Dissesto idrogeologico: al via #italiasicura con 3.395 cantieri anti-alluvioni

Far partire entro l'estate un Piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione, sbloccare subito le risorse disponibili per gli interventi e garantire a l...

11/07/2014
Far partire entro l'estate un Piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione, sbloccare subito le risorse disponibili per gli interventi e garantire a livello nazionale un controllo sulla qualità dei progetti. Sono questi i principali obiettivi dell'appello lanciato al Governo per uscire dall'emergenza e occuparsi della prevenzione sul territorio, avanzato dal presidente di Ance Paolo Buzzetti, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Leopoldo Freyrie e il consigliere nazionale dell'Ordine dei Geologi Eugenio Di Loreto nel corso della Conferenza Stampa di presentazione di #italiasicura.

#italiasicura è la struttura di missione di Palazzo Chigi attivata dal Governo "contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche", coordinata da Erasmo D'Angelis e con direttore Mauro Grassi, presentata lo scorso 9 luglio con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che prevede interventi per 4 miliardi di euro, in vista dei 3.395 cantieri anti-alluvioni e per la messa in sicurezza dalle frane e 183 opere per depurazione scarichi urbani e disinquinamento di fiumi e laghi.

"Le due strutture di missione che abbiamo creato - ha affermato il Sottosegretario Delrio - quella sull'edilizia scolastica e questa sul dissesto idrogeologico, sono i paradigmi dell'azione di governo e di un'Italia che deve ripartire. Dare la priorità alla scuola e all'educazione vuol dire consolidare il pilastro fondamentale della società e dello sviluppo di un Paese moderno, concentrarsi sul territorio vuol dire prendersi cura del bene più prezioso che abbiamo ed essere coerenti con la vocazione naturale dell'Italia alla cultura e alla bellezza".

"Diamo inizio alla più importante opera pubblica di cui il Paese ha urgente bisogno - ha continuato Delrio - La scelta del Governo è stata quella di cambiare radicalmente la governance e la filiera delle responsabilità e dei controlli che fino ad oggi hanno impedito o ritardato la sicurezza di molte aree".

L'81,9% dei Comuni (6.633) hanno aree in dissesto idrogeologico. È pari a 3,5 miliardi l'anno il costo pagato dallo Stato dal 1945 ad oggi per danni e risarcimenti da frane e alluvioni.

Il numero complessivo degli interventi previsti (da Accordi di programma Stato-Regioni siglati nel 2009-2010 e da richieste successive in seguito ad eventi meteo devastanti) è di 3.395 opere anti-emergenza. A distanza di 4 anni, solo il 3,2% degli interventi (109) risulta concluso, il 19% (631) in corso di esecuzione e il 78% fermi, ostaggi di burocrazia, in fase di progettazione o di affidamento o non ancora finanziati e comunque ancora molto lontano dalla fase di cantiere.

Il Governo ha affidato alla Struttura di missione misure straordinarie e il compito di fare regia e coordinare tutte le strutture dello Stato (Ministeri, Protezione civile, Regioni, Enti locali, Consorzi di bonifica, Provveditorati alle opere pubbliche, Genio Civile ed enti e soggetti locali), per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 per ridurre stati di emergenza territoriali (casse di espansione e vasche di laminazione di fiumi e torrenti, argini anti-alluvioni, briglie per regimentazione acque, messa in sicurezza di frane, stabilizzazione di versanti a rischio crollo, riattivazione di linee Fs locali interrotte e di ponti e infrastrutture viarie di Anas). In più nel bilancio dello Stato sono utilizzabili e ancora non spesi né impegnati in fase di cantiere 1.6 miliardi di euro stanziati con Delibera Cipe nel 2012 per opere urgenti di fognature e depuratori nelle Regioni del Sud da concludere entro il 2015 (la maggior parte tra Sicilia e Calabria).

"Per la prima volta l'Italia fa un salto di qualità e investe sulla protezione del territorio e sulla prevenzione anziché concentrarsi sull'intervento in fase di emergenza - spiega Erasmo D'Angelis - E' il momento di accelerare interventi e investimenti Il cambiamento del clima ha cambiato anche il regime delle precipitazioni, oggi a carattere "esplosivo": in poche ore piove quanto poteva cadere in mesi. Dai 100 eventi meteo con danni ingenti l'anno registrati fino al 2006 siamo passati al picco di 351 del 2013 e a 110 nei soli primi 20 giorni del 2014. Da ottobre 2013 all'inizio di Aprile 2014 sono stati richiesti dalle Regioni 20 Stati di emergenza con fabbisogni totali per 3,7 miliardi di euro. E la Commissione Europea ha già stabilito sanzioni nei confronti dell'Italia per diverse centinaia di milioni l'anno per mancata depurazione di scarichi urbani che vedono il nostro Paese tra i primi inquinatori in area Ue. Tali sanzioni potrebbero essere ridotte o cancellate solo se le opere previste saranno realizzate entro dicembre 2015".

"Abbiamo voltato pagina - ha terminato Delrio - e, anche con la nomina dei Presidenti delle Regioni a Commissari di Governo, è attivo un nuovo modello che finalmente definisce con chiarezza compiti e funzioni, recupera capacità di spesa, riduce burocrazie inutili e dannose che hanno ostacolato la realizzazione dei programmi di intervento".

Il comunicato stampa di ANCE, Architetti, Geologi e Legambiente
Non aspettare l'autunno per riparare i danni provocati dal maltempo, ma partire subito con gli interventi di prevenzione e manutenzione e del territorio, sbloccando le risorse disponibili.

E' questo l'obiettivo dell'appello che Ance, Architetti, Geologi e Legambiente hanno lanciato al Governo Renzi in una petizione sul web, che in poche ore ha raccolto oltre mille adesioni, e che oggi i presidenti Paolo Buzzetti, Leopoldo Freyrie, Gian Vito Graziano e Vittorio Cogliati Dezza consegnano, a Palazzo Chigi, al Sottosegretario Graziano Delrio e al Capo struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, Erasmo D'angelis.

Una mobilitazione trasversale, con nomi illustri del mondo della politica, delle istituzioni e dell'informazione, tra cui i presidenti delle Commissioni Ambiente di Senato e Camera, Giuseppe Marinello e Ermete Realacci, l'editorialista del Corriere della Sera, Sergio Rizzo, gli architetti Stefano Boeri e Mario Cucinella, la presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri, solo per citarne alcuni.

E' un'emergenza che non conosce più stagioni, come dimostrano le alluvioni che negli ultimi giorni stanno nuovamente flagellando l'Italia. Il nostro è un Paese in cui nessuno è al sicuro e che non investe nella manutenzione del territorio. Il paradosso italiano è che spendiamo ogni anno 1 miliardo per riparare i danni ma solo poco più di 100 milioni per prevenirli.

Queste le tre proposte forti che la rete della società civile indica nella petizione per uscire dall'emergenza:
  1. far partire entro l'estate un Piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione
  2. liberare tutte le risorse già stanziate che Stato e enti locali non sono riusciti a spendere a  causa  dei vincoli del Patto di stabilità e reperirne di nuove attraverso i Fondi strutturali,
  3. garantire a livello nazionale un controllo sulla qualità dei progetti e degli interventi ispirati a un modello di sostenibilità ambientale ed economica, efficacia, trasparenza delle regole e delle procedure.

Tempi brevi, risorse adeguate e regole trasparenti per ridare tranquillità ai cittadini ed evitare la tragica conta di danni e vittime che da anni siamo costretti a fare.

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