Redditività delle costruzioni: Da Crif Ratings uno studio che certifica un rilancio lontano

L’agenzia di rating del credito CRIF S.p.A. in un recente studio ha rilevato come, dopo quasi un decennio di deterioramento delle condizioni economiche e fin...

19/10/2016

L’agenzia di rating del credito CRIF S.p.A. in un recente studio ha rilevato come, dopo quasi un decennio di deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie, il settore delle costruzioni ancora stenta a riprendersi. Sulla base di un’analisi condotta su un campione rappresentativo di bilanci, CRIF Ratings evidenzia come la marginalità operativa del settore sia scesa al 6,2% nel 2015 dal 6,5% del 2014, un livello distante dall’8,6% del 2007. La riduzione è ancora più evidente se si tiene conto delle svalutazioni dell’attivo circolante, un fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni in conseguenza delle difficoltà finanziarie in cui si sono venute a trovare molte controparti commerciali: l’Ebitda margin calcolato al netto delle svalutazioni scende al 5,5% nel 2015 dal 5,9% del 2014, molto lontano dall’8,4% del 2007.

Il calo della redditività è coerente con l’andamento del tasso di default del settore che negli anni di crisi è cresciuto notevolmente fino ad un picco del 9,5% nel 2013. Nel biennio successivo si registra un’inversione di tendenza con una discesa fino al 7,0% del 2015, un livello comunque ben al di sopra del 5,9% rilevato nel 2007. Il tasso di default del settore costruzioni resta ampiamente superiore al 5,3% calcolato nel 2015 sul totale delle imprese non-finanziarie italiane.

Vincoli alla ripresa del settore vengono anche dal lato dell’offerta, limitata nei progetti di investimento dalla restrizione creditizia che continua a colpire le costruzioni. I finanziamenti erogati dal sistema bancario al settore sono in contrazione da cinque anni, un trend che non sembra arrestarsi: dai 164 miliardi di euro del Settembre 2011 si è progressivamente scesi fino ai 130 miliardi di euro del Luglio 2016 (-21%), stando alle rilevazioni di Banca d’Italia.

Le motivazioni di una stretta creditizia di questa portata vanno ricercate nell’esponenziale aumento delle sofferenze bancarie derivanti dai rapporti di credito con le imprese di costruzioni, quintuplicate negli ultimi sei anni fino a raggiungere i 40 miliardi di euro a Luglio 2016. Questo valore corrisponde al 31% dei finanziamenti erogati allo stesso settore e al 28% del totale delle sofferenze verso società non finanziarie (una quota che sale al 43% considerando anche le società immobiliari a valle della filiera). Questi numeri rendono evidente il pesante impatto della crisi delle costruzioni sui bilanci bancari, gravati tra l’altro anche dal parallelo deprezzamento dei beni immobiliari a garanzia dei finanziamenti erogati.

In allegato il testo integrale dello studio della CRF S.P.A.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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