Superbonus: serve un esame obiettivo su costi e benefici

In una lettera inviata ai rappresentanti del Governo, Federcepicostruzioni fa il punto sul superbonus e chiede nuove misure per la riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici

di Gianluca Oreto - 09/03/2024

Parlare di superbonus non è mai semplice. Solo in pochi riescono ad analizzare la storia degli ultimi 4 anni alla luce dei fatti realmente accaduti, senza paraocchi o interessi politici e di parte. Che il superbonus non fosse una misura fiscale perfetta ne dovremmo essere tutti consapevoli. Stesso dicasi per il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) che senza una certificazione del credito a monte (che al momento non esiste) rischia di avere gli stessi effetti di una moneta falsa.

Superbonus tra costi e benefici

Ma sul superbonus, diversamente da come fatto da qualche rappresentante del Governo, occorre analizzare bene e nel dettaglio costi (facilmente individuabili) e benefici diretti e indiretti (spesso di difficile comprensione).

Relativamente ai costi, l’ultimo report Enea aggiornato al 31 gennaio 2024 ha registrato oltre 107,3 miliardi di euro di detrazioni per il super-ecobonus maturate per i lavori conclusi. 107,3 miliardi di euro in poco più di 3 anni e mezzo, i cui effetti sul mercato delle costruzioni e del Pil sono stati evidenti, almeno fino a quando non si è deciso di riclassificare i bonus edilizi come “pagabili” e, quindi, da inserire nel bilancio dello Stato nel momento stesso in cui si matura il diritto alla detrazione (all’anno “zero”) e non più “non pagabili” (ovvero da “spalmare” negli anni di detrazione).

Per quanto riguarda i benefici, sono tanti gli enti, le associazioni, le fondazioni e i consigli nazionali delle professioni che hanno provato a fare il punto. Tutte analisi mai prese in considerazione dal Governo in carica che, benché in campagna elettorale avesse promesso tutt’altro, ha cominciato sin da subito lo smantellamento del superbonus:

Nuova analisi di Federcepicostruzioni

Considerato, però, che è sempre utile analizzare i numeri al fine di studiare soluzioni valide per il futuro e considerato che con l’attuale quadro normativo dei bonus edilizi il comparto ne uscirà certamente con le ossa rotte (e non dimentichiamo che le costruzioni sono un settore trainante per l’intera economia), riteniamo sia utile dare spazio all’ultima analisi realizzata da Federcepicostruzioni proprio sugli effetti del superbonus.

Una analisi che è stata inviata ai rappresentanti del Governo per rivendicare un esame obiettivo su una misura certamente imperfetta ma che ha avuto degli effetti tangibili che potrebbero essere presi in considerazione.

I dati

L’analisi di Federcepicostruzioni parte da alcuni dati certi relativi alla suddivisione degli edifici italiani per classe energetica.

Classi energetiche

Dati Istat-Enea alla mano, degli oltre 12 milioni di edifici in Italia, il 61% è in classe energetica F e G. Stesso discorso è possibile farlo sullo stato di salute strutturale degli edifici italiani alla luce del rischio sismico (molto diverso rispetto al resto dell’Europa).

Per quanto riguarda i 107,3 miliardi di euro di detrazioni per il super-ecobonus, Federcepicostruzioni ha evidenziato che:

  • 36,48 miliardi (pari al 34%) sono già rientrati (o rientreranno) nelle casse dello Stato tra maggiori introiti IVA, Ires, Irpef sulle buste paga dei nuovi occupati, contributi previdenziali e assicurativi;
  • 13,9 miliardi di euro sono finanziamenti garantiti dal PNRR.

Ne consegue che 50,48 miliardi di euro sono già disponibili per il bilancio dello Stato.

L’impatto economico

Gli investimenti ammessi a detrazione hanno generato un impatto economico complessivo sull’economia nazionale per 354,09 miliardi suddivisi in questo modo:

  • 159,08 per effetto diretto;
  • 71,83 per effetto indiretto (spesa aggiuntiva determinatasi nel comparto e nell’indotto per la nuova domanda generatasi per semilavorati, prodotti intermedi e servizi);
  • 122,9 per effetto indotto (maggiori retribuzioni e quindi maggiori consumi con conseguenti incrementi della produzione per fronteggiare la nuova domanda).

Il PIL Italiano, grazie agli investimenti del Superbonus, è cresciuto negli anni di vigenza di questa misura, per oltre 200 miliardi di euro: non è affatto casuale che la crescita abbia subito un brusco rallentamento subito dopo la cancellazione.

Grazie al Superbonus, sono stati creati 986.632 posti di lavoro:

  • 522.793 in edilizia;
  • 463.839 nei settori collegati.

La ricchezza generale del superbonus non ha riguardato il solo comparto dell’edilizia ma ne hanno beneficiato:

  • la Pubblica amministrazione per il 34%;
  • le Costruzioni per il 21,8%;
  • l’industria manifatturiera per il 18,2%;
  • le Banche per il 13%;
  • i Servizi di progettazione per il 13%.

L’impatto energetico e ambientale

Notevoli gli impatti ambientali e di riduzione della bolletta energetica degli italiani che hanno efficientato la loro abitazione. La riqualificazione di 471.778 edifici ha determinato:

  • un risparmio energetico di 9.050 GWh (del valore di 3 miliardi di euro annui in bolletta);
  • la produzione di 5 GW annui di energia da fonti rinnovabili solo nel 2023;
  • la diminuzione delle immissioni annue di CO2 nell’atmosfera per 6,5 tonnellate;
  • il risparmio di 1.363 tonnellate di petrolio.

Nonostante l’evidenza ed eloquenza di questi dati - afferma il presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi - ci si continua a soffermare sul dato degli oltre 107 miliardi di detrazioni e sull’impatto sul bilancio dello Stato; si continua però a trascurare non solo il valore economico generato e quindi il reale impatto sull’economia, ma addirittura i maggiori introiti per lo Stato, che già oggi hanno in buona parte compensato i minori introiti conseguenti alle detrazioni”.

Si continua ad omettere nelle valutazioni - continua il presidente Lombardi - il reale impatto che il Superbonus ha avuto sull’occupazione (e di conseguenza sui redditi e sui consumi), sull’ambiente, sulla sicurezza, sui consumi energetici, sulla riqualificazione di un patrimonio immobiliare vetusto, energivoro e insicuro, sul rilancio complessivo del settore e di tutto l’indotto collegato”.

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