Efficienza energetica: in Italia negato il diritto di conoscere il consumo energetico della propria abitazione

Annualmente per riscaldare o rinfrescare le nostre abitazioni spendiamo tra i 1.500 e i 2.000 euro all’anno. Eppure, questa spesa può essere ridotta fino al ...

17/02/2016

Annualmente per riscaldare o rinfrescare le nostre abitazioni spendiamo tra i 1.500 e i 2.000 euro all’anno. Eppure, questa spesa può essere ridotta fino al 50% con interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti che possono rendere più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo.

Lo ha rilevato Legambiente all'interno del dossier "Basta case colabrodo!" che fa il punto sui consumi energetici e gli sprechi nelle case in cui viviamo‎, ricordando che nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, in gran parte del Paese queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo senza poter sperare in alcuna opera di riqualificazione in tempi brevi visti i ritardi dei programmi di incentivo.

Secondo Legambiente, il diritto, sancito dalle Direttive Europee e dalle Leggi Nazionali che obbligano a calcolare i consumi energetici delle abitazioni (attraverso le certificazioni) e a renderlo disponibile, di conoscere il consumo energetico della propria abitazione è negato alle famiglie italiane perché in larga parte d’Italia queste regole non sono in alcun modo rispettate. Non essendoci controlli sulle certificazioni, prevedendo sanzioni molto limitate per chi realizza attestati falsi, il dato di fatto è che si continua a chiudere entrambi gli occhi nei confronti di una situazione che va contro gli interessi delle famiglie.

Le responsabilità di questa situazione sono da attribuirsi al Governo e in larga parte alle Regioni. In questi anni l’Italia ha accumulato enormi ritardi nel recepire le Direttive europee che obbligavano a scegliere questa prospettiva di cambiamento. Ancora oggi diversi obblighi previsti dalle Direttive che tutelavano gli interessi delle famiglie non sono attuati, e diversi strumenti che dovevano spingere la riqualificazione del patrimonio edilizio sono fermi. Sono passati 592 giorni da quando è stato approvato il Decreto Legislativo sull’efficienza energetica che prevedeva l’istituzione del Fondo per l’Efficienza Energetica (oltretutto previsto da una Direttiva di due anni prima) europea e che dovrebbe finanziare questi interventi. Addirittura prevedeva risorse per il 2014 e il 2015 andate sprecate. Stessa sorte per altri strumenti (programma di miglioramento delle prestazioni degli edifici pubblici e privati, piano di informazione e formazione sull’efficienza energetica) la cui predisposizione è stata assegnata all’Enea.

Mentre solo in questi giorni si è finalmente sbloccata la situazione del Conto Termico – ossia gli incentivi per gli interventi di efficienza energetica che riguardano, tra gli altri, il patrimonio edilizio - dopo che il Decreto “Sblocca Italia” prescriveva entro Dicembre 2014 di semplificare i criteri di accesso e sbloccare i 900milioni di euro previsti. E’ evidente la “distrazione”, per non dire il disinteresse da parte del Ministero dello Sviluppo economico rispetto a strumenti che risultano fondamentali per spingere la riqualificazione degli edifici in cui viviamo.

Gravi le responsabilità di alcune Regioni. Nonostante la legge imponga il controllo in almeno il 2% degli APE prodotti, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna e Umbria non esistono di fatto controlli sulle certificazioni.

Per sanare questa situazione, Legambiente ha proposto a Governo e Regione di aiutare le famiglie mediante:

  • Controlli indipendenti sulle certificazioni energetiche e sanzioni per garantire i cittadini - Servono regole omogenee in tutta Italia per le prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici. Introducendo sanzioni vere per chi non rispetta le regole per la progettazione, costruzione, certificazione.
  • Spingere la riqualificazione del patrimonio edilizio - Occorre dare finalmente certezze agli Ecobonus per gli interventi di riqualificazione che scadono a Dicembre 2016, premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica di appartenenza.
  • Nuovi strumenti per rilanciare gli interventi di riqualificazione energetici - Troppi interventi su edifici pubblici e privati sono fermi per colpa dei ritardi del Governo. Si deve rendere subito operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto Legislativo 102/2014 e stabilire i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici. Proprio quel fondopuò risultare strategico per un uso finalmente efficace delle risorse europee per l’efficienza energetica presenti nella programmazione 2014-2020, evitando di perdere tempo e sprecare risorse.
  • Escludere dal patto di stabilità gli interventi sul patrimonio pubblico che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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