Istat: Indici prezzi al consumo febbraio 2016

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le f...

16/03/2016

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di febbraio 2016 con la nuova base 2015 sul valore di 99,50 con una piccola variazione negativa rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del  -0,2 % e quella annua del -0,2%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio 2016 ed il 14 Marzo 2016, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del + 0,250000%.

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

La forte flessione tendenziale dei prezzi al consumo è dovuta a una dinamica congiunturale caratterizzata da cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto, che si confronta con quella positiva di febbraio 2015 quando, invece, tutte le tipologie di prodotto segnarono una ripresa dei prezzi rispetto al mese precedente.

Pur indebolendosi, l’“inflazione di fondo” (al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici) rimane positiva (+0,5%), così come quella al netto dei soli beni energetici (+0,3%; entrambe erano a +0,8% a gennaio).
Le componenti merceologiche che contribuiscono in misura maggiore a determinare questo quadro sono i Beni energetici non regolamentati (che accentuano la flessione tendenziale da -5,9% di gennaio a -8,5% di febbraio), gli Alimentari non lavorati (-1,2%, da +0,6% di gennaio) e i Servizi relativi ai trasporti (-0,7%, da +0,5% del mese precedente).
L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,6%.
Rispetto a febbraio 2015, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,7% (la variazione era -0,1% a gennaio) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,5%, da +0,7% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a gennaio 2016, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di quattro decimi di punto percentuale.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,4% su base annua (a gennaio era +0,3%).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,8% su base annua ( era +0,1% a gennaio).

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato allo -0,150% e l'indice biennale al -0,450%.

L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2016, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Servizi sanitari e spese per la salute, Ricreazione spettacoli e cultura, Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,1% per tutti e tre).

Variazioni nulle si sono registrate nei sei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Abitazioni acqua, elettricità e combustibili, Mobili articoli e servizi per la casa, Istruzione, Altri beni e servizi.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-1,0%) e Trasporti (-0,9%)..
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Istruzione (+1,3%), Ricreazione spettacoli e cultura, Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,0% per entrambi), Abbigliamento e calzature (+0,5%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Mobili articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute (+ 0,4 % per entrambi),
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi,  Altri beni e servizi.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Trasporti (-2,7%), Comunicazioni (-0,6%),  Abitazione, acqua elettricità e combustibili (-0,5%) e Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto nelle città di Trento e Bolzano (+0,3% per entrambe), Bologna (+0,2%), L’Aquila, Trieste e Aosta (+0,1% per tutte e tre), Ancona (+0,3%), Venezia (0,0%), mentre nelle altre città sono tutti negativi e a Napoli e Ancona (-0,% per entrambe), Milano (-0,3%), Palermo, Catanzaro, Roma, Roma, Firenze e Genova (-0,4% per tutte e cinque), Perugia e Torino (-0,5% per entrambe),  Cagliari (-0,6%), Potenza e Bari (-0,9% per entrambe).

I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Aprile 2016.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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