Manutenzioni Straordinarie senza Dia: per gli Architetti di Roma solo un inutile pasticcio

L'approvazione della Camera della nuova versione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40 (decreto incentivi) ed in partico...

12/05/2010
L'approvazione della Camera della nuova versione del disegno di legge di conversione del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40 (decreto incentivi) ed in particolare la nuova versione dell'art. 5 (Attività edilizia libera), non sembra suscitare grossi consensi da parte dei protagonisti.

Come abbiamo già evidenziato in un nostro precedente articolo (leggi news), anche l'Ordine degli Architetti della provincia di Roma ha espresso un parere sostanzialmente negativo sul testo approvato dalla Camera, ritenendo inutile l'inserimento di una relazione tecnica che non venga seguita da un collaudo e da una data di fine lavori. L'Ordine di Roma, in una nota, ha evidenziato come, nonostante il dissenso manifestato in più sedi e sebbene il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. aveva presentato un emendamento che avrebbe garantito la sicurezza degli interventi, la Camera ha ritenuto più opportuno ignorare le indicazioni provenienti dal mondo dei professionisti e approvare il testo dell'emendamento presentato dall'On. Cosimo Ventucci, con la diretta conseguenza di "introdurre una norma pasticciata e sostanzialmente inutile".

La nuova versione dell'art. 5 prevede, infatti, per gli interventi di manutenzione straordinaria, la trasmissione all'amministrazione comunale di una relazione tecnica provvista di data certa e corredata dagli opportuni elaborati progettuali, a firma di un tecnico abilitato, il quale dichiari preliminarmente di non avere rapporti di dipendenza con l'impresa né con il committente e che asseveri, sotto la propria responsabilità, che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici approvati e ai regolamenti edilizi vigenti e che per essi la normativa statale e regionale non prevede il rilascio di un titolo abilitativo.

L'Ordine degli Architetti di Roma ha evidenziato, come da noi già rilevato, che mancando al termine dei lavori l'obbligo di effettuare il collaudo e non essendoci comunque alcuna forma di verifica da parte del tecnico sulla conformità delle opere realizzate rispetto al progetto presentato e mancando una direzione dei lavori che segua l'evoluzione del cantiere garantendo che siano rispettati gli obblighi di legge, il provvedimento risulta essere sostanzialmente inefficace e non fornisce alcuna garanzia sulla qualità degli interventi di trasformazione edilizia a tutela della sicurezza dei cittadini.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva richiesto che, oltre alla relazione di inizio lavori, fosse resa obbligatoria la consegna di una dichiarazione asseverata firmata da un professionista che certificasse il fatto che i lavori eseguiti non avessero interessato parti strutturali dell'edificio, ma è rimasto del tutto inascoltato.

Ma l'Ordine di Roma fa notare che il pasticcio creato dal Governo è ben più grave perché approvando un comma che prevede una sanzione di appena 258 euro per chi non presenta alcuna relazione né alcun progetto, che può ulteriormente essere ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente quando l'intervento è in corso di esecuzione, ha di fatto certificato la scelta che faranno tutti i committenti di fare a meno del professionista e rischiando di incorrere in una sanzione di certo inferiore alla parcella del tecnico. A meno che, fa notare l'Ordine di Roma, non si pensi che la sua prestazione valga meno).

Per tali motivazioni, l'Ordine degli Architetti di Roma, insieme agli altri Ordini d'Italia e al Consiglio Nazionale, continuerà la propria battaglia contro l'art. 5 del decreto incentivi, per ottenere una modifica del testo di legge in sede di approvazione definitiva al Senato che restituisca efficacia e razionalità al provvedimento.

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