Piemonte: cambiano le norme per gli stabilimenti a rischio

La Giunta regionale ha individuato un percorso più logico e chiaro rispetto al passato per consentire ai Comuni di svolgere una corretta pianificazione nelle...

08/07/2010
La Giunta regionale ha individuato un percorso più logico e chiaro rispetto al passato per consentire ai Comuni di svolgere una corretta pianificazione nelle zone interessate da stabilimenti produttivi a rischio di incidente rilevante e coniugare meglio l’esigenza di prevenire il pericolo di danni alla salute e all’ambiente con l’opportunità di non bloccare in maniera indiscriminata l’attività di pianificazione sul territorio.
“Abbiamo deciso - osserva l’assessore regionale all’Urbanistica e Opere pubbliche, Ugo Cavallera - di sbloccare il congelamento dell’attività pianificatoria dei Comuni senza penalizzare le previsioni urbanistiche e le conseguenti varianti relative a zone non rientranti fra quelle potenzialmente condizionate dall’attività degli stabilimenti produttivi ad alto rischio. Nel contempo, abbiamo ribadito l’obbligo per i Comuni, molti dei quali ancora inadempienti, di adottare l’elaborato di rischio di incidente rilevante, da inserire nel Piano regolatore per stabilire le più opportune misure di sicurezza per l’uomo e l’ambiente, cautelandosi dai rischi derivanti dalla presenza di impianti o sostanze pericolose”.

La delibera risponde infatti alle difficoltà ed ai ritardi di molti Comuni piemontesi nel dotarsi del “rischio di incidente rilevante” (RIR), documento tecnico introdotto con il decreto legislativo 334/99 e il d.m. 9 maggio 2001 che individua e disciplina le aree da sottoporre a specifica regolamentazione perché interessate dai potenziali effetti dannosi prodotti da impianti a rischio di incidente. Una precedente delibera aveva stabilito che, in assenza del documento, venisse bloccato l’avvio di qualsiasi procedura per modificare gli strumenti urbanistici vigenti, anche se inerenti ad aree completamente estranee a quelle interessate dai rischi di un impianto industriale.

Attualmente sono una trentina i Comuni piemontesi sede di stabilimenti potenzialmente pericolosi che non hanno adottato il RIR. Questo strumento è ancora assente anche in una ventina di Comuni limitrofi con potenziali aree di danno per i quali vige il medesimo obbligo.

Per favorire un iter procedurale più semplice e certo la Giunta regionale approverà a breve le nuove linee guida per la valutazione del rischio industriale nell’ambito della pianificazione territoriale.

fonte www.regione.piemonte
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