Superbonus ed efficientamento energetico: e se si prevedessero diverse aliquote di detrazione?

La proposta di ARSE: l’efficientamento va premiato e incentivato sostenendo il salto di classi energetiche e la fonte di energia utilizzata

di Redazione tecnica - 29/11/2022

Superbonus, the day after. La percentuale di detrazione per nuovi interventi legati alla riqualificazione energetica e alla riduzione del rischio sismico degli edifici è ormai operativa, secondo quanto disposto dall’art. 9 del D.L. n. 176/2022 (Decreto Aiuti Quater) e le proposte per una sua rimodulazione si fanno già avanti.

Superbonus e aliquote di detrazione: le proposte

Tra queste quella di ARSE (Associazione Riscaldamento Senza Emissioni), di cui si è fatto portavoce il presidente, Riccardo Bani. “Per il Superbonus può anche essere legittimo pensare ad una percentuale di incentivazione ridotta rispetto al 110%, ma è necessario incentivare in maniera diversificata gli interventi, in base ai risultati di efficienza attesi. Inoltre è necessario risolvere il problema per gli incapienti e per le fasce più povere della popolazione le cui abitazioni altrimenti verrebbero escluse dalla possibilità di usufruire di questa opportunità”.

Secondo Bani è necessario rimodulare le agevolazioni, favorendo sistemi differenti rispetto alle caldaie a gas: “Anche se a condensazione e di ultima generazione, esse non rispondono agli obiettivi di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili e di riduzione dell’inquinamento”. Occorre quindi un cambio di passo che incida realmente sul patrimonio edilizio del nostro Paese, dove due terzi della spesa energetica delle famiglie sono sostenuti per il riscaldamento delle abitazioni.

Se dal punto di vista normativo la richiesta di ARSE è quella di stabilità e certezza a imprese e committenti, offrendo un orizzonte quinquennale alla misura, dal punto di vista tecnico, la proposta riguarda la percentuale di incentivazione alle classi energetiche guadagnate con gli interventi.

Secondo l’Associazione, bisognerebbe predisporre un sistema premiante dove più l’immobile migliora l’efficienza e riduce i consumi di combustibile fossile, maggiore è la percentuale della detrazione:

  • 65% quando si guadagna una classe energetica;
  • 80% con miglioramento di 2 classi energetiche;
  • 90% con miglioramento di 3 o più classi energetiche.
  • ulteriore 10% qualora il miglioramento delle classi venga conseguito anche attraverso l’elettrificazione dei consumi termici con l’installazione di pompe di calore.

Il problema delle fonti di energia

Infine, ARSE ritiene che la cessione del credito vada consentita solo per gli interventi di efficientamento energetico. Spiega Bani: “Il gas inquina e continuerà a inquinare, e il suo costo ora come nei prossimi anni non è certo vantaggioso, dunque non c’è motivo di prevedere incentivi all’installazione delle caldaie”.

E ricorda quanto disposto a livello europeo: “La Renovation Wave Strategy pone nella riqualificazione energetica degli edifici uno degli obiettivi prioritari. In Europa gli edifici – il cui stock per l’85% degli immobili ha oltre 20 anni – sono responsabili per il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni in atmosfera. In particolare, in Italia secondo i dati di ISPRA il settore residenziale – a causa del riscaldamento – è uno dei principali responsabili delle emissioni nel nostro Paese, in particolare nelle aree urbane”.

I consumi di energia primaria fossile del settore civile (residenziale più terziario), sottolinea Bani, sono pari a circa 32 Mtep /anno, di cui 25 nel solo settore residenziale. “Alla luce di ciò, riconoscere incentivi per riqualificare il patrimonio immobiliare, oltre a massimizzare l’efficacia dell’intervento, deve nel contempo contribuire al perseguimento degli obiettivi/impegni comunitari che prevedono una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 al 2030 e un net-zero al 2050 rispetto al 1990”.

L’elettrificazione dei consumi termici rappresenta quindi un ulteriore importante obiettivo da perseguire. “In un sistema di generazione che andrà ad incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che promuove le comunità energetiche o l’autoproduzione (come il fotovoltaico sui tetti di edifici) sostenere l’elettrificazione porta ad accelerare il processo di autonomia energetica, fondamentale per il nostro Paese, importatore netto di combustibili fossili” - conclude Bani.

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