Superbonus 110%: il mistero dell’emendamento al ddl di conversione del D.L. n. 212/2023

Alla Camera sono arrivate le prime proposte di emendamento al disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus)

di Gianluca Oreto - 22/01/2024

Dopo il primo giro di audizioni, è scaduto il 18 gennaio scorso il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus) recante “Misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”.

Decreto Superbonus: mini-proroga in vista?

Come spesso accaduto negli ultimi 3 anni e mezzo di Decreto Rilancio, siamo ancora nella fase iniziale dove le parole (e gli emendamenti presentati) contano davvero poco e tutto il comparto è sempre più vigile e attento alla fase di votazione da cui uscirà fuori un primo testo del ddl che dovrà poi passare all’esame del Senato.

La sensazione è che, diversamente dal recente passato, il Governo voglia imprimere un’accelerazione sul processo di conversione e non arrivare a ridosso della data di scadenza del 27 febbraio 2024. Ciò che non torna è il tenore di alcuni degli emendamenti presentati e poi ritirati questa volta dal partito di maggioranza.

Sembrerebbe sia arrivato da Fratelli d’Italia un emendamento che avrebbe concesso una mini-proroga di 2 mesi per l’utilizzo del superbonus con aliquota al 110%. Una riapertura dei termini limitata ai condomini che al 31 dicembre 2023 avevano completato il 70% dell’intervento complessivo. Un emendamento, però, misteriosamente ritirato sul quale cominciano le prime speculazioni su una possibile frattura all’interno delle forze di maggioranza:

  • da una parte chi ha compreso la difficoltà del comparto delle costruzioni;
  • dall’altra chi non ha alcun interesse a tutelare i diritti di chi ha utilizzato una misura proveniente da “altre forze politiche”.

Un cul de sac che tiene impegnati Governo e Parlamento da oltre un anno ma che al momento non ha portato soluzioni utili ad un problema sempre più urgente e complicato, le cui conseguenze saranno inevitabilmente affrontate dai tribunali.

Superbonus: quali soluzioni?

Soluzioni che sono state proposte più di una volta da associazioni, professionisti e costruttori che al momento si sono limitate a chiedere:

  • la proroga delle tempistiche per l’utilizzo del superbonus 110% almeno per chi al 31 dicembre 2023 ha già completato buona parte dell’intervento;
  • un SAL straordinario che consentirebbe l’utilizzo dello sconto in fattura su percentuali di avanzamento lavori inferiori al 30%.

Soluzioni che, purtroppo, perdono di vista (ancora una volta) la causa principale che a cascata ha generato tutti i problemi del comparto: il blocco della cessione del credito. Benché sia chiaro che un po’ di tempo in più come un SAL straordinario al 30% potrebbero dare un po’ di respiro in più, è altrettanto evidente che senza un serio piano del Governo sul fronte acquisto crediti, difficilmente le due soluzioni produrranno effetti benefici.

Occorre che il Governo decida di mettere in moto le partecipate ma questo (almeno su queste pagine) lo diciamo da oltre un anno e mezzo.

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