Superbonus 110%: costo o investimento?

17/11/2022

Quali sono i confini che separano un costo da un investimento? È una delle domande che mi sono posto negli ultimi giorni, soprattutto a seguito delle ultime dichiarazioni sul superbonus 110% della Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.

La Presidente Meloni ha affermato "A chi ha fatto campagna elettorale dicendo che grazie al provvedimento si poteva ristrutturare e adeguare da un punto di vista energetico il proprio condominio gratuitamente, dico che il concetto di ‘gratuità’ è costato 60 miliardi allo Stato, con un buco di 38 miliardi" seguita dal suo Ministro Giorgetti che ha rimarcato "Non è sostenibile una misura che costasse così tanto allo Stato, a beneficio di così pochi”.

È così che è nata spontanea la domanda (al momento concentrata sui dati aggiornati da Enea al 31 ottobre 2022 relativamente agli interventi di superecobonus): i 55 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, che "costo" hanno per le casse dello Stato?

In modo distratto e molto semplicistico si potrebbe rispondere utilizzando una delle operazioni basilari della matematica: 55 miliardi x 110% = 60,5 miliardi di euro. Una cifra impressionante sbandierata ai quattro venti dai detrattori di questa misura fiscale che, evidentemente, non hanno idea della differenza tra costo e investimento.

Premesso che superbonus e cessione del credito (concetti che analizzo sempre separatamente) sono misure nate male utilizzando il peggior strumento normativo (il Decreto Legge) e modificate peggio (tra poco avremo il 21esimo provvedimento di modifica), non vi è alcun dubbio che per la loro valutazione andrebbero correttamente individuati tutti i benefici connessi, in modo da ottenere un modello complessivo che ci guidi nelle scelte.

Senza scomodare i libri di economia e domandando (provocatoriamente) su Facebook la differenza tra costo e investimento, prendo in prestito alcuni commenti di chi mi ha risposto:

Il costo è l’acquisizione di un fattore produttivo (input ) per l’impresa che cede la sua utilità nel breve periodo (anno solare), l’investimento è un fattore della produzione ad un utilizzo pluriennale, capace di durare nel tempo potendosi impiegare nel medio lungo periodo.
Entrambi sono utili e necessari per un corretto sviluppo dell’impresa consentendo così il perseguimento della strategia decisa dal management!

Costo è una spesa fine a se stessa; investimento una spesa finalizzata ad incrementare la produttività.

Il costo è una spesa per il nostro presente, l'investimento è una spesa per il nostro futuro

La spesa per il Superbonus è, dunque, un costo o un investimento per le casse dello Stato?

Il recente rapporto pubblicato dal Censis ha provato a rispondere prendendo in considerazione la spesa e rapportandola con:

  • gli effetti economici diretti e indiretti sviluppati dalla produzione nella filiera delle costruzioni e dei servizi tecnici connessi e degli altri settori connessi;
  • gli effetti fiscali connessi al maggior gettito direttamente derivante dagli interventi e dalla produzione complessiva;
  • gli effetti occupazionali che derivano dal maggior impiego di manodopera (messa in regola) con il conseguente abbattimento dei costi (questi si che lo sono davvero) connessi alle misure di protezione sociale;
  • gli effetti in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.

È possibile verificare questi effetti direttamente all'interno del Rapporto. Solo dopo sarà possibile trarre delle conclusioni e chissà pianificare con giudizio una prossima stagione dei bonus edilizi, possibilmente su orizzonti temporali decennali e senza modifiche in corsa. Nel frattempo la priorità dovrebbe essere far fronte al dramma economico e sociale di chi ha avuto fiducia nella prima versione della misura e oggi si ritrova senza alcuna possibilità di cedere il credito e nessuna capienza per portare in detrazione (diretta o indiretta) la spesa.

Ing. Gianluca Oreto

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