsto nuove proroghe;
  • inserito la documentazione per limitare la responsabilità solidale (senza far nulla sul sequestro preventivo del credito);
  • eliminato ogni forma alternativa alla detrazione del credito (con poche eccezioni).

Le dichiarazioni dell’opposizione

Sostanzialmente tre provvedimenti emergenziali che non sono riusciti a cogliere l’essenza stessa dell’emergenza che sta vivendo chi è rimasto invischiato nel problema del blocco della cessione del credito.

Lo ha confermato anche il deputato del M5S Agostino Santillo che ha affermato “Dal Cdm di ieri ci aspettavamo qualcosa di concreto sullo sblocco dei crediti fiscali incagliati. Da quando il governo ha deciso di scrivere la parola "fine" sul superbonus 110%, le promesse sulle soluzioni a questo problema si sono susseguite con cadenza giornaliera. Purtroppo agli annunci non è seguito nulla: il menefreghismo del governo su questo fronte è sconcertante. Adesso il settore dell'edilizia rischia il colpo di grazia definitivo, con un'emorragia di posti di lavoro difficilmente arginabile”.

Anche la proroga fino a fine anno delle scadenze per le cosiddette "villette" è il più classico dei pannicelli caldi - conclude Santillo - Agli Esodati del Superbonus 110% rinnoviamo tutta la nostra vicinanza: prendiamo atto che il settore delle costruzioni è la vittima sacrificale dell'irresponsabilità del governo Meloni. La nostra battaglia comunque non si fermerà”.

La riapertura di Poste Italiane

Contemporaneamente è arrivata la notizia che Poste Italiane riaprirà i canali di acquisto dei crediti edilizi a partire da ottobre 2023, ovvero appena 2 mesi prima della nuova scadenza che sarà prevista dal nuovo Decreto “urgentissimo”.

Si parla di una decisione di Poste Italiane “in linea con le indicazioni del Governo” e che conferma “il sostegno costante di Poste Italiane alle famiglie e al sistema Paese”.

Oltre alla data di riapertura (ottobre), la cessione sarà riservata per ammontare massimo di 50.000 euro e, quindi, verosimilmente riguarderà solo i privati e non le imprese.

Una cifra irrisoria - commenta il deputato del M5S e vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera Gianmauro Dell'Olio - ma pur sempre un passo avanti, visto che ci sono famiglie che hanno acceso mutui per pagare le imprese e si sono ritrovate con il mutuo in corsa e un credito d'imposta che non potevano cedere. Il Governo dando queste indicazioni ha ascoltato le richieste fatte da mesi dai cittadini e dal M5S, negli incontri avuti con il ministro Giorgetti. Chiedevamo da mesi di far riaprire i crediti a Poste Italiane e grazie alla nostra tenacia abbiamo ottenuto un primo risultato, ovviamente migliorabile. Non siamo così sprovveduti da credere che questo Governo pensi agli interessi degli italiani: ha semplicemente deciso di fare qualcosa a costo praticamente zero, ma che potesse in qualche modo risollevare un gradimento in costante discesa. Avremmo sperato in una indicazione del limite massimo almeno a 100.000 euro, ma visto lo sfacelo a cui assistiamo ogni giorno sarebbe stato forse chiedere troppo”.

Un primo passo è stato fatto - continua Dell’Olio - però resta il problema di oltre 30 miliardi di crediti incagliati, di cui come M5S abbiamo più volte chiesto lo sblocco, presentando al ministro Giorgetti anche soluzioni concrete. A luglio c'era stato l'impegno di un decreto legge per settembre - ottobre, vogliamo sperare che venga mantenuto. Di fatto ci sono 40.000 aziende che ancora non sanno cosa fare dei crediti di imposta che hanno in pancia. E riaprire fino a dicembre i lavori per completare i lavori per le case unifamiliari non servirà a molto se non si riapre il mondo della cessione del credito d'imposta. In un mare di scelte sciagurate registriamo una piccola cosa positiva, ma siamo ben lontani dalla soluzione della questione".

Conclusioni

Personalmente ritengo che una proroga riservata unicamente alle unifamiliari (al 31 dicembre 2023) e non anche ai condomini, unita allo sblocco dei canali di cessione a partire da ottobre e con cifre onestamente così basse (appena 50.000 euro) non risulta neanche una soluzione ad un problema che non sarà in alcun modo risolto.

Evidentemente al Governo continuano a sottovalutare il problema del blocco della cessione e non sono a conoscenza né degli importi bloccati né tantomeno dei tempi dell’edilizia. Far ripartire i canali di acquisto dei crediti a partire da ottobre, significa verosimilmente concludere i contratti di cessione proprio a ridosso della nuova scadenza che, dunque, non servirà a nulla. Inoltre al Governo dovrebbero conoscere i report Enea. L'ultimo aggiornato al 30 giugno 2023 e relativo ai soli interventi di superecobonus parla di interventi medi per le unifamiliari pari a 117.366,29 euro. Decisamente oltre i 50.000 euro di cui si parla per la riapertura di Poste Italiane.

Ciò che serve è una proroga seria di almeno 6 mesi sia per le unifamiliari che per i condomini e l’impegno a riaprire i canali di cessione per qualsiasi importo a seguito di audit seri che verifichino la bontà del credito.

La montagna ha partorito il più classico dei topolini. L’ennesimo!

© Riproduzione riservata