Decreto del Fare, appello degli Architetti: nessuna modifica agli articoli su fondo garanzia professionisti, messa in sicurezza scuole e sagoma degli edifici

È cominciato ieri l'esame alla Camera dei Deputati del disegno di legge di conversione in legge del Decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 recante "Disposizioni...

23/07/2013
È cominciato ieri l'esame alla Camera dei Deputati del disegno di legge di conversione in legge del Decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 recante "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia" (c.d. Decreto del Fare). Nell'attesa di conoscere la versione definitiva emendata dalla Camera, il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., dopo il plauso per la modifica all'articolo 30 che, consentendo la modifica della "sagoma" degli edifici nella ristrutturazione edilizia, rende possibile la rigenerazione urbana sostenibile (leggi news), ha lanciato un appello affinché siano approvati, così come emendati nelle Commissioni permanenti, gli art 2, 18 e 30.

In particolare, gli articoli citati riguardano:
  • art. 2 - estendendo la possibilità di accesso al Fondo centrale di garanzia da parte dei professionisti, tenta di riparare all'ingiustizia che vede i liberi professionisti storicamente esclusi dagli interventi di sostegno all'economia reale e di facilitazione al credito, le cui condizioni di diniego stanno mettendo in ginocchio i professionisti italiani e le loro famiglie;
  • art. 18 - è un primo, positivo fondo, utile a mettere in sicurezza le scuole, che dovrebbero essere il luogo più sicuro delle nostre comunità in caso di terremoto o disastro naturale: esse sono, viceversa, pericolanti e pericolose. Nello stesso articolo si inizia ad avviare il programma "6.000 campanili" che finalmente cerca di riattivare le piccole opere, indispensabili - se non maggiormente - almeno quanto le grandi infrastrutture;
  • art. 30 - la norma sulla possibilità di modificare la sagome negli edifici esistenti con SCIA rappresenta, con l'art. 30 emendato, un buon equilibrio tra la garanzia della qualità dell'edificato storico e la necessità di rendere energeticamente passivo la gran parte del patrimonio edilizio italiano.

Gli architetti italiani, dunque, si augurano che il Parlamento proceda ora con speditezza perché la necessità di un approccio innovativo e radicale ai problemi dell'economia reale è urgente ed appena iniziata.

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