Banda ultralarga e crescita digitale: registrata alla Corte dei Conti la delibera che approva il programma operativo

Colmare il ritardo digitale del Paese entro il 2020. E’ questo l’obiettivo del programma operativo del Piano per la Banda Ultra Larga che, coerentemente con ...

12/10/2015
Colmare il ritardo digitale del Paese entro il 2020. E’ questo l’obiettivo del programma operativo del Piano per la Banda Ultra Larga che, coerentemente con l'Agenda Digitale Europea, mira ad una crescita digitale per il quinquennio 2015-2020.

Il 2 ottobre 2015 la Corte dei Conti ha registrato la delibera che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha approvato il 6 agosto scorso con la quale viene definito il programma operativo del Piano Banda Ultra Larga, a cui vengono assegnati da subito 2,2 miliardi di euro, che consentiranno di partire immediatamente con la fase attuativa. Altre risorse, per un ammontare di 1,4 miliardi, saranno conferite al Piano con successivi provvedimenti normativi. Complessivamente è previsto l’impiego di risorse per ben 4,9 miliardi di euro.

Approvate dal Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2015, la Strategia italiana per la banda ultralarga e la Strategia per la crescita digitale 2014-2020, definite dall’Agenzia per l’Italia digitale e dal Ministero dello Sviluppo Economico sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno l’obiettivo di colmare il ritardo digitale del Paese rispettivamente sul fronte infrastrutturale e nei servizi, in coerenza con l'Agenda Digitale Europea.

Il nuovo piano nazionale per la Banda Ultralarga si propone un mix virtuoso di investimenti pubblici e privati. Qualora i privati investiranno in misura uguale al pubblico, l’obiettivo che si può raggiungere è superiore a quello minimo europeo. L’obiettivo della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga è quello di rimediare a questo gap infrastrutturale e di mercato, creando le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, con azioni quali:
  • agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi;
  • coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti;
  • adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo;
  • incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”;
  • incentivi pubblici per investire nelle aree marginali;
  • realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.

Le risorse pubbliche a disposizione sono i fondi europei FESR e FEASR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, per complessivi 6 miliardi, a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker. Il piano nazionale per la banda ultralarga è sinergico alla Strategia per la Crescita Digitale. La strategia ha un carattere dinamico, per essere capace di adattarsi progressivamente agli scenari nel periodo di riferimento 2014-2020. E’ una strategia che punta alla crescita digitale di cittadini e imprese, anche utilizzando le leve pubbliche. Integrerà in modo sussidiario quanto realizzato o in fase di realizzazione sia nel settore pubblico, sia nel settore privato e, deve realizzarsi una piena sinergia con altre strategie pubbliche in essere, sia di pertinenza del governo nazionale sia di competenza regionale, per mettere utilmente “a sistema” obiettivi, processi e risultati.

A cura di Ilenia Cicirello
     
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