Dall'ANCE 5.300 opere per far ripartire il Paese

5.273 opere per 9,8 miliardi di euro in grado di produrre 165.000 posti di lavoro e 32 miliardi di ricaduta positiva sull'economia generale del Paese. Questa...

30/04/2015
5.273 opere per 9,8 miliardi di euro in grado di produrre 165.000 posti di lavoro e 32 miliardi di ricaduta positiva sull'economia generale del Paese. Questa, in sintesi, la stima del piano messo a punto dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) e presentato nel corso del Building Day.

Il piano è il frutto della ricognizione dell'Ance su tutto il territorio nazionale e avrebbe l'effetto in tempi brevi di produrre 165mila posti di lavoro, favorire un giro d'affari per 32 miliardi e definire opere destinate a migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, visto che riguardano per la gran parte la manutenzione di scuole e strade, il dissesto idrogeologico e la riqualificazione di città e periferie.

"Sono anni che siamo immobili - ha sottolineato il Presidente dell'ANCE Paolo Buzzetti - ora le condizioni ci sono tutte ma bisogna fare in fretta". Anche in termini di regole, ha detto il presidente dell'Ance, sarebbe opportuno anticipare con un decreto legge, in attesa del recepimento delle direttive Ue, alcune misure urgenti per realizzare i progetti in tempi certi, costi adeguati e con metodi trasparenti.

E proprio sulle norme è intervenuto il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, che ha sottolineato come il nuovo Codice degli appalti, che approderà in aula in Parlamento a metà maggio, recepisca già molte delle indicazioni dell'Associazione: "Uno degli effetti del Codice è il superamento della legge Obiettivo, perché le ragioni su cui si basava non sono state raggiunte".

"Faremo nostro il Piano di opere proposto dall'Ance", ha sottolineato nel suo intervento Erasmo D'Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, che, sottolineando la concretezza del lavoro di ricognizione dei costruttori, ha aggiunto: "risorse e piani ci sono, corriamo".

A livello regionale il piano prevede 5.773 opere così suddivise:
  • 948 nel Nord-Ovest;
  • 1.128 nel Nord-Est;
  • 998 nel Centro;
  • 2.199 nel Sud.

Sono stati previste le seguenti tipologie di intervento:
  • per la sicurezza delle scuole (20%);
  • per migliorare la qualità della vita nelle città (16%);
  • per contrastare il rischio idrogeologico (13%);
  • per la manutenzione delle strade (13%).
Il 75% dei progetti segnalati è a un livello di progettazione avanzata che può garantire una rapida cantierabilità.

I Perché del Piano
UN PAESE CHE FRANA - Il territorio italiano è fragile: l'82% dei Comuni è a rischio frane e alluvioni. Quasi 6 milioni di italiani convivono con questo pericolo! In 10 anni 2000 tra frane e alluvioni hanno causato 293 vittime.
SCUOLE INSICURE PER I NOSTRI FIGLI - Circa 30 mila scuole italiane sorgono in zone a rischio terremoto o alluvione Oltre la metà degli istituti è stato costruito prima del 1974, senza le norme antisismiche.
UN PATRIMONIO EDILIZIO DA RIQUALIFICARE - Il 65% degli edifici italiani ha più di 40 anni Un patrimonio che ci costa il 35% di tutta l'energia impiegata in Italia Le nostre città sono agli ultimi posti delle classifiche internazionali sulla competitività dei territori.

Durante la presentazione del Piano, l'ANCE, nell'attesa del recepimento delle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici, ha proposto l'approvazione di un decreto legge per la semplificazione e la trasparenza degli appalti che contenga alcune precise misure:
  1. Prevedere commissioni di gara con membri esterni alla stazione appaltante, estratti per sorteggio da un elenco tenuto dall'ANAC;
  2. Vietare l'offerta economicamente più vantaggiosa per i piccoli lavori (sotto i 2,5 milioni di euro) e limitarla, fino a 5 milioni di euro, ai soli lavori complessi;
  3. Prevedere l'estrazione, solo dopo la presentazione delle offerte, del metodo di determinazione della soglia di anomalia;
  4. Eliminare la sanzione pecuniaria per le dichiarazioni di irregolarità in gara;
  5. Tutelare le imprese sane nelle ATI, in caso di crisi aziendali;
  6. Affrontare il problema delle categorie specialistiche, in vista della prossima scadenza della norma ponte (art. 12, comma 5, l. 80/2014);
  7. Più controlli e responsabilità di risultato: tornare all'ingegnere capo.
Sospensione del Performance bond
Tra le misure da adottare nel decreto legge in via di urgenza, rientra la sospensione della Garanzia Globale di esecuzione (c.d. "performance bond"), che in Italia ha registrato forti difficoltà applicative, connesse principalmente all'impossibilità del mercato assicurativo a fornire tale garanzia. È, dunque, di fondamentale importanza, per evitare un drastico restringimento della concorrenza, disporre l'immediata sospensione di tale istituto almeno fino al recepimento delle nuove Direttive comunitarie con l'adozione del nuovo Codice dei Contratti. In tale sede, infatti, potrebbe delinearsi un quadro normativo più efficace e funzionale alle esigenze del mercato per giungere forse anche ad una completa abrogazione dell'istituto che, peraltro, non trova alcuna corrispondenza né nella normativa comunitaria né nelle legislazioni nazionali degli altri stati membri.

A cura di Gabriele Bivona
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